Ferragosto AD 2012 in onore di Maria Santissima Assunta in Cielo

“L’Immacolata, Regina del Cielo, deve essere riconosciuta, e al più presto, quale Regina di tutti gli uomini e di ogni singola anima in ambedue gli emisferi della terra. Da questo, osiamo affermare, dipende la pace e la felicità delle singole persone, delle famiglie, delle nazioni, dell’umanità”(San Massimiliano M. Kolbe). È Ferragosto AD 2012, è la […]

“L’Immacolata, Regina del Cielo, deve essere riconosciuta, e al più presto, quale Regina di tutti gli uomini e di ogni singola anima in ambedue gli emisferi della terra. Da questo, osiamo affermare, dipende la pace e la felicità delle singole persone, delle famiglie, delle nazioni, dell’umanità”(San Massimiliano M. Kolbe). È Ferragosto AD 2012, è la solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria al Cielo. È la festa della Madre di Dio, Assunta al Cielo in anima e corpo. È la festa di mezza estate, tra il religioso (di precetto) e il civile, che ci permette di “immaginare” le realtà invisibili del Paradiso e della nostra fede, oserei dire, quasi fossero istituzionalizzate sulla Terra. Credenti e non, insieme, riflettono e ravvivano la loro umanità assopita dagli affanni della vita quotidiana vissuta tutto l’anno di corsa e spesso priva di punti di riferimento e di orientamento in un mondo sempre più globalizzato, informatizzato, povero e infelice. La Madre di Dio ci indica, nel suo giorno, il cammino verso il Cielo, cioè la strada da seguire e il destino che ci attende. Strada e destino che in Lei sono pienamente realizzati da quasi duemila anni terrestri. E che noi dobbiamo faticosamente conquistare, qui e ora, aiutandoci a vicenda per (far) vivere bene il presente che scorre via veloce. Maria Santissima abbatte lo “spread” tra il Cielo e la Terra. La Madre di Gesù ci chiama in Paradiso. Legata alla tradizione popolare delle feste patronali, diffuse su tutto il territorio nazionale italiano, la festa dell’Assunzione di Maria Santissima è la solennità mariana, liturgica, cattolica ed ortodossa, da non confondere però con la Dormizione di Maria. L’Assunzione di Maria è festeggiata da 62 anni nel calendario cattolico il 15 Agosto e nella stessa data la Chiesa ortodossa e la Chiesa apostolica armena celebrano la festa della Dormizione di Maria. Laicamente il 15 Agosto (mese dedicato dagli antichi Romani al grande imperatore Augusto) coincide con il culmine delle ferie per milioni di lavoratori italiani che, in piena crisi economico-finanziaria globale (la più grave dal 1945), avrebbero preferito il meno costoso mese di Luglio. Si rinnova il 15 Agosto di ogni anno in tutto il mondo cristiano-cattolico il tradizionale appuntamento. Per i tantissimi fedeli, una giornata assolutamente da valorizzare. Sono 24 ore “speciali” nelle quali il credente chiede a Dio onnipotente ed eterno che ha assunto alla gloria celeste, in corpo ed anima, l’Immacolata Vergine Maria, Madre del Suo Figliolo, di concederci di essere sempre protesi verso le cose celesti, onde meritare di essere partecipi della sua gloria. Le celebrazioni religiose in Abruzzo si dipanano dai santuari medievali della Val Vomano, della Val Tordino, della Val Fino e della Val Vibrata, da Santa Maria di Ronzano a San Giovanni ad Insulam, da Santa Maria di Propezzano, a San Clemente Vomano, al Santuario della Madonna delle Grazie di Teramo, al Santuario della Madonna dello Splendore a Giulianova, alle numerose chiese dedicate al culto della Santissima Vergine Maria sparse sul territorio abruzzese. Dove si eleva l’inno di gioia, ringraziamento e partecipazione di migliaia di fedeli cristiani e cattolici, alla Santissima Madre di Dio, suprema Protettrice di questa nostra povera Terra. Tutti i devoti