Madri sempre più generose

Sempre più mamme donano il proprio cordone ombelicale al momento del parto, e nel 2009 le unita’ raccolte sono passate da 9 a 14 mila con un incremento del 55,5% e con un conseguente aumento del patrimonio di cellule staminali del sangue che, usate soprattutto negli adulti, nel solo 2009 hanno permesso 112 trapianti. Questo […]

Sempre più mamme donano il proprio cordone ombelicale al momento del parto, e nel 2009 le unita’ raccolte sono passate da 9 a 14 mila con un incremento del 55,5% e con un conseguente aumento del patrimonio di cellule staminali del sangue che, usate soprattutto negli adulti, nel solo 2009 hanno permesso 112 trapianti. Questo il punto della situazione che il Gruppo Italiano Trapianti di Midollo Osseo (Gitmo) ha fatto alla vigilia IV congresso, che si terra’ a Bologna dal 6 all’8 maggio.

I trapianti di cellule staminali emopoietiche consentono al 60% dei soggetti colpiti da malattie gravi di guarire nell’arco di 5 anni, se trapiantate nelle fasi iniziali della malattia. Oltre che per le leucemie acute e le immunodeficienze congenite, i trapianti sono indicati anche per altre malattie come il mieloma multiplo, i linfomi o l’anemia mediterranea, e l’elenco completo e’ consultabile sul sito www.gitmo.net.
Il Gitmo fa inoltre sapere che ogni anno aumenta il numero di persone che hanno bisogno di un trapianto, ma la stragrande maggioranza non ha un fratello compatibile. Le staminali emopoietiche di cui si ha bisogno provengono per il 90 per cento da un donatore adulto che le prende dal proprio sangue periferico o dal midollo osseo, e per il 10 per cento circa dal sangue cordonale usato come fonte di staminali piu’ negli adulti che nei bambini, grazie alla selezione di cordoni con specifiche caratteristiche, al miglioramento delle tecniche di conservazione e all’efficienza dei registri che le mettono a disposizione. Per diventare donatori e iscriversi all’apposito registro italiano (Ibmdr) basta avere tra i 18 e i 40 anni, godere di buona salute ed eseguire un prelievo di sangue che verra’ poi identificato e inserito nell’archivio nazionale.
Il donatore sarà richiamato solo se le sue staminali sono compatibili per un paziente, una eventualità che si verifica in un caso su diecimila.

Carlo Di Stanislao

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