Al Colosseo arrivano i defibrillatori, è il primo sito archeologico in Italia

Il Colosseo punta sulla prevenzione e diventa esempio di primo soccorso. All’Anfiteatro Flavio arrivano infatti i defibrillatori, pronti a entrare in azione in caso di arresto cardiaco. Un’iniziativa, quella della cardio-protezione, nata grazie alla collaborazione tra la Soprintendenza speciale e la fondazione Giorgio Castelli onlus, che ha donato al monumento quattro dispositivi di ultima generazione, […]

Il Colosseo punta sulla prevenzione e diventa esempio di primo soccorso. All’Anfiteatro Flavio arrivano infatti i defibrillatori, pronti a entrare in azione in caso di arresto cardiaco. Un’iniziativa, quella della cardio-protezione, nata grazie alla collaborazione tra la Soprintendenza speciale e la fondazione Giorgio Castelli onlus, che ha donato al monumento quattro dispositivi di ultima generazione, offrendo corsi di addestramento a 46 persone, tra dipendenti della Soprintendenza e dei Servizi aggiuntivi. “Il Colosseo è il primo monumento archeologico in Italia, e forse nel mondo, a dotarsi di una apparecchiatura di questo tipo– ha detto il direttore Rossella Rea, presentando la novità nello spazio dell’arena- Tanti anni fa, circa una quindicina, un visitatore morì d’infarto. Una cosa che ci fece molta impressione. Per questo già da tempo avevamo l’idea di mettere un presidio interno, e quando è arrivata la proposta del dottor Castelli l’abbiamo subito accolta con molto entusiasmo”.

Del resto, per un sito che ospita 6,5 milioni di visitatori l’anno, con punte fino a 30 mila persone al giorno, la presenza di un kit salvavita e di persone pronte a intervenire rappresenta “una ulteriore possibilità di accoglienza e di prevenzione. Si tratta di un progetto pilota all’interno dell’amministrazione dei beni culturali- ha specificato infine Rea- un esempio che speriamo serva a fare da apripista”. I quattro defibrillatori sono posizionati nei punti più affollati del monumento: due al piano terra (uno nella galleria di accesso al pubblico e uno nel locale dei coordinatori del servizio), e due al primo piano (vicino alla libreria e nei pressi dell’ascensore). A usarli sarà direttamente il personale formato dalla fondazione, tra cui anche il direttore tecnico del Colosseo, Barbara Nazzaro, l’architetto che accompagnò Barack Obama a visitare l’Anfiteatro. “Il corso è stato molto utile- ha detto- anche se spero di non avere occasioni di dover usare il defibrillatore”.

Ospitati da teche climatizzate e dotate di controllo remoto per la segnalazione di eventuali guasti, i dispositivi sono semiautomatici: in caso di malore, basterà appoggiarli sul petto per segnalare la presenza di problemi al cuore. “L’arresto cardiaco colpisce in luoghi ad alta frequentazione- ha spiegato Vincenzo Castelli- e un rapido intervento di prima rianimazione con l’uso del defibrillatore può salvare fino al 30-40% dei soggetti colpiti“. E dopo il Colosseo, la collaborazione tra la Soprintendenza e la onlus proseguirà con l’intenzione di estendere il presidio anche al Palatino. “Abbiamo sposato questa iniziativa perchè il Colosseo è il luogo del mondo, quello forse più visitato in Italia da persone che vengono da tanti Paesi- ha detto il sorpintendente Francesco Prosperetti- L’iniziativa, costruita su spinta della fondazione Castelli, è mirata a fare fronte a situazioni di emergenza che statisticamente si producono in un luogo ad alta frequentazione. Dobbiamo essere preparati, e grazie a questa tecnologia avanzata siamo capaci di intervenire in maniera tempestiva”. A salutare l’arrivo dei presidi di cardio-protezione al Colosseo, il coro dell’associazione Arcadia che oggi si è esibito sull’arena dell’Anfiteatro. (Dire)

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