La Bielorussia utilizza aziende di telecomunicazione per soffocare il dissenso

Le autorità bielorusse stanno usando reti telefoniche gestite da alcune delle più grandi aziende di telecomunicazione per soffocare la libertà di espressione e di dissenso. È quanto ha denunciato Amnesty International in un rapporto, pubblicato il 7 luglio, nel quale si documenta come la sorveglianza potenzialmente senza limiti, 24 ore su 24, e priva di […]

Le autorità bielorusse stanno usando reti telefoniche gestite da alcune delle più grandi aziende di telecomunicazione per soffocare la libertà di espressione e di dissenso.

È quanto ha denunciato Amnesty International in un rapporto, pubblicato il 7 luglio, nel quale
si documenta come la sorveglianza potenzialmente senza limiti, 24 ore su 24, e priva di controlli abbia un effetto debilitante sugli attivisti delle Ong e renda rischiose semplici azioni, come organizzare un incontro via telefono.

“In uno stato dove azioni come organizzare una protesta o criticare il presidente possono condurre all’arresto, anche la minaccia che le autorità ti stanno spiando può rendere il lavoro degli attivisti quasi impossibile”, ha detto Joshua Franco, ricercatore di Tecnologia e diritti umani di Amnesty International.

Le aziende di telefonia mobile, comprese quelle di proprietà di Telekom Austria Group e Turkcell, permettono che questo accada concedendo al governo accesso quasi illimitato alle comunicazioni e ai dati personali dei clienti. Lavorare in Bielorussia implica fornire alle autorità l’accesso a tutte le comunicazioni telefoniche ed internet dei loro utenti.

“Le compagnie che operano in Bielorussia devono lasciare che le autorità abbiano accesso alle informazioni che vogliono, quando vogliono. Quindi, se i servizi di sicurezza (Kgb) vuole spiare gli attivisti, non devono presentare un mandato né chiedere alle compagnie di fornirgli l’accesso”, ha detto aggiunto Franco.

“Le compagnie telefoniche hanno grandi responsabilità. La tecnologia di solito potenzia la libertà di espressione ma la diffusione della tecnologia delle comunicazioni in Bielorussia ha aumentato il rischio di repressione. È fondamentale che le aziende di telecomunicazione resistano all’abuso, oltraggiosamente intrusivo, della tecnologia delle comunicazioni ai fini di violare la privacy e la libertà di espressione”, ha commentato Franco.

“Il futuro della libertà online dipende dalla decisione delle aziende di telecomunicazione o di sfidare i governi che oltrepassano i limiti della privacy e libertà di espressione, o di aderire docilmente alle loro richieste per proteggere i loro margini di profitto”, ha sottolineato Franco.

La rigida sorveglianza di stato ha un effetto agghiacciante sull’attivismo

In Bielorussia, il Kgb e altri servizi di sicurezza hanno accesso remoto libero e illimitato sia alle comunicazioni in tempo reale sia ai dati memorizzati in cellulari e reti internet.

Il rapporto di Amnesty International si basa su interviste, realizzate tra agosto 2015 e maggio 2016, a più di 50 attivisti di diritti umani, giornalisti, avvocati, esponenti dell’opposizione politica, esperti in tecnologia ed altri, sia in Bielorussia che in esilio.

Ne emerge un quadro che dimostra come il timore della sorveglianza influenzi la privacy, la libertà di espressione, la libertà di pacifica riunione e la libertà di associazione.

Alcuni attivisti hanno raccontato ad Amnesty International come la totale segretezza intorno alla sorveglianza li induca a presumere di essere continuamente sotto sorveglianza.

Un giornalista indipendente, la cui identità è stata nascosta, ha detto: “La maggior parte della gente ha paura di parlare apertamente al telefono. È ormai parte della tua mentalità. Fin dall’inizio presumi di vivere nel timore, che tutto è male, che non puoi controllarlo o influenzarlo. Se io sto parlando al chiuso, o al telefono, o scrivendo mail, presumo che tutto arrivi al Kgb”.

Semplici azioni come raccogliere donazioni, fare chiamate telefoniche od organizzare incontri, diventano piene di rischi: gli attivisti temono che i loro dati personali o finanziari possano essere usati per perseguirli, discreditarli o ricattarli.

