Oceani più caldi, e i pesci tropicali più piccoli. La scoperta, di Philip Munday

Alcune specie di pesci tropicali, nel corso di due generazioni, potrebbero adattarsi alle maggiori temperature degli Oceani dovute ai cambiamenti climatici in atto, e per riuscirci però tendono a diventare più piccoli. La nuova scoperta, di Philip Munday con i suoi colleghi ricercatori della James Cook University di Townsville, in Australia, “aumenta la speranza che […]

Alcune specie di pesci tropicali, nel corso di due generazioni, potrebbero adattarsi alle maggiori temperature degli Oceani dovute ai cambiamenti climatici in atto, e per riuscirci però tendono a diventare più piccoli. La nuova scoperta, di Philip Munday con i suoi colleghi ricercatori della James Cook University di Townsville, in Australia, “aumenta la speranza che gli ecosistemi oceanici potrebbero resistere alle temperature del mare in aumento, e  portare ad adattamenti delle specie per aiutare anche gli acquacoltori”. Lo studio è pubblicato sul settimanale di divulgazione scientifica ‘New Scientist’.

Molte specie di pesci, infatti, soffrono le conseguenze estreme quando la temperatura dell’acqua aumenta di appena un paio di gradi. “La capacità del loro sistema circolatorio di trasportare l’ossigeno in tutto il corpo può ridursi della metà, nel senso che non possono nuotare, crescere o riprodursi nel modo più efficace. Ciò ha portato a preoccuparsi sul fatto che le popolazioni ittiche sarebbero costrette a spostare i loro habitat”, rilevano i ricercatori.

Munday e i suoi colleghi hanno dimostrato che “nel 2012  pesci tropicaliuna specie di pesci tropicali colpiti da acque più calde potrebbe adattarsi completamente all’aumento di 3 gradi di riscaldamento su due generazioni”.

La spiegazione si può trovare nell’attivazione-disattivazione di alcuni geni dopo due generazioni di acclimatazione. “Qualcuno ha aumentano l’uso dei geni coinvolti nel metabolismo energetico, alcuni quelli coinvolti nella risposta immunitaria e lo stress- spiega Munday- i cambiamenti epigenetici nel pesce sono passati e si sono rafforzati in ogni generazione”.

Non si tratta di “evoluzione- sottolineano i ricercatori- ma è possibile che questo tipo di plasticità fenotipica aiuti a guidare l’evoluzione. Questa adattabilità è una buona notizia per i pesci ed è probabile che accada in molte altre specie”. L’altro lato della medaglia però è che “vedremo compromessi con i tassi di crescita. Infatti- concludono i ricercatori- si è visto che i pesci che crescono in condizioni più calde tendono ad essere più piccoli”.

Serena Tropea-Dire 

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