Saldi, ecco il bilancio del primo giorno: sconto medio del 21,55%

Sono partiti oggi i saldi estivi. Ecco gli sconti medi effettivi praticati dai commercianti. Per la voce complessiva di “Abbigliamento e calzature”, lo sconto medio è del 21,55%, il record per gli quanto riguarda i saldi estivi che, hanno solitamente, un ribasso inferiore rispetto a quelli invernali. Il record storico è stato toccato nel gennaio […]

Sono partiti oggi i saldi estivi. Ecco gli sconti medi effettivi praticati dai commercianti. Per la voce complessiva di “Abbigliamento e calzature”, lo sconto medio è del 21,55%, il record per gli quanto riguarda i saldi estivi che, hanno solitamente, un ribasso inferiore rispetto a quelli invernali. Il record storico è stato toccato nel gennaio 2015, con il 23,5% di riduzione percentuale.  Lo sconto maggiore per questa estate spetta, comunque, agli “Indumenti”, una sottovoce della categoria “Abbigliamento”, che hanno un abbassamento del 22,82%. Il calo minore, come sempre, spetta agli accessori (voce Istat: Altri articoli d’abbigliamento e accessori per l’abbigliamento), con un -9,6%. Per le calzature il ribasso effettivo praticato è del 20,66%.

Dall’indagine dell’Unione nazionale consumatori, su elaborazione di dati Istat (indice Ipca), emerge in modo chiaro come durante la recessione gli sconti siano progressivamente saliti. I commercianti, insomma, sono stati indotti dalla crisi a ridurre sensibilmente i prezzi. Anche se non sono confrontabili i dati precedenti al gennaio 2011 (da qui i due grafici e le due tabelle), per via di modifiche nella metodologia dell’Istat nella rilevazione e nel calcolo degli indici dei prezzi dei prodotti stagionali, è, comunque, evidente la progressione costante dal 2006 al 2015. Ad esempio, per la voce “Abbigliamento e calzature” si passa  dal -9,1% del gennaio 2006 e -5,7% del luglio 2006, al -15,2% del gennaio 2010 e -12,3% del luglio 2010. Poi, con la nuova metodologia, si passa dal -19,1-21,1% di gennaio-luglio 2011 al -23,5-21,55% del gennaio-luglio 2015.

Dall’indagine emerge anche come gli sconti pubblicizzati (70%, 50%, minimo 30%) siano anche gonfiati. L’abitudine di aumentare il prezzo vecchio così da alzare la percentuale di sconto ed invogliare maggiormente all’acquisto è dura a morire. Il consiglio dell’UNC, quindi, è di guardare sempre al prezzo effettivo da pagare e di diffidare di riduzioni troppo elevate, superiori al 50%. Salvo nell’Alta moda, infatti, un commerciante non può avere ricarichi così alti. Con percentuali così alte, dovrebbe vendere sottocosto.(Dire)

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