della Madonna lo sanno benissimo. Che senso avrebbe altrimenti la grande processione in mare della Madonna del Porto (Protettrice di tutti i marinai) a Giulianova Lido, con decine di imbarcazioni e migliaia di partecipanti? È solo folclore, è solo cultura, è solo partecipazione di massa, è solo sociologia, è solo antropologia? No, è un’espressione della devozione ad una Persona realmente presente tra di noi, la Vergine Santissima! Non per nulla la Chiesa da sempre celebra nel giorno del Ferragosto l’Assunzione della Madonna in Cielo. La liturgia cattolica dell’Assunzione di Maria Santissima propone, durante la Messa, la prima lettura tratta dal Libro dell’Apocalisse di San Giovanni apostolo (11,19a;12,1-6a.10ab); la seconda lettura tratta dalla Prima Lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi (15,20-27a) e il brano evangelico di Luca (1,39-56). La “donna vestita di sole” è figura dell’Immacolata, assunta in Cielo. La Vergine Maria è rivestita della luce di Cristo, Sole di Giustizia e Verità. Con le dodici stelle sul capo, che indicano le Sue eccelse virtù, Maria ha ricevuto la grazia sublime di salire al Cielo tutta bella e pura, in anima e corpo. Privilegio assoluto concesso soltanto a Lei, la più umile terrestre, dopo la Risurrezione del Figlio. Maria è Colei che ha generato Gesù Cristo, Capo del Corpo Mistico, e sul Calvario, con dolori terribili, le membra del Redentore e della Chiesa. Il drago rosso è satana che, in servizio permanente effettivo nella storia dell’umanità, vorrebbe ostacolare l’opera della Redenzione, ma viene sconfitto da Gesù. Cristo, risorto ed asceso al Cielo, libera l’uomo dal potere del diavolo infernale e, nella Nuova Alleanza, con l’Eucarestia riapre ai terrestri le porte del Paradiso. Tutto ebbe inizio con il peccato di Adamo contro Dio. In quanto progenitore dell’umanità, Adamo ha trasmesso il peccato originale e le sue devastanti conseguenze (malattie, vizi e morte) a tutti gli uomini nel corso dei millenni. Gesù Cristo, con la sua gloriosa Risurrezione, ha distrutto la morte ed ottenuto dal Padre la risurrezione futura di tutti i redenti, membra del Suo Corpo Mistico. Con la seconda venuta di Cristo sulla Terra, nella Gloria, alla fine dei tempi, si inaugurerà il Regno eterno di Dio e della Sua Santa Chiesa, in quanto tutte le potenze del male saranno definitivamente sconfitte. Nella solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, il Vangelo propone l’episodio della Visitazione. Il Cantico del Magnificat celebra l’umiltà profonda della Vergine. In questo Inno di lode a Dio, la Madonna mette a confronto la sua piccolezza con le “grandi cose” che l’Onnipotente ha compiuto nella sua anima, rendendola Immacolata, cioè Piena di grazia, e concedendole il singolare privilegio dell’Assunzione al Cielo in anima e corpo. L’Assunzione l’ha resa ancora più potente nell’intercedere tra Dio e gli uomini, e le ha meritato il titolo di Regina dell’Universo, insieme al Figlio Gesù, Re dell’Universo. Maria è trionfatrice e Corredentrice con Cristo in quanto anche lei ha distrutto la morte, schiacciando la testa del serpente. Il Vangelo di Luca non è presentato dalla Chiesa come prova del fatto storico dell’Assunzione di Maria in Cielo, ma solo come un passo ricco di considerazioni sull’altissima dignità della Madre di Dio. Dignità che è il fondamento della sua anticipata e specialissima glorificazione. Al tempo di Gesù, e già da secoli, negli ambienti devoti del giudaismo era in vigore un metodo di riflessione teologica sulla Scrittura, che contemplava i fatti più recenti della storia della salvezza, alla luce dei fatti antichi, la cui interpretazione religiosa era assicurata dai profeti e dal carattere ispirato delle Scritture. Così