La festa della trebbiatura

La festa della trebbiatura è considerata una delle manifestazioni più interessanti del comprensorio aquilano. Coinvolge un intero paese (Colle San Vito di Tornimparte). La rievocazione – molto caratteristica e a cui intervengono famiglie intere – si svolge in uno spettacolo realistico che vuol far vedere il valore sociale e comunitario che univa la gente del tempo. Lo spirito è […]

La festa della trebbiatura è considerata una delle manifestazioni più interessanti del comprensorio aquilano. Coinvolge un intero paese (Colle San Vito di Tornimparte). La rievocazione – molto caratteristica e a cui intervengono famiglie intere – si svolge in uno spettacolo realistico che vuol far vedere il valore sociale e comunitario che univa la gente del tempo.

Lo spirito è quindi fortemente aggregante e ricco di valori che (al di là del tempo che fu) potrebbero essere utili ai giorni nostri. Tutto viene fatto con gli antichi attrezzi e i macchinari del tempo. La trebbia, ad esempio, è del 1920. Il trattore che tramite una “cinghia-puleggia” mette in movimento tutta l’articolazione della macchina trebbiatrice è un Landini a “testa calda”. Mi spiego: si chiama a “testa calda” perché un tempo bisognava scaldarlo accendendo un fuoco sotto e ci voleva molto tempo. Oggi si fa in breve tempo con un riscaldamento diverso.

La trebbiatura si articola in vari momenti che per decenni prima dell’avvento della mietitrebbia, hanno fatto parte della realtà.

– C’è la “battitura” con pali legati fra loro.

– C’è la “trita” con cavalli in coppia governati da un esperto,

e quindi la messa in azione della trebbia.

Sulla macchina trebbiatrice c’è la figura dell’imboccatore che butta dentro i covoni che gli passa da terra l’inforconatore. Dalla trebbia esce:

da dietro il grano pulito

da sotto la pula

e davanti la paglia.

Al paese (chiuso al traffico per l’evento) si accede attraverso un arco di oltre 200 covoni e per giungere al luogo della trebbiatura si percorre un itinerario dove sono esposti e spiegati i mestieri e gli attrezzi antichi con artigiani in azione, si prosegue poi con l’itinerario dei sapori dove, attraversando le viuzze del borgo si possono gustare i cibi genuini della civiltà contadina. E’ un piccolo borgo che si mobilita. Precedentemente a questo evento tutta la gente si reca sulla montagna per raccogliere gli “olaci” (spinaci selvatici) con cui poi vengono preparati i piatti contadini.

Quest’anno si svolge dal 29 al 31 luglio dalle ore 16,00.

 

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