GIORNI FELICI

L’Assessorato dell’istruzione e cultura propone, nell’ambito della Saison Culturelle 2009/2010, lo spettacolo Giorni Felici, in programma mercoledì 3 e giovedì 4 febbraio 2010, alle ore 21, nel Teatro Giacosa di Aosta.La sconvolgente Winnie di Giorni Felici di Samuel Beckett è, fin dalle prime rappresentazioni (a Londra, nel 1962, a Parigi, nel 1963), il simbolo dell’esistenza, […]

L’Assessorato dell’istruzione e cultura propone, nell’ambito della Saison Culturelle 2009/2010, lo spettacolo Giorni Felici, in programma mercoledì 3 e giovedì 4 febbraio 2010, alle ore 21, nel Teatro Giacosa di Aosta.La sconvolgente Winnie di Giorni Felici di Samuel Beckett è, fin dalle prime rappresentazioni (a Londra, nel 1962, a Parigi, nel 1963), il simbolo dell’esistenza, e, per essere precisi, dell’esistenza al femminile. C’è anche un marito, sepolto un po’ più in là, che di tanto in tanto borbotta o si esprime con rutti o borborigmi, oppure leggiucchia il giornale.

Il suono della sveglia al mattino strappa Winnie al sonno; lo stesso suono, ogni sera, la riconduce al sonno. Ogni giornata vede così scandito il suo arco temporale. Ogni giornata: cioè il tempo che ci è dato per vivere ed essere felici.
Lo spettacolo non può essere che di splendida fattura teatrale: Bob Wilson, regista scenografo di culto, grande maestro della performing art, che ha abituato i suoi cultori a grandi sfide con ogni suo spettacolo, Adriana Asti, gran signora di cinema e teatro. Per il geniale regista texano, teorico del Teatro Totale, che ha lavorato con Tom Waits e Lou Reed, con Merce Cunningham e John Cage, nonché molti altri, questo è il primo confronto con il mondo di Beckett, mondo che sente vicino al suo lavoro.
Illuminata dalle geometriche, spaziali luci di Wilson, la Winnie – Adriana Asti – è scintillante di gesti, di mimica, di infinita sensibilità. E’ una Winnie che sa stupire e commuovere e, a tratti, muovere al riso. Prigioniera di un vulcano d’asfalto, al centro di un universo che si dilata senza fine, sa inoltre esprimere con la poesia dei gesti e delle parole una perenne illusione di felicità.
«Lo spettacolo è una macchina perfetta; Wilson ha una regia accurata, molto attenta ai gesti e alla luce – dice l’attrice, che con questo spettacolo torna per la quarta volta sul palcoscenico del Giacosa – Il binomio Beckett-Wilson è colossale, come il progetto della sua tournée. Questa prevede per me la recitazione in due lingue, italiano e francese, e per il progetto Beckett, che a Spoleto includeva anche L’ultimo nastro di Krapp, un percorso tra i festival di tutto il mondo, dove vanno sempre gli spettacoli di Bob».

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