Povertà minorile: Italia in fondo alla classifica dell’Unicef

Nonostante l’Italia sia tra i 15 Paesi europei più ricchi, il 15,9% dei bambini e degli adolescenti tra 0 e 17 anni vive in una condizione di povertà relativa. Lo rivela il rapporto Unicef ”Misurare la povertà tra bambini e adolescenti”. In questa classifica, l’Italia è agli ultimi posti: 29° su 35 Paesi. Anche considerando […]

Nonostante l’Italia sia tra i 15 Paesi europei più ricchi, il 15,9% dei bambini e degli adolescenti tra 0 e 17 anni vive in una condizione di povertà relativa. Lo rivela il rapporto Unicef ”Misurare la povertà tra bambini e adolescenti”. In questa classifica, l’Italia è agli ultimi posti: 29° su 35 Paesi. Anche considerando il poverty gap (divario tra la soglia di povertà e il reddito mediano di coloro che si trovano al di sotto di tale soglia), l’Italia è agli ultimi posti (32° su 35 paesi). Confrontando i tassi di povertà relativa tra i bambini e gli adolescenti prima delle imposte e dei trasferimenti (reddito di mercato) e dopo le imposte e i trasferimenti (reddito disponibile), la performance dell’Italia in termini di riduzione della povertà è fra le più deludenti (34a su 35 paesi). Infatti, il tasso di povertà infantile relativa senza l’intervento dei governi risulterebbe pari al 16,2%, quasi invariato rispetto all’effettivo tasso di povertà infantile relativa al netto delle imposte e dei trasferimenti (15,9%). Allo stesso modo, risulta interessante confrontare l’impegno dei governi nei confronti della protezione dell’infanzia e dell’adolescenza, attraverso l’analisi del livello delle risorse stanziate: l’Italia si colloca al 26° posto su 35 Paesi con meno dell’1,5% di Pil investito in trasferimenti in denaro, agevolazioni fiscali e servizi per minorenni e famiglie.

Deprivazione materiale.
 I dati mostrano che il 13,3% dei minori vive in una condizione di deprivazione materiale, intesa come l’inaccessibilità ad alcuni beni ritenuti “normali” nelle società economicamente avanzate come almeno un pasto al giorno contenente carne o pesce, libri e giochi adatti all’età del bambino, un posto tranquillo con spazio e luce a sufficienza per fare i compiti. L’Italia in questa classifica è al  20° posto su 29 Paesi. Il dato colpisce se confrontato ad esempio con Islanda, Svezia e Norvegia, che presentano percentuali inferiori al 2%.

Venendo più nello specifico alla percentuale di bambini (tra 1 e 16 anni) che non ha accesso ai seguenti beni e servizi o attività, perché le famiglie non possono permetterseli: il 2,5% dei bambini italiani non può permettersi frutta e verdure fresche ogni giorno (il 5,4% è la  media degli altri paesi); l’1,2% non può permettersi tre pasti al giorno (l’1,3% è la media degli altri Paesi); il 4,4% non può permettersi almeno un pasto al giorno a base di pollo, carne o pesce (il 5,5% è la media degli altri paesi); il 6,2% non può permettersi di comprarsi indumenti nuovi (il 7,6% è la media degli altri paesi); il 2,6% non può permettersi di comprarsi due paia di scarpe della misura giusta (il 4,7% è la media degli altri paesi); il 5% non ha una connessione ad internet (l’8% è la media degli altri paesi); il 6% non può permettersi di comprarsi libri adatti all’età e al livello di conoscenza (esclusi testi scolastici) (il 5,4% è la media degli altri paesi). E ancora, il 9,3% dei bambini italiani non ha a disposizione un posto tranquillo con spazio e luce a sufficienza per fare i compiti (il 5,4% è la media degli altri paesi); il 6,1% non ha l’opportunità di celebrare occasioni speciali, tipo compleanni, onomastici, eventi religiosi, (il 6,2% è la media degli altri paesi); il 6,7% non ha l’opportunità di invitare a casa gli amici per giocare e mangiare insieme (il 7,9% è la media degli altri paesi); il 6,1% non può permettersi di partecipare a gite ed eventi scolastici (il 6,8% è la  media degli altri Paesi); il 4% non può permettersi attrezzature per giocare all’aperto, come biciclette, pattini, ecc. (il 7,8% è la  media degli altri paesi); il 12,2% non può permettersi di frequentare attività ricreative regolari, come nuotare, suonare uno strumento musicale, partecipare ad organizzazioni giovanili, (l’11,6% è la  media degli altri paesi); il 4.6 % non può permettersi giochi in casa (il 5,9% è la media degli altri paesi).

Il rapporto presenta anche delle analisi che misurano il tasso di deprivazione materiale tra i bambini e gli adolescenti in alcuni gruppi considerati a rischio.  Tra i bambini che vivono in famiglie con un solo genitore il tasso tasso di deprivazione materiale è del 17,6%; tra quelli che vivono in famiglie con genitori con un basso livello di istruzione il tasso è del 27,9%; tra quelli che vivono in famiglie senza lavoro: il tasso è del 34,3%; tra quelli che vivono in famiglie migranti: il tasso è del 23,7%. 

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