Casinò in crisi, tagli di costi e di stipendi per salvare i posti di lavoro.

La generale insicurezza economica e la perdita di clienti facoltosi a causa della concorrenza, pesano sui Casinò italiani che sono in crisi. Per esempio a Campione d’Italia il sindaco Maria Paola Mangili Piccaluga chiede che sia tolto il limite massimo di giocate di mille euro in contanti. Così facendo, sostiene, si attirerebbe clientela che ora preferisce […]

La generale insicurezza economica e la perdita di clienti facoltosi a causa della concorrenza, pesano sui Casinò italiani che sono in crisi. Per esempio a Campione d’Italia il sindaco Maria Paola Mangili Piccaluga chiede che sia tolto il limite massimo di giocate di mille euro in contanti. Così facendo, sostiene, si attirerebbe clientela che ora preferisce Mendrisio e Lugano a Campione proprio per questo vincolo.

Intanto i dipendenti del Casinò di Campione d’Italia pur di salvare i propri posti di lavoro sono disposti ad abbassarsi lo stipendio ponendo nello stesso tempo delle condizioni e cioè il taglio di tutte le spese superflue, e l’idea che se sacrifici si devono fare, è giusto che li facciano tutti. La proposta è al vaglio dell’amministratore delegato Carlo Pagan, che avrà tempo fino al 6 settembre per trovare una soluzione.

Di fatto la scure dei 210 esuberi sul totale di 563 lavoratori della casa da gioco fa paura, e pure la prospettiva di restare disoccupato a Campione spaventa.

La crisi del Casinò fa discutere anche la politica. Deputati comaschi si sono attivati a Roma affinché la casa da gioco venga tutelata.

Vi è inoltre grande preoccupazione poiché tolto il Casinò a Campione non ci sono molte altre alternative d’impiego.

Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, nell’esprime piena solidarietà ai lavoratori del settore, meglio sarebbe intervenire con i risparmi nella politica salariale, tagliando gli stipendi spropositati dei manager.

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