Gli attivisti hanno anche descritto ad Amnesty International come la polizia sembri essere informata degli orari e dei luoghi di incontri, manifestazioni e altre pubbliche attività prima che inizino, anche quando queste iniziative erano state discusse solamente nel corso di una chiamata telefonica.

“Per gli attivisti dei diritti umani in Bielorussia, la crittografia è l’ultima linea di difesa contro uno Stato repressivo ed il suo apparato di sorveglianza. I governi che vogliono indebolire la crittografia potenziare una sorveglianza più estesa dovrebbero tener conto delle potenziali conseguenze per i diritti umani”, Joshua Franco.

Le autorità bielorusse hanno libero accesso alle comunicazioni

La legge bielorussa obbliga le aziende a rendere le loro reti compatibili con un sistema tecnico, il Sorm (un acronimo che si traduce in “Sistema hardware per operazioni di ricerca”) che fornisce alle autorità l’accesso alle comunicazioni senza doverne fare richiesta. Alle compagnie telefoniche è anche richiesto di mantenere i dati dei dispositivi e servizi internet dei clienti, per cinque, o possibilmente anche 10 anni cosicché le autorità possano continuare ad accedervi in modo remoto.

C’è poca ricerca e non esiste documentazione pubblica su quanto spesso questo sistema venga usato. Le giustificazioni legali per la sorveglianza sono estremamente ampie. Per esempio, minacce alla sicurezza nazionale potrebbero giustificare la sorveglianza, ma la legge bielorussa identifica 30 tipi di minacce diverse alla sicurezza nazionale tra “declino nel benessere e nella qualità della vita”, “aumento della disoccupazione”, “qualità povera ed inadeguata di investimenti esteri” e “tentativi di distruggere le tradizioni nazionali, spirituali e morali” e “revisioni storiche faziose”.

Amnesty International sta sollecitando il governo bielorusso a istituire un meccanismo di controlli ed equilibri nelle pratiche di sorveglianza per allinearli agli standard internazionali sui diritti umani.

Amnesty International sta anche sollecitando le compagnie telefoniche che possiedono totalmente o in gran parte i gestori della Bielorussia a contestare le leggi che impediscono di proteggere la privacy dei clienti, e a informarli che i loro dati saranno a disposizione delle autorità in qualsiasi momento.

Compagnie telefoniche internazionali coinvolte

I tre più grandi fornitori di servizi di telefonia cellulare in Bielorussia sono parzialmente di proprietà di aziende straniere.

Velcom
è una filiale interamente posseduta da Telekom Austria Group. Telekom Austria ha detto ad Amnesty International che è obbligata a seguire la legge bielorussa. Non pubblica nessuna informazione sul come l’accesso ai clienti Velcom venga gestito.Telekom Austria è per la maggior parte di proprietà di America Mòvil. America Mòvil non ha risposto alle lettere di Amnesty International.

Life:)
è per l’80 percento posseduta dall’azienda Turca Turkcell che è a sua volta posseduta dall’azienda Svedese Teliasonera. Teliasonera ha detto ad Amnesty International che adotta una politica contraria all’accesso diretto a dati sulle telecomunicazioni, ma dice che non può prendersi la responsabilità per le azioni di Turkcell poiché non è il proprietario di maggioranza.

MTS
è di proprietà comune dell’azienda russa MTS e della bielorussa Beltelecom. MTS (Bielorussia) non ha risposto alle richieste di Amnesty International.

Amnesty International ritiene che le compagnie telefoniche che operano in Bielorussia stiano violando delle norme ormai consolidate in materia di business e diritti umani. Sulla base dei Principi guida della Nazioni unite per una condotta responsabile nel mondo degli affari, le leggi nazionali dove opera un’azienda non possono essere usate per giustificare violazioni dei diritti umani. “La sorveglianza intrusiva non è un fenomeno nuovo in Bielorussia, ma quello che è cambiato è che la tecnologia le sta facendo raggiungere un livello completamente diverso. Le autorità ora hanno a loro disposizione un apparato di sorveglianza molto ampio che permette uno sfrenato accesso alla vita privata. Il Kgb può usare i registri dei luoghi di chiamate per vedere dove sta la gente, e con chi sta. I telefoni cellulari delle persone sono adesso diventati come agenti di polizia tascabili”, ha concluso Franco.

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