L’Aquila: 128 assunzioni al Comune, la “torta” sarebbe stata già divisa! L’opposizione insorge

Le assunzioni ormai sono fuori controllo al Comune dell’Aquila da diversi anni a questa parte. Assunzioni che vengono fatte non in base alle professionalità e necessità, ma semplicemente per una forma di clientelismo che spinge sempre più la nostra città verso il tracollo finanziario, in barba a tutte quelle risorse rappresentate dai nostri giovani, costretti […]

Le assunzioni ormai sono fuori controllo al Comune dell’Aquila da diversi anni a questa parte. Assunzioni che vengono fatte non in base alle professionalità e necessità, ma semplicemente per una forma di clientelismo che spinge sempre più la nostra città verso il tracollo finanziario, in barba a tutte quelle risorse rappresentate dai nostri giovani, costretti ad emigrare fuori città. Previste 128 altre  assunzioni per la ricostruzione,  alcuni gruppi consiliari di opposizione in una conferenza stampa si sono così espressi: “Il Sindaco Cialente sospenda ogni forma di intesa con il Governo per la determinazione delle 128 assunzioni per il Comune dell’Aquila, previste dalla Legge Barca sulla ricostruzione della città dopo il terremoto del 6 aprile 2009. E’ quanto hanno chiesto quasi tutti i gruppi di opposizione nel Consiglio comunale nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta oggi. All’incontro con i giornalisti erano presenti i consiglieri Giorgio De Matteis, Vito Colonna, Emanuele Imprudente, Roberto Tinari (gruppo L’Aquila Città Aperta), Luigi D’Eramo (Prospettiva 2022), Daniele Ferella (Tutti per L’Aquila), Raffaele Daniele (Udc), Pierluigi Properzi (Domani L’Aquila), Vincenzo Vittorini (L’Aquila che vogliamo).
La normativa – diventata legge dello Stato dopo l’approvazione definitiva da parte del Senato, come emendamento alla conversione in legge del Decreto sulla crescita – prevede infatti che il Governo stipuli delle intese con gli Enti locali (che addirittura dovrebbero essere formalizzate domani), sulla base delle quali predisporre i bandi di concorso e definire le categorie e i profili delle unità da assumere. Il tutto, tenendo completamente all’oscuro il Consiglio comunale, che ha appreso solo dalla stampa di una riunione tesissima con il Sindaco, alcuni Assessori ed esponenti del Pd, nel corso della quale la “torta” di queste assunzioni sarebbe stata divisa. La cosa è francamente sconcertante. Il personale è essenziale per garantire un’adeguata e sollecita ricostruzione e la scelta viene fatta solo ed esclusivamente sulla base di criteri politici. Ciò è assolutamente intollerabile; il Consiglio comunale continua a essere tenuto al di fuori delle strategie e dei programmi della ricostruzione dell’Aquila, sotto qualsiasi punto di vista. La riedificazione della città post terremoto sembra essere un affare privato di qualche amministratore e di qualche partito; una situazione del genere non può essere ulteriormente sopportata.
Il Sindaco e l’Amministrazione attiva blocchino qualsiasi intesa e chiedano la convocazione urgente di una Conferenza dei Capigruppo o di un Consiglio comunale e portino una proposta sulla quale discutere. E’ indubbio che figure che hanno svolto un ruolo essenziale per l’emergenza e l’avvio della ricostruzione, quali i precari storici dell’ente, i precari vincitori di concorso a tempo determinato, i collaboratori impegnati nelle procedure connesse al sisma, i dipendenti di ruolo che aspirano a inquadramenti superiori dopo aver sostenuto anch’essi un concorso e così via, meritino una tutela particolare, per l’operato svolto con impegno e sacrificio, che non può essere dimenticato, soprattutto in questo momento. Del resto, tali procedure sono state ufficializzate o sono in corso di completamento in tutti gli altri territori italiani colpiti da disastri naturali. Qualora questo percorso non sia stato inserito nell’intesa, i gruppi di opposizione sono intenzionati a proporlo; proprio per questo i medesimi intendo discutere alla luce del sole sull’organizzazione della struttura e sulle assunzioni – e non nelle segrete stanze dei bottoni, come l’Amministrazione Cialente è abituata a fare – per formulare delle proposte che tutelino i lavoratori e soprattutto l’efficacia e l’efficienza amministrativa, che l’esperienza acquisita da numerose unità di personale del Comune in questi anni può certamente favorire.
Nella famosa riunione di cui hanno riferito organi di stampa sarebbero emersi dei contrasti forti sulla divisione dei posti; dirigenti, educatrici e chi più ne ha più ne metta. Sono figure essenziali per la ricostruzione? Si organizzano così, in un tavolo segreto e per di più litigioso, le idee basilari per il futuro dell’Aquila, di cui il personale comunale è un elemento fondamentale?
Quanto accaduto è la conferma più elementare dell’assoluta incapacità del Sindaco Cialente e della sua maggioranza di gestire la ricostruzione dell’Aquila. Si poteva e si può ancora tranquillamente allestire un programma per il personale e l’organizzazione generale dell’Ente in tempi utili, con la partecipazione di tutte le forze della società, senza dover aspettare che poi – come accaduto con la Legge Barca – sia il Governo a prendere le redini del discorso, vista la confusione che caratterizza le iniziative dell’amministrazione attiva.
Amministrazione che per mesi e mesi si è stracciata le vesti, si è prodigata in proteste eclatanti contro un commissario – il presidente della Regione Chiodi – e che oggi non apre bocca contro delle norme che portano alla creazione di più commissari dell’Aquila da ricostruire, sottraendo al Comune ogni possibilità di scelta e relegandolo al ruolo di comprimario propositore nell’ambito della ricostruzione”.

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