Nell’Ateneo Aquilano abolite le indennità di carica

L’Università dell’Aquila si segnala nel panorama universitario nazionale tra i primi Atenei ad abolire completamente le indennità di carica previste per legge. Alla luce della situazione di estrema difficoltà finanziaria in cui versa tutto il sistema universitario nazionale, il rettore dell’Università dell’Aquila prof. Ferdinando di Orio ha infatti proposto agli organi accademici di approvare una […]

L’Università dell’Aquila si segnala nel panorama universitario nazionale tra i primi Atenei ad abolire completamente le indennità di carica previste per legge.
Alla luce della situazione di estrema difficoltà finanziaria in cui versa tutto il sistema universitario nazionale, il rettore dell’Università dell’Aquila prof. Ferdinando di Orio ha infatti proposto agli organi accademici di approvare una delibera riguardante l’abolizione delle indennità di carica previste per legge. 
La delibera è stata approvata nelle ultime adunanze di Senato Accademico e Consiglio di Amministrazione e riguarderà, a decorrere dall’1 agosto, le cariche di Rettore, Presidi, Direttori di Dipartimento, Consiglieri di Amministrazione, Membri del Nucleo di Valutazione e Prorettori.
“Si tratta di un’iniziativa – spiega il rettore Ferdinando di Orio- che assume anche un significato simbolico importante, in un momento nel quale l’Università è largamente sottofinanziata, come più volte denunciato da tutti i rettori delle Università italiane”.
“In mancanza di sostegno finanziario e di incentivi per il diritto allo studio e per l’attività di ricerca dei giovani ricercatori sia da parte del governo nazionale che di quello regionale, l’Ateneo aquilano ha voluto mandare un significativo segnale soprattutto agli studenti e ai giovani che intendono avviarsi all’attività di ricerca.
Le risorse così risparmiate saranno infatti destinate a finanziare iniziative per il diritto allo studio in favore degli studenti, per ulteriori borse di dottorato di ricerca e per l’attività di ricerca dei giovani ricercatori”.
“Un doveroso ringraziamento va agli Organi accademici per la sensibilità dimostrata nell’accogliere la mia proposta e anche a tutti i colleghi interessati dal provvedimento”.

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