Unicef: 700 milioni di spose bambine nel mondo

“Oggi nel mondo ci sono oltre 700 milioni di donne che si sono sposate in età minorile e che hanno dovuto rinunciare ad avere una crescita normale, fisica e mentale.Ogni anno 15 milioni di matrimoni hanno per protagonista una minorenne; una volta su tre si tratta di una bambina con meno di 15 anni. Hanno […]

“Oggi nel mondo ci sono oltre 700 milioni di donne che si sono sposate in età minorile e che hanno dovuto rinunciare ad avere una crescita normale, fisica e mentale.Ogni anno 15 milioni di matrimoni hanno per protagonista una minorenne; una volta su tre si tratta di una bambina con meno di 15 anni. Hanno dovuto spesso affrontare gravidanze precoci e violenze domestiche”, ha sottolineato il presidente dell’Unicef Italia Giacomo Guerrera in occasione della Giornata mondiale delle bambine e delle ragazze (11 ottobre).

“L’Unicef da molti anni si batte per prevenire il fenomeno delle spose bambine e promuove l’istruzione delle bambine come l’investimento più potente che una nazione possa fare, perché accelera la lotta contro la povertà, le malattie, la disuguaglianza e la discriminazione di genere” ha detto Guerrera, che introdurrà oggi a Roma presso il Centro per l’arte contemporanea La Nuova Pesa) l’evento promosso a Roma “Bambine, non spose. Ne parliamo con…”.

Almeno 70.000 ragazze tra i 15 e i 19 anni muoiono a causa di complicazioni durante la gravidanza e il parto. Le bambine sotto i 15 anni hanno 5 volte più probabilità di morire durante la gravidanza e il parto rispetto alle donne tra i 20 e i 29 anni.

Le bambine tra i 5 e i 14 anni sono occupate il 40% in più del tempo, circa 160 milioni in più di ore al giorno, in lavori domestici non pagati e nel raccogliere acqua e legna rispetto ai bambini della stessa fascia di età. Le ragazze tra i 10 e i 14 anni in Asia Meridionale, Medio Oriente e Nord Africa sono occupate circa il doppio del tempo in faccende domestiche rispetto ai ragazzi. I paesi in cui le ragazze tra i 10 e i 14 anni subiscono in maniera sproporzionata il peso delle faccende domestiche rispetto ai ragazzi sono: Burkina Faso, Yemen e Somalia.

Un bambino che nasce da una madre minorenne ha il 60% delle probabilità in più di morire in età neonatale, rispetto a un bambino che nasce da una donna di età superiore a 19 anni. E anche quando sopravvive, sono molto più alte le possibilità che possa soffrire di denutrizione e di ritardi cognitivi o fisici.

Le donne rappresentano la metà della popolazione, ma costituiscono il 70% dei poveri. Si stima che un aumento del 10% di ragazze che frequentano la scuola, farebbe aumentare il PIL del 3%.

Solo 1 ragazza ogni 3 maschi frequenta la scuola secondaria. Ogni anno di scuola secondaria aggiuntivo aumenta la retribuzione futura della ragazza del 15-25%.

In occasione della Giornata Mondiale delle Bambine e delle Ragazze (11 ottobre), l’Unicef Italia organizza a Roma, presso “La Nuova Pesa – centro per l’arte contemporanea” l’incontro “Bambine, non spose. Ne parliamo con…” in cui interverranno: Sen. Emma Bonino (già Ministro degli Esteri e Commissario Europeo), Paolo Crepet (psichiatra, scrittore e sociologo), Sen. Valeria Fedeli (Vice Presidente del Senato), Giacomo Guerrera (Presidente UNICEF), Simona Marchini (Ambasciatrice Unicef), Susan Namondo Ngongi (Rappresentante Unicef in Ghana). Modererà e interverrà Silvana Calaprice (vicepresidente Unicef, docente Pedagogia Generale e Sociale all’Università di Bari). In quest’occasione l’Unicef presenterà il Programma “Bambine Non Spose” dedicato in particolare a proteggere, istruire e valorizzare le bambine e ragazze della Giordania, dell’Eritrea, del Niger, del Ghana e del Bangladesh.

