Conte condannato a 10 mesi, Sandulli: ‘gli è andata bene’

Niente sconto: il tecnico della Juventus, Antonio Conte, paghera’ con 10 mesi di squalifica il suo coinvolgimento nello scandalo del calcioscommesse. La Corte di Giustizia federale, infatti, ha respinto il ricorso presentato dai legali del bianconero, Antonio De Rensis e Giulia Bongiorno. Sono stati invece confermati i proscioglimenti di Pepe, Bonucci e Di Vaio, mentre […]

Niente sconto: il tecnico della Juventus, Antonio Conte, paghera’ con 10 mesi di squalifica il suo coinvolgimento nello scandalo del calcioscommesse. La Corte di Giustizia federale, infatti, ha respinto il ricorso presentato dai legali del bianconero, Antonio De Rensis e Giulia Bongiorno. Sono stati invece confermati i proscioglimenti di Pepe, Bonucci e Di Vaio, mentre e’ stato accolta il ricorso del Grosseto che resta in serie B. Il verdetto piu’ atteso, pero’, era quello di Conte che ottiene soltanto la cancellazione di una delle due incolpazioni per omessa denuncia: quella della famosa riunione tenuta dal tecnico nello spogliatoio prima di Novara-Siena.

” A Conte e’ andata bene”: ai microfoni di radio Capital, Piero Sandulli, uno dei giudici della Corte di giustizia federale, ha spiegato il motivo per cui la pena e’ rimasta uguale nonostante la sola l’incolpazione per AlbinoLeffe-Siena. ”A Conte e’ andata bene – le parole di Sandulli che ha scritto il dispositivo -, in uno dei due casi gli e’ stata data ragione. Nell’altro se fosse stato chiesto l’illecito sportivo, il rischio erano tre anni di stop”, ha svelato. ”Quella nei confronti di Novara-Siena non abbiamo ritenuto che fosse un’omessa denuncia – ha detto il giudice -, sembrava curioso che un allenatore esperto come Conte si vada a mettere nello spogliatoio a dire ‘questa la pareggiamo’. E’ poco logico”. In merito all’incolpazione per AlbinoLeffe-Siena, invece, ”piu’ che sull’omessa denuncia si poteva ipotizzare qualcosa di diverso”: l’illecito. ”Non so se sarebbe stato accolto, ma sarebbe stato piu’ coerente con il problema giuridico che si e’ posto”, ha motivato Sandulli.

La Juventus pero’ non ci sta e prepara il suo ricorso al Tnas. Ma l’ipotesi di una richiesta di sospensione della pena che si era profilata nel pomeriggio e’ impraticabile. ”Credo che sia opportuno che si attenda la lettura della sentenza e la sospensione non avrebbe una sua logica perche’ la pena sta gia’ decorrendo”, ha precisato Sandulli, questa volta a Radio Sportiva.

E’ andata meglio al vice di Conte, Angelo Alessio, a cui i giudici hanno concesso uno sconto di due mesi allo stop deciso dalla Disciplinare (passa da 8 a 6 mesi). Sorridono anche gli altri bianconeri Leonardo Bonucci e Simone Pepe che sono stati prosciolti anche in secondo grado cosi’ come il senese Nicola Belmonte, il granata Salvatore Masiello e l’Udinese, che rispondeva in aula della responsabilita’ oggettiva per l’ex Pepe.

L’altro sconfitto e’ proprio il Procuratore federale, Stefano Palazzi, che oltre a tutte le impugnazioni relative alla partita Udinese-Bari del maggio 2010, ha perso anche in merito alla partita Bologna-Bari: i giudici, infatti, hanno confermato l’assoluzione dell’ex capitano dei felsinei, Marco Di Vaio e la squalifica di sei mesi del difensore, Daniele Portanova. Sorride quindi il Bologna che paghera’ un’ammenda di 30mila euro evitando pero’ la penalizzazione di due punti in classifica che avrebbe rimediato nel caso l’incolpazione di Portanova fosse stata l’illecito sportivo e non l’omessa denuncia.

A festeggiare, pero’, sono soprattutto i tifosi del Grosseto che, nel processo d’appello, ha visto ribaltare la sentenza di primo grado che lo vedeva escluso dalla Serie B: il club maremmano rimarra’ nel campionato cadetto con ‘in sella’ il suo patron Piero Camilli, che si e’ visto annullare l’inibizione di cinque anni per la presunta combine di Ancona-Grosseto. ”E’ come vincere il campionato”, ha esultato il patron. Dovranno, invece, soffrire ancora sino al Tnas i supporter salentini: la Corte, infatti, ha confermato l’esclusione del Lecce dalla Serie B e l’inibizione di cinque anni dell’ex presidente Pierandrea Semeraro, colpevole, secondo i giudici, di aver comprato il derby Bari-Lecce del maggio 2011.

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