24 mld di dollari investiti nei produttori di bombe a grappolo

139 le istituzioni finanziarie che tutto il mondo continuano ad investire oltre 24 miliardi di dollari in società produttrici di munizioni a grappolo, questo evidenzia il rapporto lanciato oggi dal membro di Cluster Munition Coalition IKV Pax Christi (Paesi Bassi). Presentato oggi il rapporto “Worldwide Investments in Cluster Munitions: una responsabilità condivisa”, il quale fornisce […]

bombe139 le istituzioni finanziarie che tutto il mondo continuano ad investire oltre 24 miliardi di dollari in società produttrici di munizioni a grappolo, questo evidenzia il rapporto lanciato oggi dal membro di Cluster Munition Coalition IKV Pax Christi (Paesi Bassi).
Presentato oggi il rapporto “Worldwide Investments in Cluster Munitions: una responsabilità condivisa”, il quale fornisce i dettagli dell’entità degli investimenti da parte di banche, fondi pensione ed altre istituzioni finanziarie nei produttori in questo sistema d’arma.
Oggi gli attivisti della Cluster Munition Coalition hanno preso parte alla giornata di azione globale sul disinvestments che invita le istituzioni finanziarie di tutto il mondo a porre fine a tutti gli “investimenti esplosivi” a favore dei produttori e richiama i governi alla necessità di introdurre una legislazione nazionale per vietare gli investimenti in società che producono munizioni a grappolo e mine antipersona vietate da Convenzioni internazionali di messa al Bando, sottoscritte e ratificate anche dal nostro Paese.
L’Italia, nella sua legge di ratifica 95/2001 della Convenzione di Oslo per la messa al bando delle Cluster bombs, ha previsto nel suo articolo 7 delle sanzioni penali anche il supporto finanziario, la norma di legge già esiste. Per regolarne degli aspetti tecnici e di controllo e concertare anche con le istituzioni bancarie una presa di posizione chiara e condivisa, è stato avviato, su richiesta della società civile, un iter legislativo specifico procedendo alla presentazione di un progetto di legge ad hoc che, però, approvata in un ramo del Parlamento nella precedente legislatura non ha potuto completare l’iter a causa della caduta del Governo Monti. Ripresentata nella attuale Legislatura al Senato dalla Senatrice Silvana Amati ed alla Camera dall’Onorevole Federica Mogherini, rimane in attesa di esame e discussione.
“Chiediamo di avviare un iter veloce per la discussione ed approvazione di questo disegno di legge che tra i vari cambi di Governo già attende da ben 4 anni -dichiara Giuseppe Schiavello direttore della Campagna Italiana Contro le Mine- se questo non sarà possibile a breve avvieremo sulla base della norma esistente una segnalazione alla Procura della Repubblica perché valuti se alcune Istituzioni finanziarie non operino già in violazione di una legge dello Stato, nello specifico l’art. 7della legge 95 del 2011 -aggiunge Schiavello– E’ bene che si sappia, che tutti sappiano, che con alcuni dei nostri risparmi le banche attraverso diversi strumenti finanziari scelgono di sovvenzionare la produzione armi che mutilano donne, anziani, bambini e civili in genere. Non ci interessa con quale progetto di responsabilità sociale alcune di esse si illudano o vogliano illudere di compensare scelte terribili, è un dato di fatto che alcune atrocità non si compensano, non ci riescono e devono smettere di finanziare costruttori di armi bandite dal nostro Paese. Predicare bene e razzolare male è uno stile di responsabilità sociale che non appassiona nessuno, se non coloro che credono possibile ingannare i propri clienti simulando un buon comportamento grazie anche quelle ONG che plasmano i loro progetti sulle necessità di “lifting etico” del mondo bancario e finanziario” -conclude Schiavello.
“L’anomalia – interviene Santina Bianchini Presidente della Campagna Italiana Contro le Mine- è che aziende produttrici di un armi bandite in patria trovino finanziamenti da parte di istituzioni finanziarie nazionali in altre parti del mondo. Questi finanziamenti si collocano al di fuori della legge già approvata e se non si troverà la volontà di discuterne una più specifica a garanzia di alcune specificità agiremo di conseguenza. Invieremo una copia di questa pubblicazione ai parlamentari delle commissioni competenti- Conclude Bianchini.

Le munizioni a grappolo sono state recentemente utilizzate contro i civili in Siria. Queste armi hanno ucciso e ferito migliaia di persone per decenni, motivo per cui la maggior parte delle nazioni del mondo le ha bandite. La Siria è tra i Paesi aderenti alla Convenzione 2008 sulle munizioni a grappolo.
Il nuovo rapporto IKV Pax Christi evidenzia che le istituzioni finanziarie hanno investito in aziende produttrici munizioni a grappolo dal giugno 2010. La maggior parte di questi investimenti provengono da istituzioni finanziarie in Stati che non hanno ancora aderito alla Convenzione sulle munizioni a grappolo.
La ‘Hall of Shame” del rapporto comprende 22 istituzioni finanziarie di 6 paesi che fanno parte della Convenzione 2008 sulle munizioni a grappolo: Canada, Francia, Germania, Giappone, Svizzera e Regno Unito
Il numero di istituzioni finanziarie che investono in società produttrici di munizioni a grappolo rimane alto, la relazione indica inoltre che diverse istituzioni finanziarie e governi stanno predisponendo le politiche per garantire che il capitale per i produttori di bombe a grappolo non sia più disponibile. L aggiornamento 2012 del rapporto documenta che quattro nuovi stati hanno adottato una legislazione che vieta gli investimenti in munizioni a grappolo (Liechtenstein, Paesi Bassi, Samoa e Svizzera), portando il numero totale di paesi con un divieto di investimento a nove. Ventisette paesi hanno dichiarato che gli investimenti in munizioni a grappolo sono o possono essere visti come già vietati dalla Convenzione sulle munizioni a grappolo.
Gli attivisti segnano la giornata di azione globale per fermare gli investimenti esplosive in tutto il mondo, tra cui Belgio, Danimarca, Germania, Italia, Giappone, Lussemburgo, Paesi Bassi, Corea del Sud, Spagna, Svizzera e Regno Unito.

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