Commercio: a italiani piace fare spesa ma chiedono piu’ servizi

Il 29% degli italiani vorrebbe potere usufruire di servizi postali quando fa la spesa al supermercato ma non ne ha la possibilita’, il 27% di una farmacia, il 25% del benzinaio. Farmacie e stazioni di rifornimento sono disponibili in prossimita’ dei negozi della Grande distribuzione frequentati rispettivamente dal 52% e dal 42% degli intervistati. Ma […]

Il 29% degli italiani vorrebbe potere usufruire di servizi postali quando fa la spesa al supermercato ma non ne ha la possibilita’, il 27% di una farmacia, il 25% del benzinaio. Farmacie e stazioni di rifornimento sono disponibili in prossimita’ dei negozi della Grande distribuzione frequentati rispettivamente dal 52% e dal 42% degli intervistati. Ma sono molti i consumatori che vorrebbero poter fruire di questi servizi se fossero disponibili. I dati emergono dalla Global Survey di Nielsen Retail Growth Strategies eseguita su un campione di 30 mila individui distribuiti in 61 Paesi tra i quali l’Italia. Il 36% degli italiani beve il caffe’ quando fa la spesa, il 18% coglie l’occasione per mangiare qualcosa.

“L’ampliamento dello spettro di esigenze relativo ai servizi offerti – ha dichiarato Giovanni Fantasia, amministratore delegato di Nielsen Italia – e’ un fenomeno che va interpretato alla luce del cambiamento radicale che sta investendo il mondo della grande distribuzione in questi anni. Il processo di scelta del prodotto va allungandosi sia prima di entrare nel negozio che dopo. La richiesta di servizi aggiuntivi, come uffici postali, luoghi di ristorazione, stazioni di rifornimento si colloca dunque all’interno di un quadro competitivo piu’ ampio, che vede il momento dell’acquisto sempre piu’ costituito da una molteplicita’ di fattori. Questo e’ tanto piu’ vero in Italia, rispetto agli altri Paesi europei, visto che il consumatore considera l’andare a fare la spesa come un’opportunita’ di svago piuttosto che un obbligo da adempiere”. Infatti al 60% dei consumatori italiani fare la spesa piace, quota di gran lunga superiore a quella osservata in altri Paesi come Francia (42%) o Regno Unito (44%). Un ulteriore focus viene dedicato al comportamento degli italiani quando sono davanti allo scaffale.

Il 55% riserva particolare attenzione alle informazioni nutrizionali riportate sulle etichette dei prodotti, mentre ben il 65% ammette di ricercare prodotti con ingredienti salutari. La percentuale si posiziona ad un livello nettamente superiore se raffrontata con quella di Francia, Gran Bretagna, Germania e Spagna, dove il dato si colloca tra il 50 e il 53%. Sulla scelta del negozio, i fattori che influenzano variano in funzione del prodotto che si desidera acquistare. Se per panificati, latticini, carni, frutta e verdura la ricerca degli ingredienti naturali e’ importante nella scelta per il 20% del campione, la percentuale risulta del 15% per quanto riguarda frutta o verdura BIO. Nello stesso tempo, risulta elevato il livello di interesse verso nuovi prodotti: il 48% si orienta preferibilmente verso nuovi brand e il 39% intende essere “fra i primi” a testare le novita’, a fronte del 29% di Germania e al 33% di quanto avviene in Francia.

Se il prezzo e’ il driver fondamentale per il 48% di chi varca la soglia del supermercato, indipendentemente dalla superficie del punto vendita, sono il 55% coloro che dichiarano che la componente qualita’ debba essere declinata simultaneamente con quella del prezzo. D’altra parte anche la raggiungibilita’ del negozio si colloca tra le prime posizioni nelle motivazioni, parallelamente all’ampiezza della gamma dei prodotti offerti. La qualita’, intesa come elemento che puo’ indirizzare verso un determinato negozio al di la’ del prezzo, e’ indicata da ben il 52% dei consumatori quando devono acquistare prodotti freschi, mentre scende al 39% per cio’ che concerne i reparti delle carni.

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