Calais, la Storify del campo profughi più grande d’Europa

Iniziato  in Francia lo sgombero del campo profughi più grande d’Europa. In uno Storify dell’Agenzia Dire le principali notizie diffuse dai media internazionali e le tappe del simbolo del fallimento delle politiche d’integrazione continentale. Refugees arriving and waiting at the hangar of distribution of refugees with their luggage in Calais, France on october 24, 2016. […]

Iniziato  in Francia lo sgombero del campo profughi più grande d’Europa. In uno Storify dell’Agenzia Dire le principali notizie diffuse dai media internazionali e le tappe del simbolo del fallimento delle politiche d’integrazione continentale.

  1. Refugees arriving and waiting at the hangar of distribution of refugees with their luggage in Calais, France on october 24, 2016. The dismantling of the jungle began Monday morning. Refugees come accompanied by the associations to the starting center "C.A.O.". Police frames the device. More than 850 press credentials were distributed. (Photo by Julien Pitinome/NurPhoto via Getty Images)

    Refugees arriving and waiting at the hangar of distribution of refugees with their luggage in Calais, France on october 24, 2016. The dismantling of the jungle began Monday morning. Refugees come accompanied by the associations to the starting center “C.A.O.”. Police frames the device. More than 850 press credentials were distributed. (Photo by Julien Pitinome/NurPhoto via Getty Images)
     
     
    SGOMBERO COLOSSALE Il piano del governo francese è quello di ricollocare circa 7.500 immigrati nei 287 centri di accoglienza e orientamento (Cao) che sono stati dislocati su tutto il territorio francese. Oggi partono 60 bus, 45 martedì, 40 mercoledì e altrettanti per tutta la settimana. Il piano verrà presidiato da un esercito composto da 1.250 agenti di polizia e gendarmi.
    LIVE: Demolition of Calais refugee camp
     
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    Il prefetto Fabienne Buccio sta preparando l’operazione da alcune settimane e teme l’intervento di attivisti No Border. Se ne segnalano fra i 150 e i 200 attualmente nella giungla. La notte tra domenica e lunedì si sono verificati alcuni scontri vicino al porto tra migranti e polizia. I migranti tirano pietre e i poliziotti rispondono con i gas lacrimogeni, copione che ormai si ripete ogni giorno.

    CALAIS, FRANCE - OCTOBER 24: Migrants queue behind a line of police at a reception point outside the Jungle migrant camp before boarding buses to refugee centres around France on October 24, 2016 in Calais, France. French authorities have begun to clear the estimated 7000 people from the Jungle migrant and refugee camp ahead of its demolition. (Photo by Jack Taylor/Getty Images)

    CALAIS, FRANCE – OCTOBER 24: Migrants queue behind a line of police at a reception point outside the Jungle migrant camp before boarding buses to refugee centres around France on October 24, 2016 in Calais, France. French authorities have begun to clear the estimated 7000 people from the Jungle migrant and refugee camp ahead of its demolition. (Photo by Jack Taylor/Getty Images)
     
     L’INIZIO DELLA GIUNGLA

    1996: Con la guerra in Kosovo inizia l’esodo dai Balcani verso l’Europa centrale; per raggiungere il Regno Unito bisogna passare dall’imbuto che si forma al porto di Calais, in Francia.

    1999: Viene aperto il “centro di alloggio e accoglienza umanitaria” in un hangar lontano dalla città, sul territorio del comune di Sangatte. Questo hangar accoglierà fino a 2.000 persone.

    2002: Nicolas Sarkozy, ministro dell’Interno, chiude il centro di Sangatte.

    2009: Forte aumento fino a luglio del numero di esuli, in prevalenza afghani, presenti a Calais. La maggior parte degli insediamenti viene evacuato e poi distrutto tra settembre e ottobre. L’iniziativa è chiamata “Chiusura della giungla di Calais” il 22 settembre dal ministro dell’Immigrazione e dell’identità nazionale, Éric Besson.

     
  2. Some refugees are waiting on a low wall in front of the hangar distribution of refugees in Calais, France on october 24, 2016. The dismantling of the jungle began Monday morning. Refugees come accompanied by the associations to the starting center in CAD. Police frames the device. More than 850 press credentials were distributed. (Photo by Julien Pitinome/NurPhoto via Getty Images)

    Some refugees are waiting on a low wall in front of the hangar distribution of refugees in Calais, France on october 24, 2016. The dismantling of the jungle began Monday morning. Refugees come accompanied by the associations to the starting center in CAD. Police frames the device. More than 850 press credentials were distributed. (Photo by Julien Pitinome/NurPhoto via Getty Images)
     
     

    2013: Aumento graduale del numero di esuli a Calais in autunno, in corrispondenza dell’aumento del numero di persone che attraversano il Mediterraneo (200.000 esuli arrivano in Italia nel 2014, 3.000 raggiungono Calais).

    2014: I migranti occupano per protesta la mensa, vicino al centro-città evacuato il 2 luglio in modo violento (600 arresti, 200 detenzioni). La maggior parte dei migranti raggiunge la periferia, negli accampamenti attuali.

     
    2015: A gennaio finiscono le distribuzioni dei pasti agli esuli in centro-città e il servizio viene avviato nel campo Jules Ferry. A marzo l’ultimatum delle autorità informa che i migranti hanno fino al 31 marzo per trasferirsi volontariamente presso la vecchia discarica vicino al campo Jules Ferry e, in caso contrario, saranno espulsi dalla polizia. Con l’arrivo dell’estate, aumenta il numero dei migranti in arrivo a Calais.
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    I CADUTI DI CALAIS
    2016: la situazione non migliora. A febbraio s’interrompe la demolizione di una parte della “Jungla”, mentre a marzo riprendono gli sgomberi con violenti scontri tra polizia, attivisti inglesi e il gruppo No Borders, che appicca il fuoco alle strutture. Il 17 agosto nell’accampamento di fortuna allestito alla periferia della città francese sono stati censiti 6.901 migranti, 2.415 in più rispetto all’ultimo controllo, svolto il 13 giugno.
    Nell’ultimo anno venti migranti sono morti (ma secondo le ong sul territorio i numeri possono essere più alti) cercando di fare gli ultimi chilometri di un lungo viaggio iniziato nel Sud del mondo. Fino a qualche mese fa il tragitto clandestino avveniva soprattutto con i camion. Adesso i tir devono superare una barriera con sonde per rintracciare Co2 e battito cardiaco. Intorno alla zona portuale gli inglesi hanno sovvenzionato la costruzione di una recinzione di filo spinato alta cinque metri. La frontiera è sigillata.
    A settembre un giovane immigrato è stato trovato morto all’interno di un camion. Secondo quanto ha comunicato la prefettura in un comunicato, “l’autista di un tir ha verificato il suo carico, è così che ha scoperto un migrante morto nel camion indubbiamente schiacciato da pellet”. La vittima era un 20enne di origine irachena che, così come altre migliaia di profughi, stava cercando di raggiungere la Gran Bretagna.Le ultime morti sono avvenute dentro l’Eurotunnel: uomini che hanno tentato di agganciarsi ai convogli dei treni per Londra. L’accesso al traforo è stato circondato da un fossato pieno d’acqua, come nelle antiche cittadelle fortificate.

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