Anonymus: le nostre proteste per la persecuzione al BDS

Gravi le minacce esplicite e pubbliche che pesano sulle attività nonviolente di attivisti ed hacker di tutto il mondo, il web è da anni un ring di lotta e quelle che erano le piazze si sono trasformate oggi in tastiere e cellule di gruppi sparsi nell’etere con un unico e semplice obiettivo, il sabotaggio di […]

Gravi le minacce esplicite e pubbliche che pesano sulle attività nonviolente di attivisti ed hacker di tutto il mondo, il web è da anni un ring di lotta e quelle che erano le piazze si sono trasformate oggi in tastiere e cellule di gruppi sparsi nell’etere con un unico e semplice obiettivo, il sabotaggio di attività dedite a ledere la libertà dei popoli mondiali. Il movimento del BDS per il boicottaggio, disinvestimento e sanzionamento di prodotti israeliani per la tutela del popolo palestinese con a capo Omar Barghouti per la lotta non violenta, in questi giorni si è trovato ad esporre pubblicamente con il sostegno di varie associazioni tra cui Amnesty International, forti perplessità sulla pericolosità della repressione che si sta verificando sulla Striscia di Gaza e in Cisgiordania a danno di giornalisti e attivisti. Abbiamo rintracciato e fatto alcune domande a un membro di Anonymus.

 Cosa accade in questi giorni all’interno dei gruppi di attivismo on line dopo le pesanti dichiarazioni del governo israeliano ?

Dichiaro personalmente e a nome di chi crede nella libertà che la lotta da oggi sarà ancora più intensa! Il Bds é un impegno mondiale per il rispetto dei diritti internazionali ed umani. Si cerca inutilmente di confondere antisionismo, antisemitismo e terrorismo di massa. Prepotentemente l’ assurda campagna mediatica che hanno creato volge a far intravedere negli ebrei di tutto il mondo dei complici nei loro crimini di guerra, quindi sostenitori di uno stato di apartheid. Il Bds vive per la tutela del dei diritti fondamentali del popolo palestinese sotto occupazione da decenni, ci presentiamo come movimento non violento e antirazzista che sopravvive nell’assoluto rigetto dell’ islamofobia e dell’ antisemitismo. In queste settimane minacce divulgate dal governo israeliano ledono la sicurezza e la libertà individuale, non solo in Israele e nei territori OPT come associazioni di HR, Breaking the Silence, al Haq, Btslem, gruppi di attivisti dell’ antinsediamento, l’imprigionamento della parlamentare Khalida Jarrar e di giornalisti non solo dei territori occupati. Bisogna fare attenzione, perché trattasi di un vero e proprio attacco alla  democrazia  come si è verificato recentemente in Francia e Gran Bretagna. Loro hanno da investire denaro e potere, mentre noi abbiamo insiti in noi la ragione ed i diritti internazionali in cui crediamo ciecamente.

Avete attaccato siti istituzionali contro l’assedio del popolo palestinese e come sostegno al Bds,  vi sono state ritorsioni?

Basti pensare cosa è accaduto in Francia durante alcune manifestazioni, dove dei giovani sono stati arrestati per avere indossato magliette del Bds a sostegno del popolo palestinese.

L’hackeraggio e l’attivismo web sono definite forme nonviolente di lotta, in alcuni casi parliamo di sabotaggio, i governi mondiali stanno cercando di colpirvi modificando le leggi, cosa pensi di questo?

Non tutti si occupano di sabotaggio, molti di noi ci mettono la faccia, l’ hackeraggio non è parte attiva del Bds, sono cellule autonome e distinte. Molti politici mondiali sostengono le campagne di boicottaggio e aderiscono a famose campagne Twitter. Fa comodo far passare sabotaggio e hacker come gruppi terroristici,  l’unica arma a loro consona è infangare per poter colpire.

Ricordo l’appoggio dichiarato pubblicamente ai media recentemente da parte di Amnesty International al Bds e agli attivisti per i diritti umani:

https://www.amnesty.org/en/documents/mde15/3824/2016/en/

 Qual’è stata l’azione più efficace che avete avviato in quest’ultimo anno?

Siamo impegnati giornalmente, esempi recenti avvicinabili a chiunque volesse impegnarsi sono: #AskNetanyahu, L’erba del vicino, le numerose petizioni contro le demolizioni illegali delle abitazioni civili palestinesi, twitterstorm, le persone possono attivarsi postando sui i giornali e media il proprio dissenso, scrivendo al popolo di intelletuali e coinvolgendo artisti da ogni parte del globo.

Quale sarà la vostra risposta?

Semplice, non intendiamo fermiarci.

Antonietta Chiodo – Pressenza

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