fecero i primi cristiani per i fatti riguardanti Gesù. È quello che viene fatto per scoprire chi era Maria nella mentalità contemplativa dei giudeo-cristiani e del cristianesimo primitivo. Per scoprire la Verità bisogna capire, infatti, tutte le allusioni contenute nel modo di narrare i fatti nuovi, visti e meditati alla luce degli antichi. Per studiare Maria Santissima occorrerebbero milioni di volumi di teologia. Ma qui giova solo notare che il racconto della Visitazione è strutturato con elementi richiamati dal secondo Libro di Samuele (6,2-11), cioè dal racconto del trasporto dell’Arca dell’alleanza a Gerusalemme, da pare di Davide. In entrambi i casi il viaggio si svolge in Giudea e dà luogo alle stesse manifestazioni: alla gioia del popolo di Gerusalemme fa riscontro la gioia di Elisabetta, madre di Giovanni Battista. Ai balzi di Davide corrisponde il balzo del piccolo Giovanni nel materno di Elisabetta. Vi è l’assimilazione tra la potenza dell’Altissimo che adombra Maria Santissima al momento dell’Annunciazione e la nube che adombrava l’Arca dell’alleanza come segno della presenza di Dio venuto sulla Terra ad abitare in mezzo al suo popolo eletto. Non solo. L’idea direttrice dei primi due capitoli di Luca è che Gesù è il Signore che sale verso il suo tempio. Maria che lo porta, è presentata come la nuova Arca dell’alleanza e l’episodio della Visitazione è una tappa del viaggio ascendente. Come l’Arca fu introdotta nella casa del pio israelita, così Maria entra nella casa di Zaccaria. In entrambe le case la presenza dell’Arca e di Maria sono fonte di Benedizione. Non è un caso. Non è una coincidenza. È la prova della presenza di Dio sulla Terra fin dalla Creazione. “Come può essere che l’Arca del Signore venga a me?” – dice Davide (2 Sam. 6,9). Domanda che coincide precisamente con le parole di Santa Elisabetta:“A che debbo che la madre del mio Signore venga a me”. Luca suggerisce l’identificazione filologica di Maria e dell’Arca, ma il fatto che Maria restò nella casa di Elisabetta circa tre mesi, assicura l’obiettività storica dell’evangelista. Luca, nel procedimento simbolico messo in opera, non illustra dei simboli o delle formule, bensì cristallizza sul vivo (nell’avverbio “circa”) il suo rispetto per i dati storici. Certamente Luca arrotonda la cifra per sottolineare l’importanza dell’evento (e la sua coincidenza) scrupolosamente registrato. Luca non inventa, ma stilizza. Il vangelo della Visitazione è stato applicato alla festa dell’Assunta per richiamare alla memoria di tutti il grande “disegno” divino nel quale siamo immersi. L’Arca dell’alleanza, che conteneva la Parola di Dio espressa nel Decalogo consegnato a Mosè, era formata di legno incorruttibile, ricoperto d’oro, e sul coperchio d’oro puro il “propiziatorio”, sormontato dai cherubini, risiedeva, invisibile, la maestà di Dio. Il grande regista Stephen Spielberg ha provato a filmarla nel primo kolossal dedicato a Indiana Jones. Così Dio, che siede sui cherubini, custodiva la sua stessa Parola. L’Arca era il santuario portatile multimediale, che accompagnò Israele dalle origini alla costruzione del tempio, dove venne infine collocato. Questo oggetto santissimo e potentissimo non poteva essere toccato da mani profane ed era diffusa la convinzione tra gli antichi ebrei che, sfuggito alla distruzione del tempio, rimanesse intatto in luogo nascosto. Chissà, forse teletrasportata istantaneamente. Molti la stanno cercando da secoli. Altri sono convinti di averla trovata. Pochi credono di custodirla. Ma, in modo ben più reale ed efficace, Maria Santissima è ancora più santa e potente in quanto corredentrice e portatrice della Parola di Dio tra gli uomini. Una Parola non più cristallizzata in pergamene e rotoli