Scuola, ok governo a 8 deleghe legge 107. Ecco le novità

‘I provvedimenti approvati oggi in Consiglio dei Ministri sono il frutto di un lungo lavoro di consultazione in sede parlamentare, nelle commissioni competenti. C’e’ stato un ampio confronto che e’ servito a migliorare ed arricchire i testi. Si tratta di decreti che qualificano ulteriormente il sistema di Istruzione del nostro Paese’. Lo ha detto il […]

‘I provvedimenti approvati oggi in Consiglio dei Ministri sono il frutto di un lungo lavoro di consultazione in sede parlamentare, nelle commissioni competenti. C’e’ stato un ampio confronto che e’ servito a migliorare ed arricchire i testi. Si tratta di decreti che qualificano ulteriormente il sistema di Istruzione del nostro Paese’. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli dopo il via libera definitivo del Consiglio dei Ministri sui decreti legislativi attuativi della Buona Scuola. ‘In Parlamento sono stati auditi circa cento soggetti fra organizzazioni sindacali, associazioni dei genitori, delle studentesse e degli studenti, delle e degli insegnanti, delle famiglie, esperti, che hanno consentito di arricchire e migliorare i testi. Anche al Ministero dell’Istruzione abbiamo svolto incontri e approfondimenti- ha aggiunto Fedeli-. A tutti coloro che hanno contribuito a portare avanti questo lavoro, facendoci pervenire anche voci critiche che sono sempre necessarie e utili per poter migliorare il risultato finale, vanno i miei piu’ sentiti ringraziamenti’. Il Governo ha esercitato otto delle nove deleghe previste dalla legge di riforma approvata a luglio del 2015. La nona riguardava la revisione del Testo unico sulla scuola per la quale sara’ previsto un disegno di legge delega specifico e successivo. I decreti approvati oggi riguardano: – il sistema di formazione iniziale e di accesso all’insegnamento nella scuola secondaria di I e II grado; – la promozione dell’inclusione scolastica delle studentesse e degli studenti con disabilita’; – la revisione dei percorsi dell’istruzione professionale; – l’istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a sei anni; – il diritto allo studio; – la promozione e la diffusione della cultura umanistica; – il riordino della normativa in materia di scuole italiane all’estero; – l’adeguamento della normativa in materia di valutazione e certificazione delle competenze degli studenti e degli Esami di Stato.

Viene rivista la formazione iniziale dei docenti di sostegno dell’infanzia e della primaria, attraverso l’istituzione di un corso di specializzazione ad hoc a cui si accede dopo aver conseguito la laurea in Scienze della formazione primaria, comprensiva di 60 crediti sulla didattica dell’inclusione. Tutti i futuri docenti, anche nella secondaria, avranno nel loro percorso di formazione iniziale materie che riguardano le metodologie per l’inclusione e ci sara’ una specifica formazione anche per il personale della scuola, Ata compresi. Il provvedimento introduce l’obbligo di tenere conto della presenza di alunni diversamente abili per l’assegnazione del personale Ata alle scuole. Nel processo di valutazione delle istituzioni scolastiche viene introdotto il livello di inclusivita’. Ogni scuola dovra’ predisporre, nell’ambito del Piano triennale dell’offerta formativa, un Piano specifico per l’inclusione. Vengono poi rivisti, razionalizzati e rafforzati nelle loro funzioni gli organismi che operano a livello territoriale per il supporto all’inclusione, con un maggiore coinvolgimento di famiglie e associazioni. Le commissioni mediche per l’accertamento della disabilita’ si arricchiscono di nuove professionalita’: ci saranno un medico legale e due medici specialisti scelti fra quelli in pediatria e in neuropsichiatria infantile. Per la prima volta le e i supplenti potranno avere contratti pluriennali. In caso di un rapporto positivo con l’alunno e su richiesta delle famiglie i docenti con contratto a termine potranno essere riconfermati per piu’ anni senza passare dalle annuali trafile di assegnazione della supplenza. Viene rafforzato l’Osservatorio permanente per l’inclusione insediato al Miur.

Quindi la terza delega. Essa prevede un sistema di istruzione e formazione professionale che educhi le nuove generazioni al ‘saper fare di qualita”, consentendo una rapida transizione dal sistema educativo al mondo del lavoro. Il decreto approvato oggi si pone l’obiettivo di dare una chiara identita’ agli istituti professionali, innovare e rendere piu’ flessibile la loro offerta formativa, superare l’attuale sovrapposizione con l’istruzione tecnica e mettere ordine in un ambito frammentato tra competenze statali e regionali. I percorsi durano 5 anni: biennio piu’ triennio. Gli indirizzi, a partire dall’anno scolastico 2018/2019, passano da 6 a 11: agricoltura, sviluppo rurale, valorizzazione dei prodotti del territorio e gestione delle risorse forestali e montane; pesca commerciale e produzioni ittiche; industria e artigianato per il Made in Italy; manutenzione e assistenza tecnica; gestione delle acque e risanamento ambientale; servizi commerciali; enogastronomia e ospitalita’ alberghiera; servizi culturali e dello spettacolo; servizi per la sanita’ e l’assistenza sociale; arti ausiliarie delle professioni sanitarie: odontotecnico; arti ausiliarie delle professioni sanitarie: ottico. Con la quarta delega, viene istituito per la prima volta un Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a 6 anni per garantire ‘ai bambini e alle bambine pari opportunita’ di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco, superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche, etniche e culturali’. Particolare attenzione verra’ data alle bambine e ai bambini con disabilita’.