Nello specifico:

GIORDANIA

– Progetto Protezione delle bambine in emergenza. Costo: 139mila euro l’anno; beneficiari: 550 bambine/ragazze all’anno. Oggi la Giordania ospita oltre 600.000 rifugiati siriani. Sono in costante aumento anche i matrimoni precoci, il lavoro minorile e il reclutamento nei gruppi armati di bambini e giovani. Secondo un rapporto Unicef del 2014, tra i profughi siriani i matrimoni precoci sono aumentati dal 13% nel 2011 al 25% nel 2013. In tutto il Paese, sia nei campi profughi sia nelle comunità di accoglienza, l’Unicef allestisce centri multi-attività dove i bambini vulnerabili e le loro famiglie possono trovare accesso a servizi educativi, di assistenza psicosociale e di protezione.

ERITREA

– Progetto Stop alle mutilazioni genitali femminili; costo: 130mila euro per 30 villaggi; beneficiari: 22.500 persone di 30 villaggi. L’Eritrea è uno dei paesi dell’Africa subsahariana dove le mutilazioni genitali femminili sono più ampiamente praticate. Per contribuire ad abbandonare questa ed altre pratiche nocive (tra le quali si annoverano anche i matrimoni precoci), l’Unicef ha in programma di raggiungere 800 comunità. Le azioni previste includono: prese di posizione pubbliche, dichiarazioni e altre forme di pronunciamento pubblico. Campagne di sensibilizzazione e comunicazione nelle comunità. Rafforzamento delle competenze degli operatori incaricati di svelare e reprimere la pratica (forze di polizia, giudici).

NIGER

– Progetto Una scuola amica delle bambine; costo: 84mila euro per una scuola amica; beneficiari: 180 bambine all’anno. Il Niger è attualmente considerato il Paese più povero al mondo. Tra le cause e gli effetti principali di questo primato negativo vi sono l’86% di analfabetismo diffuso tra le donne (rispetto al 58% tra gli uomini) e i matrimoni precoci cui seguono immediatamente gravidanze precoci. Circa un quarto delle ragazze tra i 15 e i 19 anni si è sposata prima di aver compiuto 15 anni. Per promuovere la parità di genere e ridurre il numero dei matrimoni infantili in Niger, l’Unicef in collaborazione con le autorità competenti locali ha deciso di partire dall’istruzione, attraverso: la costruzione di “Scuole amiche delle bambine” che garantiscano standard minimi di qualità e parità tra maschi e femmine; la formazione degli insegnanti con enfasi sul miglioramento della qualità dell’insegnamento e la parità di merito; la fornitura di mobilie kit scolastici.

BANGLADESH

– Progetto Giovani imprenditrici; costo: 100mila euro l’anno; beneficiari: 500 ragazze all’anno. Il 43% della popolazione sopravvive con meno di un dollaro al giorno. Dei suoi 160 milioni di abitanti, 56 milioni sono bambini e ragazzi. I matrimoni precoci sono un fenomeno molto comune: una bambina su tre si sposa prima dei 15 anni – di queste il 2% prima degli 11 anni – e il 60% diventa madre ancora minorenne. Da anni l’Unicef promuove il programma conditional cash transfer erogando finanziamenti per le ragazze adolescenti tra i 15 e i 18 anni di 15.000 taka (circa 185 euro) per avviare o consolidare piccole attività imprenditoriali. Le ragazze, inoltre, entrano a far parte di club di adolescenti dove nel confronto con le loro pari si rendono protagoniste nelle decisioni che riguardano la loro vita, diventando altresì modelli per le loro comunità e per gli altri adolescenti.

GHANA

– Progetto Ridurre la mortalità materno-infantile: Costo: 200mila euro l’anno; beneficiari: 58.364 donne, 7.295 bambini. Nonostante alcuni progressi, il Paese non è stato in grado di ridurre significativamente la mortalità materna (380 su 100.000) e dei bambini sotto i 5 anni che rimane alta attestandosi a 60 su 1.000. Nel caso di partorienti in età al di sotto dei 18 anni, il tasso di mortalità materna è tre volte superiore rispetto alle gravidanze delle donne maggiorenni. Attualmente in Ghana il 27% delle donne si sono sposate prima del raggiungimento della maggiore età. L’Unicef sta promuovendo una maggiore accessibilità e fruizione dei servizi materno infantili nelle quattro regioni più povere del Paese (Northern, Upper East, Upper West e Central Region). Si punta a rafforzare i servizi di cura e prevenzione pre e post natale a favore di 1,1 milioni di donne in età fertile e 1,8 milioni di bambini di età inferiore ai 5 anni.

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