di papiro. Ma una Parola creatrice e salvatrice che si rivelerà fonte di inesauribili grazie nei secoli. Come l’Arca, Maria, nuovo “propiziatorio”, fu preservata dalla corruzione. Quella carne sempre pura, che non fu sfiorata dal peccato originale adamitico, non doveva essere disfatta nella tomba. Quella carne, da cui era fiorita la carne del Dio incarnato, non doveva avere una sorte diversa dal quella di Gesù che, essendo suo Figlio, divenne il primo dei risorti. Come l’Arca era il segno visibile della presenza di Dio che guidava il Suo popolo peregrinante nel deserto e lo proteggeva efficacemente, così Maria Santissima, esaltata nella gloria, indica agli uomini la via da percorrere per essere al sicuro dai pericoli dell’anima e del corpo (satana tenta secondo e contro natura): una via fatta di umiltà, di abbandono a Dio, di accettazione incondizionata della Sua Parola e della Sua Volontà. Quanto ci unisce al popolo ebraico dell’antica alleanza! Il Magnificat assume nella Chiesa di Cristo una profondità nuova. Questo cantico ci descrive i sentimenti di Madre di Dio, che recitiamo nella preghiera dell’Ave Maria. In occasione della Festa dell’Assunta, negli scritti di San Massimiliano Kolbe c’è un brano bellissimo, a tratti struggente, col quale il santo vuole rassicurare l’umanità sull’amore che ci porta la Madonna. Scrive San Massimiliano Kolbe:«Carissimi Figli, nelle difficoltà, nelle tenebre, nelle debolezze, negli scoraggiamenti ricordiamoci che i paradiso…il paradiso…si sta avvicinando. Ogni giorno che passa è un intero giorno in meno di attesa. Coraggio, dunque! Ella ci attende di là per stringerci al Cuore. Inoltre, non date retta al diavolo, qualora volesse farvi credere che il paradiso esiste, ma non per voi, perché, anche se aveste commesso tutti i peccati possibili, un solo atto di amore perfetto lava tutto al punto tale che non ci rimane neppure un’ombra. Carissimi Figli, come desidererei dirvi, ripetervi quanto è buona l’Immacolata, per poter allontanare per sempre dai vostri piccoli cuori la tristezza, l’abbattimento interiore o lo scoraggiamento. La sola invocazione “Maria”, magari con l’anima immersa nelle tenebre, nelle aridità e perfino nella disgrazia del peccato, quale eco produce nel Suo Cuore che tanto ci ama! E quanto più l’anima è infelice, sprofondata nelle colpe, tanto più questo Rifugio di noi poveri peccatori la circonda di sollecita protezione. Ma non affliggetevi mai se non sentite tale amore. Se volete amare, questo è già un segno sicuro che state amando; ma si tratta solo di un amore che procede dalla volontà. Anche il sentimento esteriore è frutto della grazia, ma non sempre esso segue immediatamente la volontà. Vi potrà capitare, miei Cari, un pensiero, quasi una mesta nostalgia, una supplica, un lamento…:“Chissà se l’Immacolata mi ama ancora?”. Figli amatissimi! Lo dico a tutti insieme e a ciascuno in particolare nel Suo nome, notate bene, nel Suo nome: Ella ama ciascuno di voi, vi ama assai e in ogni momento senza alcuna eccezione. Questo, carissimi Figli, ve lo ripeto nel Suo Nome» (Hong Kong, 13 IV 1933). Le prime indicazioni sull’Assunzione di Maria risalgono al periodo compreso tra la fine del Secolo Quarto e la fine del Quinto. Santo Efrem il Siro sostiene che il corpo di Maria non ha subito corruzione dopo la morte. Nel IV Secolo, Timoteo di Gerusalemme scrive che la Vergine è rimasta immortale perché il Cristo l’ha trasferita nei luoghi della sua ascensione. Sant’Epifanio sostiene che la fine terrena di Maria fu piena di prodigio e che quasi certamente la Vergine possedeva già con la carne il Regno dei cieli. Il dogma cattolico è stato proclamato dal papa Pio XII il 1º novembre 1950, anno santo, attraverso la costituzione apostolica