Con la quinta delega viene messa in atto la promozione di un sistema di welfare fondato su livelli di prestazioni nazionali, misure su libri di testo, tasse scolastiche, trasporti. Il potenziamento della carta dello studente IoStudio. Oltre sessanta milioni di investimento fra borse di studio, mobilita’, supporti per la didattica. Questi i principali contenuti del decreto sul Diritto allo Studio. In particolare, il provvedimento prevede l’istituzione di una Conferenza Nazionale. Una novita’ assoluta che consentira’ una governance piu’ partecipata: al tavolo ci saranno Associazioni dei genitori e delle studentesse e degli studenti, Consulte provinciali delle studentesse e degli studenti, il Miur, ma anche il ministero dei Beni e delle Attivita’ Culturali e del Turismo, quello delle Infrastrutture e dei Trasporti, le Regioni ed i Comuni. Sono previsti specifici finanziamenti per sostenere il welfare studentesco: 30 milioni vengono destinati per il 2017 (diventano 39,7 a regime dal 2019) alla copertura di borse di studio grazie alle quali studentesse e studenti delle scuole secondarie di II grado potranno avere supporto per l’acquisto di materiale didattico, per trasporti, per accedere a beni di natura culturale. Si tratta, a regime, di quasi 30 milioni in piu’ rispetto allo stanziamento previsto dal testo iniziale, prima del passaggio parlamentare. Altri 10 milioni (all’anno, fino al 2019/2020) vengono stanziati per l’acquisto di sussidi didattici nelle scuole che accolgono alunne e alunni con disabilita’. Ancora altri 10 milioni vengono investiti, a partire dal 2019, per l’acquisto da parte delle scuole di libri di testo e di altri contenuti didattici, anche digitali, per il comodato d’uso dalla primaria fino alle classi dell’assolvimento dell’obbligo. Supporto aggiuntivo anche per la scuola in ospedale e per l’istruzione domiciliare con uno stanziamento di 2,5 milioni di euro all’anno dal 2017. È previsto l’esonero totale dal pagamento delle tasse scolastiche – in base all’Isee – per gli studenti delle quarte e delle quinte della secondaria di II grado. Si parte nell’anno scolastico 2018/2019 con le quarte. Rafforzata la Carta dello studente (IoStudio) che sara’ estesa anche a chi frequenta i corsi dell’Afam (Alta formazione musicale e coreutica) e ai Centri Regionali per la Formazione Professionale.

Con la sesta delga, spazio a musica e danza, teatro e cinema, pittura, scultura, grafica delle arti decorative e design: dopo il Piano Nazionale Scuola Digitale, arriva il Piano delle Arti, un programma di interventi con validita’ triennale che il Miur mettera’ in campo di concerto con il Mibact (ministero dei Beni e delle attivita’ culturali e del turismo) e che conterra’ una serie di misure per agevolare lo sviluppo dei temi della creativita’ nelle scuole. Il Piano viene finanziato con 2 milioni all’anno a partire dal 2017 e per la prima volta il 5% dei posti di potenziamento dell’offerta formativa sara’ dedicato allo sviluppo dei temi della creativita’. Ci saranno percio’ risorse e personale. Con la settima delega La volonta’ del provvedimento e’ quella di colmare le distanze e le frammentazioni oggi esistenti fra le scuole del sistema nazionale e quelle all’estero, estendendo le innovazioni introdotte dalla Buona Scuola anche negli istituti scolastici che operano fuori dal Paese. Questo si tradurra’, per esempio, nell’istituzione dell’organico del potenziamento anche all’estero. Si tratta di 50 ulteriori insegnanti (si passa da 624 a 674), nuove risorse professionali grazie alle quali si potra’ lavorare di piu’ su musica, arte o cinema e garantire il sostegno alle alunne e agli alunni che ne hanno bisogno. Infine con l’ottava e ultima delega, nessun cambiamento e’ previsto per gli Esami di Stato di quest’anno. Le novita’ saranno applicate nel 2018 per l’Esame del primo ciclo e nel 2019 per la Maturita’. Alla primaria e alla secondaria di I grado cambia la modalita’ di valutazione: restano i voti, ma saranno espressione dei livelli di apprendimento raggiunti e saranno affiancati da una specifica certificazione delle competenze. Maggiore peso viene dato alla valutazione delle competenze in ‘Cittadinanza e Costituzione’, che saranno anche oggetto di colloquio anche all’Esame di Maturita’

