L’arresto di Tegano (e di altri n’dranghetari)

Giovanni Tegano, boss della’ndrangheta di 70 anni, inserito nell’elenco dei 30 latitanti più pericolosi del ministero dell’Interno, è stato arrestato ieri a Reggio Calabria, nel corso di un’operazione eseguita dalla squadra mobile del Capoluogo, diretta da Renato Cortese, in località Terreti; era a armato e in compagnia di altre cinque persone, il genero, un pregiudicato […]

Giovanni Tegano, boss della’ndrangheta di 70 anni, inserito nell’elenco dei 30 latitanti più pericolosi del ministero dell’Interno, è stato arrestato ieri a Reggio Calabria, nel corso di un’operazione eseguita dalla squadra mobile del Capoluogo, diretta da Renato Cortese, in località Terreti; era a armato e in compagnia di altre cinque persone, il genero, un pregiudicato e i proprietari dell’appartamento nel quale si nascondeva. Davanti alla Questura centinaia di persone, fra cui molti esponenti della estesa famiglia di Tegano, con alcun donne che gridavano: “Avete preso un uomo di pace”. Il questore Carmelo Casabona ha denunciato: “E’ una vergogna, noi aspettavamo gli applausi alla polizia, invece sono arrivati quelli al boss”. In serata davanti alla Questura, un’altra manifestazione: la società civile reggina ha voluto dichiarare la sua solidarietà e il suo sostegno alle forze dell’ordine, con lo slogan “Reggio non tace”. Il ministro dell’interno Roberto Maroni si è congratulato con il Capo della polizia Antonio Manganelli. Ieri, sempre in Calabria, è stato arrestato dai Ros, a Melito Porto Salvo, un altro latitante di peso, Rocco Morabito, 50 anni, figlio del boss Giuseppe, detto ‘u Tiradrittu’. Deve rispondere di associazione mafiosa, estorsione e intestazione fittizia di beni. E’ ritenuto il reggente della cosca che opera ad Africo. Quando e’ stato bloccato dai carabinieri ha esclamato ”Finalmente mi avete preso”, non ha opposto resistenza e si e’ lasciato ammanettare. La n’drangheta (ovvero Famiglia Montalbano, Onorata società o la Santa e Picciotteri) è diventata di fatto la più potente organizzazione criminale in Italia, se non addirittura uno delle più potenti nel mondo, leader mondiale nel mercato del narcotraffico, ben ramificata non solo in Calabria anche nel territorio nazionale ma anche in Europa, soprattutto in Germania, e anche oltreoceano: Canada, Stati Uniti e Australia, questo anche perché i clan dell’ n’drangheta, che si fanno chiamare “n’drine” sono vere e proprie famiglie, unite da legami di sangue, clan costituiti da madri , padri, figli, cugini ecc., che rendendo quindi più facile e naturale il ricambio. È visibile su http://oltrelamonnezza.splinder.com/post/16039158, un video, diviso in nove parti, tratto da una puntata di “Blu Notte”, dove Carlo Lucarelli ne racconta la storia, ma anche i legami con la massoneria e addirittura con Junio Valerio Borghese e con l’orribile epoca dei sequestri sull’aspromonte. Essa si è sviluppata a partire da organizzazioni criminali operanti nella provincia di Reggio Calabria, dove oggi è fortemente radicata, anche se il potere mafioso è in forte espansione nelle province di Vibo Valentia, Catanzaro, Crotone e Cosenza. Secondo il rapporto Eurispes 2008 ha un giro d’affari di 44 miliardi di euro annui.

Carlo Di Stanislao

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