Lettera all’Aquila Ingiusta

Spesso verità e potere non coincidono e quello che sta accadendo nella nostra città lo dimostra. Ci sono lezioni che non si imparano, disastri naturali che si ripetono come se la storia non ci avesse insegnato nulla e sacrifici di persone che hanno lottato per rendere L’Aquila migliore che vengono dimenticati se non ignorati o […]

Spesso verità e potere non coincidono e quello che sta accadendo nella nostra città lo dimostra. Ci sono lezioni che non si imparano, disastri naturali che si ripetono come se la storia non ci avesse insegnato nulla e sacrifici di persone che hanno lottato per rendere L’Aquila migliore che vengono dimenticati se non ignorati o peggio insultati. Le cose non funzionano non perché non si vuole capire quello che è accaduto e quello che avviene tutti i giorni ma, perchè non si racconta il presente, non si analizza il passato.
La folla che invade il comune dell’Aquila in via Rocco Caraba mi ha stupito, stordito, infastidito.
Non sapevo che dire: quello che avevo davanti era una testimonianza incredibile, una lotta silenziosa di migliaia di persone che come me chiedevano all’amministrazione comunale di cambiare registro.
Dare dettagliata motivazione pubblica di ogni atto, con una trasparenza sconosciuta alla liturgia del nostro primo cittadino. Non lasciare come al solito margini a equivoci e falsità. La graduatoria degli sfollati per le casette del Governo è inaudita. Il comune dell’Aquila ha trasformato il meraviglioso progetto C.A.S.E. del governo in un dibattito continuo, quasi ossessivo all’Aquila vuole dire che qualcosa non funziona.
E’ inaudito che nonostante le numerose richieste attraverso raccomandata di verifica dei punteggi, il nostro amato sindaco taccia e faccia finta di nulla.
Il mio appello è a favore dell’aquilanità e a tutela dei disabili. Sono invalido civile al 90% (inabile alla guida poco abile nella deambulazione), prima del sisma abitavo in Via XX Settembre, in servizio come Collaboratore Scolastico presso L’I.I.S. D.Cotugno di L’Aquila, vivo con i miei genitori entrambi invalidi al 75% e 58%. Nel progetto C.A.S.E sono stato assegnato in un abitazione in zona ROIO 2. Diverse volte e con insistenza attraverso raccomandata ho chiesto un’ assegnazione vicino a L’Aquila (S.Antonio, Coppito, Sassa) ma senza avere mai una risposta.
Come siamo noi tutelati?
A che servono le raccomandate che il Comune invita a compilare?
Imparzialità e saggezza chiediamo noi aquilani all’aministrazione. Nella nostra città i diritti stanno diventando privilegi e quindi si sta cercando di far diventare il nemico non il meccanismo sociale che ha permesso questo ma, bensì chi riesce ad ottenere quel diritto. Una guerra tra vicini ignorando i veri responsabili del disastro della nostra città.
Raccontare la realtà della mia città non significa infangarla ma, significa amarla, significa credere ancora nella libertà. In questa nostra città raccontare è l’unico dannato modo per iniziare a cambiare le cose.
E’ viva dunque la libertà di stampa necessaria per stanare il “potere”!
La politica deve essere sempre al servizio del Paese e dei cittadini e non un privilegio di pochi.

Luisa Stifani per conto di: Dionisio Fabio

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