Munificentissimus Deus, Dio generosissimo:“Pertanto, dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la luce dello Spirito di Verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha riversato in Maria vergine la sua speciale benevolenza a onore del suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della sua augusta Madre e a gioia ed esultanza di tutta la chiesa, per l’autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l’immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo. Perciò, se alcuno, che Dio non voglia, osasse negare o porre in dubbio volontariamente ciò che da Noi è stato definito, sappia che è venuto meno alla fede divina e cattolica”. Per la Chiesa, l’Assunzione di Maria è un’anticipazione della resurrezione della carne, che per tutti gli altri uomini avverrà soltanto alla fine dei tempi, con il Giudizio personale e universale. Questo è il cuore della Fede. I cristiani ortodossi ed armeni celebrano la Dormizione (dormitio) di Maria che sarebbe stata assunta in cielo dopo la morte. Tuttavia, né la Dormizione né l’Assunzione sono un dogma presso gli ortodossi o gli armeni. Semplificando al massimo (i teologi mi perdonino!) la differenza principale tra la Dormizione e l’Assunzione è che la seconda non implica necessariamente la morte. Ma, a rigor di logica, neppure la esclude. La Chiesa anglicana nel 2005 ha dichiarato in un documento della Commissione Internazionale Cattolica Anglicana, di aver accettato l’Assunzione di Maria. Ma non in quanto dogma. Queste ricorrenze ci ricordano che la vita è un dono del Signore. Scrive San Giovanni Damasceno:“Era conveniente che colei che nel parto aveva conservato integra la sua verginità conservasse integro da corruzione il suo corpo dopo la morte. Era conveniente che colei che aveva portato nel seno il Creatore fatto bambino abitasse nella dimora divina. Era conveniente che la Sposa di Dio entrasse nella casa celeste. Era conveniente che colei che aveva visto il proprio figlio sulla Croce, ricevendo nel corpo il dolore che le era stato risparmiato nel parto, lo contemplasse seduto alla destra del Padre.
Era conveniente che la Madre di Dio possedesse ciò che le era dovuto a motivo di suo figlio e che fosse onorata da tutte le creature quale Madre e schiava di Dio”. La Madonna vive nel cuore di ogni sacerdote e religioso di Dio. Nella Chiesa di Cristo nessuna vocazione è santa ed autentica senza l’intercessione di Maria Santissima, senza cioè che Maria lo desideri apertamente. Ogni sacerdote e religioso di Dio è figlio di Maria. A Campli, in occasione della 41ma Sagra della Porchetta Italica (17-20 Agosto 2012), si onorano il cinquantesimo anno di apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II (11 ottobre 1962) e il sessantesimo anniversario di una vocazione particolare, quella del dotto sacerdote Don Antonio Mazzitti, con la  Mostra d’Arte Sacra Contemporanea “Creati per creare” allestita presso la Sala Museale dell’ex “Centro Marziale”. Aperta da sabato 23 giugno fino al 2 settembre 2012, la Mostra è curata da Giuseppe Bacci e Alessandra Morelli e realizzata dalla Fondazione Staurós Italiana Onlus, con il Patrocinio del Comune e Pro Loco di Campli, in cui sono esposte opere della Collezione del Museo Staurós d’Arte sacra contemporanea del Santuario di San Gabriele a Isola del Gran Sasso. Da anni la Fondazione Staurós Italiana Onlus promuove iniziative di dialogo con il mondo delle arti figurative, in particolare, le rassegne delle Biennali d’arte sacra ed il Museo Staurós (la cui Collezione annovera oltre mille opere), che raccoglie l’esperienza di un trentennio nel campo dell’alleanza auspicata dal Concilio Ecumenico Vaticano II tra Chiesa ed arte. Nell’Anno Domini 2012, le opere della