Legge anti-moschee anticostituzionale, anche i bambini lo sanno

Giustamente la Consulta ha dichiarato incostituzionale la legge della Regione Lombardia che, di fatto, rendeva illegali le moschee. Eppure non era così difficile capire che quella legge era non conforme all’articolo 8 della Costituzione: “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo […]

Giustamente la Consulta ha dichiarato incostituzionale la legge della Regione Lombardia che, di fatto, rendeva illegali le moschee. Eppure non era così difficile capire che quella legge era non conforme all’articolo 8 della Costituzione: “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico italiano” e all’articolo 19: “Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume”.
Evidentemente, dando per scontato che la Costituzione sia almeno teoricamente conosciuta da chi svolge mansioni istituzionali e facendo salve la capacità di comprensione di coloro i quali hanno proposto ed approvato la cosiddetta legge anti-moschee, le intenzioni erano senza dubbio di matrice discriminatoria nei confronti di chi professa una religione diversa da quella cattolica e in particolare dei fedeli dell’Islam. Eppure c’è chi, pur non conoscendola, è nella pratica più coerente con la Costituzione rispetto a tanti politici che si comportano come se non fosse mai stata scritta. Sto parlando di bambini.

Mio figlio frequenta la quarta elementare. Da alcuni mesi è arrivato nella sua classe un bambino proveniente dal Bangladesh, con le prevedibili difficoltà di apprendimento dovute alle molteplici diversità, non solo linguistiche, che deve affrontare. Ebbene è nata quasi subito una bella amicizia tra mio figlio e questo bambino: lo invita una volta a settimana a casa per studiare e giocare insieme, aiutandolo in questo modo a superare le sue difficoltà.
Non solo: ora mio figlio vuole stilare per il suo compagno di classe un elenco dei cibi italiani che non può mangiare perché la sua religione, quella islamica, non glielo permette.

Ovviamente questi bambini non sanno nemmeno che cosa sia la Costituzione, eppure non so immaginare cittadini più coerenti di loro con ciò che sancisce quella Carta.

Non basta conoscere la Costituzione. Bisogna viverla. Ogni giorno.
La vera rivoluzione non è domani. È ora.

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