600mila celiaci in Italia: 3 su 4 non sanno di esserlo

“Sono 150mila i celiaci in Italia, ma si crede che ce ne siano almeno altri 450mila, per un totale di 600mila tra diagnosticati e non diagnosticati. Questo è un grande problema: una persona su quattro non sa di esserlo. Numeri in aumento anche a causa della presenza in maniera massiccia di glutine nei prodotti industriali […]

“Sono 150mila i celiaci in Italia, ma si crede che ce ne siano almeno altri 450mila, per un totale di 600mila tra diagnosticati e non diagnosticati. Questo è un grande problema: una persona su quattro non sa di esserlo. Numeri in aumento anche a causa della presenza in maniera massiccia di glutine nei prodotti industriali che noi compriamo nei supermercati e nella grande distribuzione”.

A sottolinearlo lo chef della cucina gluten free Marcello Ferrarini durante  la settima serata di Capalbio Libri,il festival sul piacere di leggere in piazza ed in rete, ideato e diretto da Andrea Zagami, organizzato dalla società di comunicazione Zigzag in collaborazione con il Comune di Capalbio.

Nella serata di ieri la rassegna ha ospitato sul palco di Piazza Magenta due importanti autori per discutere di “food” sotto vari punti di vista: il professore Carlo Alberto Pratesi, autore de “Il cibo perfetto” – Edizioni Ambiente, e Marcello Ferrarini, chef celiaco specializzato nel gluten free, autore di “Tutta un’altra pasta” – Mondadori. La serata è stata moderata dalla giornalista de La Stampa Michela Tamburrino ed è stata arricchita dalle letture di alcuni brani dei due libri, interpretati da Lilli Adriana Franceschetti, e dalla conduzione di Ginevra Bersani.

Rigonfiamento, scarsa digestione, vomito, diarrea e arresto della crescita nei bambini sono i principali indicatori della celiachia – spiega Marcello Ferrarini – Ma ci sono anche tanti soggetti asintomatici, o per lo meno con sintomi poco chiari: in questi casi diventa più difficile la diagnosi. Bisogna fare attenzione a non rendere questa malattia una moda, perché qualora una persona fosse celiaca e mangiasse senza glutine, tale sensibilità non verrebbe mai diagnosticata”.

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