Collezione Staurós escono dal proprio spazio espositivo del Museo Staurós, per emigrare al Palazzo Ex Centro Marziale, per diffondere i lavori di numerosi artisti nazionali ed internazionali, selezionati nel loro significativo richiamo al colloquio, auspicato dal Vaticano II, tra Chiesa contemporanea e mondo dell’arte, rispetto, soprattutto, a temi universalistici quali l’Amore di Dio Padre per tutti i suoi figli, l’esperienza universale del dolore e la speranza di una comune Rigenerazione. Scriveva Papa Paolo VI nella sua Lettera agli artisti: “Oggi come ieri, la Chiesa ha bisogno di voi e si volge verso di voi. Essa vi dice con la nostra voce: lasciate che non si rompa un’alleanza tra le più feconde! Non chiudete il nostro spirito al soffio dello Spirito Santo! Questo mondo in cui viviamo ha bisogno di bellezza per non oscurarsi nella disperazione. La bellezza, come la verità, è ciò che metta la gioia nel cuore degli uomini, è il frutto prezioso che resiste all’usura del tempo, che unisce le generazioni e le congiunge all’ammirazione. E ciò grazie alle vostra mani…”. La Mostra ospita opere di artisti quali: Paolo Annibali, Manlio Bacosi, Floriano Bodini, Aldo Borgonzoni, Remo Brindisi, Pedro Cano, Pietro Cascella, Tommaso Cascella, Angelo Casciello, Piero Casentini, Bruno Ceccobelli, Sandro Cherchi, Giuliano Collina, Claudio D’Angelo, Elio Di Blasio, Pasquale Di Fabio, Antonio Di Fabrizio, Stefano Di Stasio, Bruno Donzelli, Marcello Ercole, Angelo Fabbri, Stefania Fabrizi, Gigino Falconi, Luca Farina, Giuseppe Fiducia, Giannetto Fieschi, Giosetta Fioroni, Omar Galliani, Cesare Gaspari, Vito Antonio Genovese, Alessandra Giovannoni, Giuliano Giuliani, Corrado Grifa, Fabrizio Lavagna, Carlo Lorenzetti, Nino Luca, Enrico Manfrini, Franco Marrocco, Umberto Mastroianni, Steve McCurry, Marino Melarangelo, Francesco Messina, Marcello Mondazzi, Mario Nanni, Achille Pace, Mimmo Paladino, Nello Palloni, Luca Patella, Vito Pancella, Michele Peri, Italo Picini, Carlo Previtali, Pino Procopio, Oliviero Rainaldi, Ruggero Savinio, Jacopo Scassellati, Alberto Sughi, Oleg Supereco, Marco Tirelli, Tito, Ernesto Treccani, Francesco Trovato, Wladimiro Tulli, Barbara Tutino, Sergio Vacchi, Valentino Vago. Giustamente c’è anche il profano a Ferragosto, come vuole la tradizione, per ritemprare i rapporti familiari, sociali e istituzionali. I comunicati stampa abbondano su Internet. A voi la scelta. Feste, fiere, porchetta, birra di malto e leccornie varie fanno da cornice al Ferragosto aprutino insieme ai nostri fratelli Aquilani ospiti della costa Adriatica dopo il disastroso terremoto di L’Aquila del 6 aprile 2009 (Mw=6.3). Nonostante l’euromoneta abbia più che dimezzato l’effettivo potere d’acquisto degli Italiani (rispetto ai tempi della cara vecchia Lira: ricordate prima dell’Anno Domini 2002?), nonostante la Bandiera europea con le dodici stelle non abbia sventolato alle Olimpiadi di Londra AD 2012, come non partecipare? È allora l’occasione per conoscere i tesori del nostro territorio. Rinomata è la fiera annuale di Ferragosto in onore di Santa Maria di Ronzano, ai piedi del Gran Sasso teramano, lungo la valle del Vomano. Come ci ricorda Giovanni Lattanzi, qui “sorge una bella chiesa medievale collocata in posizione isolata su un crinale ai piedi di Castel Castagna; si tratta di Santa Maria di Ronzano, custode di uno dei più importanti cicli di pittura medievale abruzzesi. Il territorio della provincia teramana, come quello di gran parte dell’Abruzzo stesso, è solcato dalle valli scavate dai numerosi fiumi che dalle montagne scendono verso l’Adriatico. Il paesaggio è quindi caratterizzato da questi lunghi percorsi naturali, usati sin dall’epoca dei romani per costruirvi strade di