Una strada tutta nera

Una strada, la cosiddetta Mare-Monti di Penne,  mai cominciata per davvero, che finisce per allungare ombre nere sulla ricostruzione de L’Aquila. Il progetto risale al 2000, base d’asta 61 miliardi di vecchie lire, con offerta dei Toto, che si aggiudicarono la gara, di 32 miliardi. Poi il progetto venne frazionato e la strada, che avrebbe […]

Una strada, la cosiddetta Mare-Monti di Penne,  mai cominciata per davvero, che finisce per allungare ombre nere sulla ricostruzione de L’Aquila. Il progetto risale al 2000, base d’asta 61 miliardi di vecchie lire, con offerta dei Toto, che si aggiudicarono la gara, di 32 miliardi. Poi il progetto venne frazionato e la strada, che avrebbe dovuto collegare l’interno della provincia pescarese alla costa, non vide mai la luce e anzi il cantiere venne sequestrato nel febbraio 2008,  dopo lo sconfinamento nell’Oasi Naturale di Penne (per 1,5 km). L’ingegner Carlo Strassil, 63 anni, attualmente consulente per la ricostruzione post terremoto in Abruzzo, è stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta sulla realizzazione della S.S. 81, la cosiddetta Mare-Monti , su disposizione del gip del tribunale di Pescara, Luca De Ninis, e su richiesta del pm, Gennaro Varone. Nel corso delle indagini è stata anche perquisita l’abitazione di Strassil, che attualmente si trova in carcere a Regina Coeli e gli investigatori hanno acquisito diversi documenti, tra cui anche quelli riguardanti le consulenze per la ricostruzione a L’Aquila. L’arresto è stato eseguito dal Corpo Forestale dello Stato Comando Provinciale di Pescara, in esecuzione all’ordinanza emessa in data 17.04.2010. La Forestale ha applicato il sequestro preventivo di beni ed immobili per una somma totale pari a circa 3.500.000 di Euro che sarebbero le somme derivanti dagli illeciti commessi e dai percepimenti ottenuti in maniera illegale, fra l’Abruzzo ed il Lazio. Oltre all’arresto dell’Ing. Strassil, risultano indagate altre undici persone tra ex amministratori, tecnici, imprenditori, funzionari ministeriali e pubblici, per vari reati tra cui Concussione, Corruzione, Falso ideologico, Abuso d’ufficio, Truffa aggravata, Peculato ed altre Violazioni penali a Leggi Speciali Ambientali. Fra questi, ci sarebbe anche l’ex sindaco di Pescara e Presidente della Provincia Luciano D’Alfonso. L’indagine,  condotta dal corpo forestale di Pescara comandata da Guido Conti, fu avviata nel 2008 con il sequestro del tratto di S.S. 81 realizzato senza autorizzazioni dentro alla Riserva naturale del Lago di Penne. In quella circostanza gli investigatori avrebbero accertato diverse ipotesi di reato contro la pubblica amministrazione, risalenti al 2000, anno della prima gara di appalto per la realizzazione del tratto stradale. Per la sua attività generale svolta in riferimento all’appalto della strada “Mare monti”, secondo l’accusa, Strassil si sarebbe autoliquidato oltre tre milioni di euro. Inoltre sarebbe stato l’intermediario tra pubblici ufficiali e l’impresa Toto, vincitrice della gara di appalto per la realizzazione della strada.  L’ingegnere avrebbe stravolto l’appalto per renderlo economicamente vantaggioso alla società aggiudicataria. Per il fermo cantiere, la Toto avrebbe ottenuto due milioni di euro. Gli atti pubblici e lo stesso progetto sarebbero stati redatti direttamente dalla Toto costruzioni e fatti firmare da Strassil ai funzionari pubblici i quali, invece, avrebbero dovuto realizzare direttamente quella attività. Nell’inchiesta figura anche Fabio De Santis, l’ex provveditore alle opere pubbliche della Toscana, arrestato lo scorso 10 febbraio nell’ambito dell’inchiesta sui Grandi appalti legati al G8 della Maddalena, poiché, all’epoca funzionario dell’Anas, avrebbe ottenuto 30mila euro senza svolgere le proprie mansioni.

Carlo Di Stanislao

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