Generosità rapita

Mancano loro notizie da sei giorni e si teme siano state rapite da una banda di criminali comuni che potrebbero poi cederle a un gruppo più organizzato. Certo è che non si sa più nulla di Vanessa Marzullo, 21 anni di Brembate e Greta Ramelli, 20 anni di Gavira dalla notte fra il 31 luglio […]

Immagine (6)Mancano loro notizie da sei giorni e si teme siano state rapite da una banda di criminali comuni che potrebbero poi cederle a un gruppo più organizzato.
Certo è che non si sa più nulla di Vanessa Marzullo, 21 anni di Brembate e Greta Ramelli, 20 anni di Gavira dalla notte fra il 31 luglio ed il 1° agosto, quando, secondo le ricostruzioni, sono state caricate su un furgone da una decina di uomini armati che hanno fatto irruzione verso le 4 del mattino nell’appartamento in cui risiedevano, situato vicino a Idlib, nella zona di Aleppo, in Siria, dove erano arrivate con due guide appena tre giorni prima, per dare una mano, con generosa solidarietà.
Le due si erano conosciute durante alcuni convegni e manifestazioni di solidarietà per la Siria e avevano deciso di fondare una piccola Onlus: “Progetto Horryaty”, per portare medicinali e conforto alle migliaia di disperati di quella guerra “dimenticata”, perché a vent’anni si è totalmente idealisti ed azzardatamente ottimisti, tanto da rasentare l’imprudenza, come quella di trovarsi ad Aleppo senza avvisare nessun organismo ufficiale italiano.
La loro generosa missione era anche sostenuta dalla onlus la “Rosa di Damasco” ed in queste ore la presidente Silvia Moroni racconta: “Avevamo un appuntamento su Skype giovedì scorso, il 31 luglio, ma Greta e Vanessa non erano in linea. Dalla loro partenza, il 22 luglio, ci eravamo sentite tre volte, mi avevano confermato che il progetto nel quale erano impegnate andava avanti, tanto che avevano intenzione di restare ad Aleppo e mi consultavano proprio per l’invio di altri fondi”.
Ahmad Ramadan, rappresentante ad Aleppo della Coalizione nazionale siriana – il principale blocco dell’opposizione al regime di Bashar al-Assad – ha dichiarato ad Aki-Adnkronos International di stare indagando sul rapimento, mentre si dice impegnato a cercare notizie monsignor Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria.
Il rapimento di Vanessa Marzullo e Greta Ramelli allunga la lista degli italiani sequestrati nel mondo, che sale così a sei casi, l’ultimo quello d Marco Visalli, il tecnico italiano sequestrato solo un mese fa in Libia.
Tra le persone rapite in Siria anche padre Dell’Oglio, gesuita romano rapito da più di un anno e che per trenta anni, ha vissuto e lavorato nel suo paese d’adozione in nome del dialogo islamo-cristiano.
Da più di due anni, poi, non si hanno notizie del cooperante palermitano Giovanni Lo Porto, rapito in Pakistan il 19 gennaio del 2012, insieme a un collega tedesco, a Qasim Bela, nella provincia del Punjab, dove lavorava per la ong tedesca alla ricostruzione dell’area messa in ginocchio dalle inondazioni del 2011.
In Siria si combatte da oltre tre anni e nel solo mese di luglio il bilancio delle vittime è stato di oltre 5.000 morti tra i quali 1.067 civili, compresi 225 bambini.
Una guerra civile che è una carneficina senza alcuna copertura mediatica e che ha prodotto, dal 2011, 170.000 morti, più di quelli prodotti dalla guerra che per 15 anni, dal 1975 al 1990, sconvolse il Libano.
Una guerra più che mai complicata, che vede affrontarsi da un lato le forze lealiste fedeli al governo, appoggiate dalle milizie libanesi di Hezbollah, dalla’altro vari gruppi armati jihadisti, che spesso rivolgono le armi anche gli uni contro gli altri.
Secondo Adnkronos , una pioggia di mortai ha colpito Damasco nella serata del 6 agosto, tre, nel giro di un’ora, la nunziatura apostolica diretta da monsignor Zenari ha dichiarato: “Purtroppo qui siamo dimenticati, è un conflitto che sta per essere dimenticato anche perché qui non ci sono giornalisti sul terreno, è difficile arrivare per i giornalisti . Così si rischia una disgrazia nella disgrazia della guerra sanguinosa, una disgrazia dimenticata mentre il conflitto continua accanito e se ne parla sempre meno”.
Intanto a coloro i quali parlano di imprudenza nel caso di Vanesa e Greta, ricordiamo che la generosità è disarmata e non conosce misure e che l’altruismo non può essere limitato da alcuna paura, perchè esso, secondo gli psicologi, è un aspetto del comportamento pro-sociale che si riferisce a qualsiasi azione che avvantaggi altre persone, senza che il donatore dell’azione abbia alcun motivo o beneficio, senza l’obbligo di meriti o di premi.

Carlo Di Stanislao

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