Ancora su Eluana

“L’impostazione della legge sul fine vita in commissione alla Camera va del tutto rivista”. Ne è convinto Beppino Englaro, il papà di Eluana, che durante la registrazione del programma di LA7 ‘Otto e mezzo’ andato in onda ieri sera, commenta le dichiarazioni di ieri mattina del ministro del Welfare Maurizio Sacconi, affermando che “nell’imporre idratazione […]

“L’impostazione della legge sul fine vita in commissione alla Camera va del tutto rivista”. Ne è convinto Beppino Englaro, il papà di Eluana, che durante la registrazione del programma di LA7 ‘Otto e mezzo’ andato in onda ieri sera, commenta le dichiarazioni di ieri mattina del ministro del Welfare Maurizio Sacconi, affermando che “nell’imporre idratazione e alimentazione forzata, si è di fronte a un autoritarismo da Stato etico, perché non si rispettano i diritti fondamentali sanciti dalla Corte di Cassazione”. “E adesso parlo per me, non per Eluana – incalza: che non si sognino di tenermi in vita così”. Beppino Englaro dice poi di non temere che la legge venga approvata: “Non hanno i numeri per farlo, e devono fare i conti con un’opinione pubblica informata, che è la vera Corte suprema”. Nel frattempo il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in un messaggio inviato alle suore ‘Misericordine’ della casa di cura ‘Beato Luigi Talamoni’ di Lecco, dove la ragazza è stata ricoverata per 14 anni, ha scritto: “E’ trascorso ormai un anno dalla scomparsa di Eluana Englaro e vorrei ricordarla con voi, soprattutto per ringraziare tutte voi per la discreta e tenace testimonianza di bene e di amore che avete dato in questi anni”. Nel messaggio il premier elogia anche “i gesti di cura” che le suore hanno avuto per Eluana.
“E per tutte le persone –  ha precisato – che assistete lontano dai riflettori e dal clamore in cui invece sono immerse le nostre giornate. Sono un segno di carità, un esempio da seguire per me e per tutti noi che abbiamo la responsabilità di governare in nostro amato Paese”.
E’ così chiaro quale sia l’atteggiamento dell’attuale governo circa la legge sul trattamento biologico e si comprendono le perplessità di chi, come Beppino Englaro, considera questa una occasione di vera crescita democratica e libertaria. . Beppino Englaro, che questa mattina ha affidato le sue riflessioni ad una lettere pubblicata da “La Repubblica”, ricordando che prima della morte della figlia aveva invitato il presidente Berlusconi a visitare Eluana, afferma “Se il presidente avesse accettato l’invito forse non avrebbe scritto le cose che ha scritto oggi. Si sarebbe reso conto di ciò che la medicina può creare, una condizione che non esiste in natura e che è solo lo sbocco senza uscita di una serie di terapie”. Con la sua lettera grondante buoni sentimenti, Berlusconi  intende perseguire il raggiungimento di una pace ed una serenità pubbliche analoghe a quelle proposte ieri  da un altro campione di tolleranza – il quotidiano della CEI “Avvenire” –  che tenta di proporre la sua ricetta di “concordia”. 
In un editoriale, apparso sul giornale, i vescovi italiani rinfocolano ad arte la polemica (forse si sono resi conto che la legge “truffa” sul fine vita, scritta d’urgenza dal governo nei giorni caldi della vicenda di Eluana, è ferma alla Camera da quasi un anno) paragonando la sospensione di idratazione e alimentazione forzate alla morte per fame e per sete. “è naturale e umano – scrive l’Avvenire – dar da mangiare e da bere a chi non può provvedere da solo. Innaturale e terribile è invece l‘idea di negare, in qualunque modo, la vita di chiunque o anche solo di abbandonarla nella debolezza, nell’estrema dipendenza, nella difficoltà. Innaturale e terribile è anche solo pensare di lasciare andare alla deriva una persona totalmente disabile”.
Questa è la pace e la serenità che esprimono e ricercano Berlusconi e la CEI, la stessa che S. E. mons. Rino Fisichella, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, vuole portare al Paese quando, affermando che “la vicenda di Eluana Englaro ha lacerato il nostro tessuto sociale, ” tenta di scaricare la responsabilità sui giornalisti “perché – dice – la popolazione (il concetto di opinione pubblica e di società gli è oscuro) non e’ stata informata in maniera corretta”. Ma, ancora, S. E. – che definisce quanto accaduto un anno fa a Udine “una pagina molto triste della nostra storia” – rende palese il suo intento e quello che presuppongono le azioni “concordate” (?) di oggi affermando che “a livello giuridico dovremmo aver imparato che in un Paese democratico il vuoto legislativo non si riempie attraverso le sentenze, ma attraverso l’azione peculiare del Parlamento, che deve intervenire senza pressioni, per giungere a soluzioni condivise”. Insomma, pace e serenità sociali – secondo costoro – si conquistano quando si da ragione a loro, altrimenti è il caos e la disperazione. Su un fatto, però, concordiamo con mons. Fisichella quando afferma che c’è stata cattiva informazione anche se, contrariamente a lui che pensa al nostro modo di raccontare i fatti, a noi vengono in mente tutti i giornalisti codini del governo e di “oltre tevere” che hanno continuato a mostrare, per giorni (e ancora oggi), le foto di Eluana da giovane, prima dell’incidente e non come realmente era il 9 gennaio di un anno fa. Sempre oggi, in una lunga intervista cfhe riguarda vari aspetti della sanità, il Ministro Ferruccio Fazio, ha dichiarato che “ è molto importante mettere a regime nel paese le speciali unità di assistenza per gli stati vegetativi e garantire, quindi, ai parenti di tutti gli ammalati in queste condizioni, che sono più di 2.000 nel paese, un’assistenza adeguata”; ricordando che, in tale direzione, dalle Regioni sono arrivati 70 milioni di Euro: cifra ragguardevole ma, in  questo caso, non risolutiva, poiché, davvero, non è solo questione di soldi.

Carlo Di Stanislao

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