La valutazione nel primo ciclo: il tema dell’ammissione alla classe successiva diventa parte di un processo piu’ ampio di presa in carico delle studentesse e degli studenti. Le attivita’ svolte nell’ambito della disciplina trasversale ‘Cittadinanza e Costituzione’ diventano oggetto di valutazione. Alla primaria varra’ la normativa vigente: la non ammissione e’ prevista solo in casi eccezionali e con decisione unanime dei docenti della classe. Ma con una novita’: viene esplicitato che l’ammissione e’ prevista anche in caso di livelli di apprendimento ‘parzialmente raggiunti o in via di prima acquisizione’. Le scuole dovranno attivare, anche questa e’ una novita’, specifiche strategie di miglioramento per sostenere il raggiungimento dei necessari livelli di apprendimento da parte degli alunni e delle alunne piu’ deboli. Per una scuola piu’ inclusiva e capace di non lasciare solo chi resta indietro. Nella secondaria di I grado resta ferma la necessita’ di frequenza di almeno tre quarti del monte ore annuale per poter essere ammesse o ammessi alla classe successiva. Anche alla secondaria di I grado, a differenza di quanto avviene oggi, in un’ottica di maggiore trasparenza dei voti e in linea con le esperienza di molti Paesi europei, si puo’ essere ammessi o ammesse alla classe successiva e all’Esame finale in caso di mancata acquisizione dei necessari livelli di apprendimento in una o piu’ discipline. In questo caso, come per la primaria, le scuole dovranno attivare percorsi di supporto per colmare le lacune. Alla fine del I ciclo viene rilasciata una apposita certificazione delle competenze oggi gia’ sperimentata da oltre 3.000 istituzioni scolastiche.

Nel dettaglio: – Esame del I ciclo. Tre scritti e un colloquio saranno le prove previste alla fine della classe terza della secondaria di I grado. Oggi le prove sono cinque piu’ il colloquio. L’Esame viene riequilibrato e si torna a dare piu’ valore al percorso scolastico rispetto al peso delle prove finali. Sono previste: una prova di italiano, una di matematica, una prova sulle lingue straniere, un colloquio per accertare le competenze trasversali, comprese quelle di cittadinanza. Il test Invalsi (la prova nazionale standardizzata) resta, ma si svolgera’ nel corso dell’anno scolastico, non piu’ durante l’Esame. – Esame del II ciclo. Due prove scritte e un colloquio orale. Questo il nuovo Esame. Oggi le prove scritte sono tre piu’ il colloquio. Lo svolgimento delle attivita’ di alternanza Scuola-Lavoro diventa requisito di ammissione, insieme allo svolgimento della Prova nazionale Invalsi. Si viene ammessi e ammesse all’Esame con tutti sei. Fatta salva la possibilita’ per il Consiglio di classe di ammettere, con adeguata motivazione, chi ha un voto inferiore a sei in una disciplina (o in un gruppo di discipline che insieme esprimono un voto). L’ammissione con una insufficienza incide sul credito finale con cui si accede all’Esame. Questo non vale per il voto legato al comportamento: chi ha l’insufficienza non viene ammessa o ammesso. L’Esame sara’ composto da: prima prova scritta nazionale che accertera’ la padronanza della lingua italiana, seconda prova scritta nazionale su una o piu’ discipline caratterizzanti l’indirizzo di studi, colloquio orale che accertera’ il conseguimento delle competenze raggiunte, la capacita’ argomentativa e critica del candidato, l’esposizione delle attivita’ svolte in alternanza. L’esito dell’Esame oggi e’ espresso in centesimi: fino a 25 punti per il credito scolastico, fino a 15 per ciascuna delle tre prove scritte, fino a 30 per il colloquio. Con il decreto il voto finale resta in centesimi, ma si da’ maggior peso al percorso fatto nell’ultimo triennio: il credito scolastico incide fino a 40 punti, le 2 prove scritte incidono fino a 20 punti ciascuna, il colloquio fino a 20 punti. La Commissione resta quella attuale: un Presidente esterno piu’ tre commissari interni e tre commissari esterni. La prova Invalsi viene introdotta in quinta per italiano, matematica e inglese, ma si svolgera’ in un periodo diverso dall’Esame.

Infine, le novita’ per le prove Invalsi: si introduce una prova di inglese standardizzata al termine sia della primaria sia della secondaria di I e II grado per certificare, in convenzione con enti certificatori accreditati, le abilita’ di comprensione e uso della lingua inglese in linea con il Quadro Comune di Riferimento Europeo per le lingue. Nelle classi finali della secondaria di I e II grado la prova Invalsi e’ requisito per l’ammissione all’Esame, ma non influisce sul voto finale.

 

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