INFLAZIONE: ISTAT, NEL 2009 PREZZI + 0,8%, MINIMI DA ’59

L’Istat ha confermato oggi che l’inflazione media nel 2009 è stata pari allo 0,8%, il livello più basso dal 1959, quando l’inflazione segnò un -0,4%. Per il Codacons, però, l’inflazione avrebbe dovuto essere addirittura negativa, considerato che la crisi economica in atto ha prodotto una diminuzione dei consumi senza precedenti storici. Persino la domanda di […]

L’Istat ha confermato oggi che l’inflazione media nel 2009 è stata pari allo 0,8%, il livello più basso dal 1959, quando l’inflazione segnò un -0,4%.
Per il Codacons, però, l’inflazione avrebbe dovuto essere addirittura negativa, considerato che la crisi economica in atto ha prodotto una diminuzione dei consumi senza precedenti storici. Persino la domanda di beni alimentari è calata, ma nonostante ciò i prezzi sono saliti nel settore alimentare dell’1,8%. Anzi tra i settori che hanno registrato i rialzi maggiori ci sono bevande alcoliche (+ 3,8%) e abbigliamento e calzature (+1,3%), tutte voci legate al commercio, un settore che ha vincoli e regole antistoriche che impediscono una vera concorrenza tra i negozianti. Ecco perchè nonostante il calo della domanda i prezzi hanno continuato a salire, per quanto meno degli scorsi anni.
I commercianti, insomma, non hanno accettato di abbassare i prezzi nemmeno a fronte di una crisi che ha svuotato le tasche degli italiani e svuotati i loro negozi. Ma se i prezzi non scendono nemmeno quando nessuno acquista, cosa succederà quando finalmente ci sarà la ripresa?
Le uniche voci che hanno fatto registrare un’inflazione negativa, oltre alle solite comunicazioni, sono quelle collegate alla diminuzione del costo del petrolio: trasporti e abitazione, acqua, elettricità e combustibili.
Il Codacons chiede, quindi, al Governo di liberalizzare il settore del commercio, eliminando tutti gli inutili ostacoli alla concorrenza e rilancia le sue proposte finora rimaste inascoltate: liberalizzazione dei saldi tutto l’anno, doppio o triplo prezzo (origine, ingrosso e dettaglio), vendite sottocosto libere, orari liberi (ossia possibilità di poter aprire i negozi anche 24 ore su 24), aperture domenicali libere, rafforzamento sanzioni Antitrust con multe commisurate al fatturato, vendita diretta produttore-consumatore in ogni comune.

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