Api senza cibo? Ci pensano gli agricoltori di Coldiretti

“Se sparissero le api il mondo finirebbe in quattro anni” avrebbe detto il grande Albert Einstein. E ora i coltivatori, decisi a salvarle, si sono inventati il mais che salva le api. L’idea arriva dagli agricoltori (spesso invece accusati di metterle a rischio l’esistenza dei preziosi insetti) di Coldiretti Emilia-Romagna. Il progetto è stato presentato oggi in anteprima nazionale […]

“Se sparissero le api il mondo finirebbe in quattro anni” avrebbe detto il grande Albert Einstein. E ora i coltivatori, decisi a salvarle, si sono inventati il mais che salva le api. L’idea arriva dagli agricoltori (spesso invece accusati di metterle a rischio l’esistenza dei preziosi insetti) di Coldiretti Emilia-Romagna. Il progetto è stato presentato oggi in anteprima nazionale a San Lazzaro di Savena (Bologna), nella sede della Società Italiana sementi (Sis), la maggiore azienda sementiera nazionale, al 100 per cento italiana, controllata dai Consorzi Agrari. Ma cosa vuol dire mais salva-api? Significa chea tutti i coltivatori di mais verrà fornito, oltre al seme del mais, anche il seme di un’altra pianta da fiore– la Facelia- che è molto nutriente per le api e le aiuterà a trovare sostentamento in un periodo in cui i fiori sugli alberi  cominciano a scarseggiare e le api fanno fatica a sfamarsi.

“Il nostro progetto– spiega il presidente regionale di Coldiretti e presidente di Sis, Mauro Tonello– prevede di consegnare ai maiscoltori, insieme con il seme per 10 ettari di terreno, anche il seme per un ettaro di Facelia o di altra pianta mellifera”. Si tratta di “piante che fioriscono alla fine di maggio e ai primi di giugno  in un periodo in cui la fioritura degli alberi da frutto è terminata, per cui le api fanno fatica a trovare abbondanza di fiori e nutrimento“. A chi produce mais verrà dunque dato anche il seme di Facelia della varietà “Facita” e di crucifere del mix denominato “Campo Dorato”, costituito da senape bianca, bruna e rafano: tutte piante mellifere, cioè adatte a nutrire le api e a produrre miele.

In questo modo, gli agricoltori investiranno il 10% dei loro terreni per sostenere questo importantissimo insetto, fondamentale per la produzione agricola perché favorisce l’impollinazione e quindi la produzione di frutti. Per ogni 10 ettari di mais, uno verrà coltivato a Facelia. In questa prima fase il progetto riguarderà i produttori di mais aderenti a progetti di filiera di società del sistema dei Consorzi Agrari”. La Facelia – spiega Coldiretti Emilia Romagna – è una pianta annuale che può raggiungere un metro di altezza, con un fiore che produce polline e nettare di altissima qualità e che attrae le api. Il miele che viene prodotto dal polline di questi fiori risulta molto gradevole al palato. Sis sta anche studiando la produzione di seme di Facelia e di altre piante mellifere da utilizzare dopo la trebbiatura del grano, in modo che le api possano trovare nutrimento in abbondanza anche in estate avanzata, un fattore fondamentale per ridurre i rischi di attacchi di malattie che colpiscono le arnie. (Dire)

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