‘L’Ambasciata dell’Aquila a Roma’, progetti strategici per il recupero del tessuto sociale del capoluogo abruzzese

Si è conclusa ieri a Roma, nella suggestiva cornice del Palazzo dell’Aranciera di San Sisto, la seconda edizione de “L’Ambasciata dell’Aquila a Roma”, la manifestazione organizzata dall’Associazione no profit ‘L’Aquila siamo noi’. Tre giorni di dibattiti, incontri e confronti dedicati all’economia, allo sport e al sociale con i rappresentanti politici del governo nazionale e delle […]

Si è conclusa ieri a Roma, nella suggestiva cornice del Palazzo dell’Aranciera di San Sisto, la seconda edizione de “L’Ambasciata dell’Aquila a Roma”, la manifestazione organizzata dall’Associazione no profit ‘L’Aquila siamo noi’. Tre giorni di dibattiti, incontri e confronti dedicati all’economia, allo sport e al sociale con i rappresentanti politici del governo nazionale e delle istituzioni locali per affrontare insieme il tema della ricostruzione post terremoto in Abruzzo. L’iniziativa, nata con lo scopo di individuare opportunità e concertare iniziative volte a risollevare il tessuto economico e sociale delle aree colpite dal sisma del 6 aprile 2009, è stata realizzata con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero della Gioventù, del Comune e della Provincia dell’Aquila, degli Enti Regione Abruzzo e Consiglio Regionale, della Provincia di Roma, della Regione Lazio, di Roma Capitale e della Rai.

“Questa iniziativa offre uno spunto di riflessione importante sul modo in cui i mass media possano e debbano intervenire nel trattare fatti molto gravi, come quello del terremoto all’Aquila del 6 aprile 2009, al fine di non creare morbosità ma contribuire a suscitare riflessioni che portino ad una crescita della nostra società” così l’Assessore alla Scuola di Roma Capitale, Laura Marsilio è intervenuta alla giornata conclusiva, incentrata sulla ricostruzione del tessuto sociale aquilano.

Voglio ricordare –  ha proseguito poi la Marsilio – la grande disponibilità dimostrata da Roma Capitale nei confronti della città ‘sorella’ dell’Aquila e dei comuni limitrofi gravemente colpiti dal sisma, tra cui la raccolta fondi promossa in occasione della Festa della Famiglia per realizzare una struttura aggregativa che eviti la dispersione sul territorio; il concerto di beneficienza per la realizzazione di un polo educativo e l’impegno dei nostri municipi affinchè i bambini aquilani potessero proseguire il loro percorso di crescita nei servizi socio-educativi romani”.

E proprio sulla mancanza di aree aggregative si inserisce il progetto della Casa della solidarietà di Sigilfredo Riga, Presidente ACLI Abruzzo (Associazioni cristiane lavoratori italiani), una struttura polivalente in grado di ospitare i diversi servizi che fanno capo alle Associazioni Cristiane dei lavoratori italiani, ma soprattutto uno spazio di socialità per gli abitanti dell’Aquila, un luogo di incontro per le famiglie, aperta e protesa al terzo settore per fare del sociale un associazionismo sano, fatto di idee e progettualità.

Continua invece la raccolta fondi per il progetto della Casa del Volontariato con cui Csvnet, Coordinamento dei centri di servizio per il volontariato, ha risposto alla sfida di ricostruzione del tessuto del volontariato aquilano. Per Roberto Museo, direttore di Csvnet, ‘la Casa del volontariato è soprattutto il luogo a disposizione del e  per il volontariato, al fine di proseguire in modo compiuto la sua funzione di moltiplicatore dell’azione pubblica per  la coesione sociale di un territorio oramai fortemente instabile e caratterizzato da variazioni veloci e repentine‘.

Adriano Perrotti, Consigliere Comunale dell’Aquila, ha invece spostato l’attenzione sulla questione disabili illustrando il progetto della Fondazione ‘Con noi e dopo’ che prevede la costruzione, in un’area di circa 850 mq, di 15 unità abitative autonome, destinate ad ospitare persone diversamente abili, non autosufficienti ed un assistente permanente per ogni persona.

“Il nostro obiettivo – ha dichiarato Perrotti – è quello di favorire le autonomie abitative, anche acquisendo stabili da utilizzare allo scopo con opportunità di aggregazione sociale attraverso spazi aperti alla collettività e quant’altro favorisca la piena integrazione sociale dei portatori di disagio, i quali diventano una risorsa per la comunità“.

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