comunicazione tra il mare e le aree interne. Ed è naturale che queste valli, essendo punti di grande transito, abbiano visto sorgere paesi e castelli lungo i loro versanti, così come chiese e monasteri. Una di esse è chiamata la Valle Siciliana e ospita ancora oggi ben quattro meraviglie dell’architettura sacra abruzzese tra le quali Santa Maria di Ronzano, che è anche custode di un capolavoro di pittura medievale”. A Silvi Marina ai festeggiamenti del Ferragosto in onore della Santa Maria Assunta, è sempre grande l’aspettativa di pubblico ogni anno. Il programma religioso comincia già dalla mattina del 15 Agosto quando alle ore 7 i fedeli si recano a Pescara dove dal porto canale partono le imbarcazioni per la classica processione in mare della statua della Madonna. Imbarcazioni e pescherecci sfilano fino a Silvi, zona antistante piazza dei Pini, e da qui la Madonna è accompagnata da piccoli battelli fino alla piazza dove si svolge la Santa Messa in suo onore. Questa festa ovunque ha un valore religioso ma anche civico: rappresenta un omaggio al mare, alle sue tradizioni, ai suoi caduti. Ferragosto anche a Castelli dove si ripete il tradizionale lancio del piatto e, a seguire, una prelibata “merenda”(stile Hobbit della Contea, per intenderci) oltre a tanta buona musica per concludere la giornata. Trascorrere il Ferragosto a Castelli può essere l’occasione per visitare la mostra-mercato dell’artigianato artistico castellano. È inoltre possibile ammirare la meravigliosa Chiesa di San Donato. Fu edificata al posto di una precedente cappella agreste, sorta verso la fine del XV secolo, che era stata adornata sul soffitto con mattoni maiolicati. I mattoni originali, rappresentanti figure femminili e maschili, animali e stemmi, sono oggi conservati nel Museo delle Ceramiche. La chiesa come si presenta oggi è stata ricostruita nei primi anni del 1600 e anch’essa adornata con mattoni maiolicati sul soffitto, dipinti secondo lo stile dell’epoca. Il soffitto di questa nuova chiesa, dipinto tra il 1615 e il 1617, è unico nel suo genere sia in Abruzzo che nel resto d’Italia. Sì, ma prima di tutto, a Ferragosto, festa dell’Assunta, ricordiamo il giubilo riconoscente di Maria, il suo sguardo attonito sull’incessante proclamazione di beatitudine, da parte di tutte le genti. Alla luce del mistero della sua Assunzione al Cielo, tutto diventa più chiaro. Possiamo capire quali sono le “grandi cose” che il Signore ha operato in Maria: siamo più fortunati dei primi cristiani! Nel vangelo sono soltanto un’intuizione profetica, ma nel contesto della festa dell’Assunzione, se pensiamo alla glorificazione di Maria ammantata di sole (come nelle storiche Apparizioni private e pubbliche riconosciute dalla Chiesa?), appaiono oggi in tutta l’immensa portata del loro compimento, cioè capaci di riempire altri milioni di volumi di teologia, sempre nell’umiltà. “Maria con il suo materno amore – afferma la Costituzione dogmatica Lumen Gentium (n.62) del Vaticano II – si prende cura dei fratelli del Figlio suo, ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni. Per questo è invocata dalla Chiesa con i titoli di avvocata, ausiliatrice, soccorritrice e mediatrice, senza nulla detrarre o aggiungere alla dignità e all’efficacia del mediatore unico, il Cristo”. Il 15 Agosto di ogni anno si celebra Maria Assunta in Cielo e ammantata di sole. È lei la nuova incorruttibile Arca dell’alleanza che porta e rende presente Dio nelle nostre vite. È in forza di Cristo, che Maria opera nel mondo. La sua vittoria sul peccato e sulla morte è totale. La vittoria di questa creatura “benedetta tra le donne” è presagio e anticipo sicuro della nostra stessa vittoria e della nostra stessa glorificazione. Maria ci chiama in Cielo.

