Charlie Hebdo, un anno fa l’attentato. E le vendite schizzano verso l’alto

Un anno fa nella redazione di un settimanale satirico parigino il fanatismo islamico colpiva al cuore dell’Europa libera e laica: prima rivendicato da Al-Qaeda nella Penisola arabica e poi dall’Isis – ma in quel momento ormai i due gruppi sono cosi’ vicini da non fare piu’ molta differenza – il gesto solleva un tale coro […]

Un anno fa nella redazione di un settimanale satirico parigino il fanatismo islamico colpiva al cuore dell’Europa libera e laica: prima rivendicato da Al-Qaeda nella Penisola arabica e poi dall’Isis – ma in quel momento ormai i due gruppi sono cosi’ vicini da non fare piu’ molta differenza – il gesto solleva un tale coro di indignazione e solidarieta’ verso i valori della liberta’ di stampa e di espressione minacciata dall’oscurantismo dei barbuti fondamentalisti, che le vendite del settimanale schizzano verso l’alto. Quello che – come lo definisce Radio France Internationale nell’editoriale di stamani – era un “monumento in pericolo”, dalle finanze in rosso e con una tiratura che non superava le 30 mila copie, riceve grazie proprio agli attentati un’impensabile boccata d’ossigeno.Sette milioni e mezzo di copie vendute il 14 gennaio, ossia nell’edizione successiva agli attentati, oltre 200mila abbonati in piu’, e un incasso di 4 milioni e trecentomila euro in poche settimane. Numeri mai visti e che segnano un record nella storia della stampa francese.
Un esito insperato per un giornale che forse era prossimo alla chiusura, e che aveva perso il suo ‘appeal’ sul pubblico: gli abitanti di rue Nicolas-Appart, che ospitava al numero 10 la sede dell’Hebdomadaire, non sapevano neanche della sua esistenza prima che il commando di jihadisti compisse la sua strage, come ha scoperto Le Monde intervistando i residenti.

Oggi la redazione si e’ spostata altrove, con un buon bottino di nuovi lettori e un ‘tesoretto’ che da gennaio scorso ha raggiunto quasi i 20milioni di euro, frutto delle donazioni spontanee di chi lo considera il “simbolo della liberta’ di espressione”: Radio France Internationale ha ricordato le numerose polemiche che questa cifra ha sollevato. Sebbene i responsabili della testata abbiano assicurato sin dall’inizio che questi soldi serviranno a sostenere i familiari delle vittime e altre attivita’ benefiche, la fondazione che e’ stata creata a tale scopo ad oggi non ha ancora raggiunto il suo scopo.
Il 7 gennaio del 2015 un commando di due uomini, i fratelli Kouachi, armati di kalashnikov, irrompono negli uffici di Charlie Hebdo e massacrano cinque dei suoi disegnatori: Charb, Cabu, Tignous, Wolinski e Honore’, tutte firme storiche del giornale. Assieme a loro, muoiono altre sette persone, tra cui due poliziotti. Nella ‘caccia all’uomo’ organizzata dalla polizia per braccare la cellula di terroristi, viene anche preso d’assalto due giorni dopo un supermercato, l’Hyper Cacher, da parte di Amedy Coulibaly: muoiono in otto. In totale si arriva a 20 vittime, tra cui i tre terroristi responsabili delle stragi.(Dire)

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