Brexit: inizia l’addio all’Ue. Ecco tutte le tappe

L’ambasciatore Tim Barrow ha consegnato la lettera con la notifica dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. Si sono così avviati i negoziati formali per il ritiro del Regno Unito dall’Unione europea. Ecco le tappe della Brexit, dalla convocazione del referendum nel 2013 fino a oggi. 2013 – 23 gennaio: L’allora […]

L’ambasciatore Tim Barrow ha consegnato la lettera con la notifica dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. Si sono così avviati i negoziati formali per il ritiro del Regno Unito dall’Unione europea.

Ecco le tappe della Brexit, dalla convocazione del referendum nel 2013 fino a oggi.

2013

– 23 gennaio: L’allora premier britannico David Cameron annuncia l’intenzione di convocare, prima del 2018, un referendum sulla permanenza o l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea in caso di vittoria del suo partito conservatore nelle elezioni di maggio 2015.

2015

– 7 maggio: Si tengono le elezioni generali britanniche e i Tories di Cameron vincono con la maggioranza assoluta.

– 8 settembre: La Camera dei Comuni dà il via libera alla legge che autorizza la convocazione del referendum sulla Brexit.

2016

– 20 febbraio: Cameron annuncia che il referendum si terrà il 23 giugno del 2016 e conferma che la posizione ufficiale del governo sarà di difendere la permanenza in “un’Europa riformata”.

– 15 aprile: Comincia la campagna ufficiale per il referendum.

– 23 giugno: Nel referendum vince il sì all’uscita del Regno Unito dall’Unione europea. Alle urne il 51,9% dei cittadini ha votato a favore dell’uscita dall’Ue, mentre il 48% si è espresso a favore della permanenza nel blocco comunitario.

– 24 giugno: Poche ore dopo che si è venuto a sapere il risultato del referendum, Cameron ha annunciato la sua intenzione di dimettersi a ottobre.

– 29 giugno: Il partito conservatore comincia la selezione interna del suo leader e futuro premier per sostituire Cameron, che sarà incaricato di negoziare le condizioni della Brexit. Presentano la propria candidatura: l’allora ministra dell’Interno Theresa May; la segretaria di Stato per l’Energia Andrea Leadsom; l’allora titolare di Lavoro e pensioni, Stephen Crabb; e l’ex responsabile della Difesa Liam Fox.

– 30 giugno: Anche il ministro della Giustizia, Michael Gove, annuncia la sua candidatura e, qualche ora più tardi, il paladino del sì alla Brexit Boris Johnson, ex sindaco di londra, decide di non presentare la sua.

– 5 luglio: Il gruppo parlamentare del partito conservatore esclude l’ex ministro Fox per la successione a Cameron e il ministro del Lavoro Stephen Crabb ritira la sua candidatura.

– 7 luglio: Dalla votazione dei deputati Tories resta fuori Michael Gove, dunque emerge che saranno Theresa May e Andrea Leadsom a contendersi la successione a David Cameron alla guida del partito conservatore e del governo britannico.

– 8 luglio: May e Leadsom cominciano la campagna elettorale.

– 11 luglio: Leadsom si ritira dalla corsa per guidare il partito conservatore e lascia la strada libera a May, che viene proclamata formalmente leader dei Tories a seguito del ritiro degli altri candidati.

– 13 luglio: Cameron presenta le dimissioni alla regina Elisabetta II. Poco dopo la regina chiama May per chiederle, in quanto leader del partito di maggioranza alla Camera dei Comuni, di formare un esecutivo. Lo stesso giorno May annuncia che David Davis, ministro dell’Interno fra il 2003 e il 2008, diventerà il ministro per la Brexit, con la missione di negoziare l’uscita del Paese dall’Ue.

– 3 novembre: L’Alta Corte di londra obbliga il governo a consultare il Parlamento prima di avviare la Brexit.

– 5 dicembre: La Corte suprema comincia a esaminare il ricorso presentato dal governo di Theresa May contro il pronunciamento che la obbligava a consultare il Parlamento.

2017

– 17 gennaio: La premier annuncia che il Regno Unito uscirà dal mercato unico e dall’unione doganale e che sottoporrà a votazione parlamentare l’accordo definitivo sulla Brexit al quale si giungerà con Bruxelles.

– 24 gennaio: Il presidente della massima istanza giudiziaria britannica, David Neuberger, informa dopo avere studiato il ricordo del governo, che la decisione della Corte suprema è che May ha bisogno della preventiva autorizzazione del Parlamento per attivare l’articolo 50.

– 26 gennaio: Il governo pubblica il progetto di legge per invocare l’articolo 50 e lo soprannomina ‘Progetto di legge dell’Unione europea (notifica per il ritiro)’.

– 31 gennaio: Comincia il dibattito sul progetto di legge alla Camera dei Comuni.

– 2 febbraio: Il governo britannico pubblica un ‘libro bianco’ in cui espone il suo piano per i negoziati sulla Brexit.

– 8 febbraio: La Camera dei Comuni dà il via libera alla legge sulla Brexit, con 494 voti a favore e 122 contrari.

– 1° marzo: La Camera dei Lord approva un emendamento alla legge sulla Brexit per garantire i diritti dei cittadini comunitari che vivono nel Regno Unito. È la prima volta che il governo va sotto nell’iter parlamentare della legge.

– 7 marzo: Il governo subisce la seconda sconfitta nell’iter del progetto di legge, sempre alla Camera dei Lord, che inserisce un nuovo emendamento che dà al Parlamento il potere di porre il veto al futuro accordo con Bruxelles sull’uscita dall’Ue.

– 13 marzo: Il Parlamento approva il progetto di legge, ma eliminando i due emendamenti introdotti dai Lord.

– 16 marzo: La regina Elisabetta II firma la legge sulla Brexit. L’attivazione dell’articolo 50 da parte del governo britannico è prevista per oggi, 29 marzo.

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