Nicola Facciolini

PREGHIERA DI S. S. PIO XII A MARIA SANTISSIMA ASSUNTA

O Vergine Immacolata, Madre di Dio e Madre degli uomini!

Noi crediamo con tutto il fervore della nostra fede nella vostra assunzione trionfale in anima e corpo al cielo, ove siete acclamata Regina da tutti i cori degli Angeli e da tutte le schiere dei Santi;

e noi ad essi ci uniamo per lodare e benedire il Signore, che vi ha esaltata sopra tutte le altre pure creature, e per offrirvi l’anelito della nostra devozione e del nostro amore.

Noi sappiamo che il vostro sguardo, che maternamente accarezzava l’umanità umile e sofferente di Gesù in terra, si sazia in cielo alla vista della umanità gloriosa della Sapienza increata, e che la letizia dell’anima vostra nel contemplare faccia a faccia l’adorabile Trinità fa sussultare il vostro cuore di beatificante tenerezza;

e noi, poveri peccatori, noi a cui il corpo appesantisce il volo dell’anima, vi supplichiamo di purificare i nostri sensi, affinché apprendiamo fin da quaggiù a gustare Iddio, Iddio solo, nell’incanto delle creature.

Noi confidiamo che le vostre pupille misericordiose si abbassino sulle nostre miserie e sulle nostre angosce, sulle nostre lotte e sulle nostre debolezze; che le vostre labbra sorridano alle nostre gioie e alle nostre vittorie; che Voi sentiate la voce di Gesù dirvi di ognuno di noi, come già del suo discepolo amato: Ecco il tuo figlio;

e noi, che vi invochiamo nostra Madre, noi vi prendiamo, come Giovanni, per guida, forza e consolazione della nostra vita mortale.

Noi abbiamo la vivificante certezza che i vostri occhi, i quali hanno pianto sulla terra irrigata dal sangue di Gesù, si volgano ancora verso questo mondo in preda alle guerre, alle persecuzioni, alla oppressione dei giusti e dei deboli;

e noi, fra le tenebre di questa valle di lacrime, attendiamo dal vostro celeste lume e dalla vostra dolce pietà sollievo alle pene dei nostri cuori, alle prove della Chiesa e della nostra patria.

Noi crediamo infine che nella gloria, ove Voi regnate, vestita di sole e coronata di stelle, Voi siete, dopo Gesù, la gioia e la letizia di tutti gli Angeli e di tutti i Santi;

e noi, da questa terra, ove passiamo pellegrini, confortati dalla fede nella futura risurrezione, guardiamo verso di voi, nostra vita, nostra dolcezza, nostra speranza; attraeteci con la soavità della vostra voce, per mostrarci un giorno, dopo il nostro esilio, Gesù, frutto benedetto del vostro seno, o clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.

Pio Pp. XII

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