Welfare, il 72% degli abruzzesi andrebbe a vivere all’estero dopo la pensione

Dopo la pensione? La valigia. Perché di fronte alla prospettiva di assegni sempre più bassi, il 72% degli abruzzesi si dice disposto addirittura a trasferirsi all’estero per poter mantenere uno stile di vita simile a quello attuale e trovare un ambiente e servizi più adatti alla terza età, senza trascurare la possibilità di fare nuove, […]

Dopo la pensione? La valigia. Perché di fronte alla prospettiva di assegni sempre più bassi, il 72% degli abruzzesi si dice disposto addirittura a trasferirsi all’estero per poter mantenere uno stile di vita simile a quello attuale e trovare un ambiente e servizi più adatti alla terza età, senza trascurare la possibilità di fare nuove, piacevoli esperienze.

È il quadro che emerge dall’Osservatorio di Reale Mutua dedicato al welfare1.

Un abruzzese su due (50%), infatti, teme che la propria pensione non sarà sufficiente a mantenere un tenore di vita adeguato una volta usciti dal mondo del lavoro, e un ulteriore 36% vede molta incertezza all’orizzonte.

Fra i principali timori, quello di non poter sostenere le spese mediche di cui si potrebbe aver bisogno andando in là con gli anni (40%), o persino cadere in povertà assoluta (32%), non riuscire a dare sostegno economico a figli e nipoti (22%) e dover gravare economicamente sulla famiglia anche per le necessità quotidiane (18%).

Non si tratta solo di pessimismo. A gettare ombre sul futuro pensionistico degli abitanti dell’Abruzzo sono anche le difficoltà del presente, a partire dall’instabilità dello scenario economico (46%), dalla precarietà del lavoro (36%) e da una generale difficoltà a risparmiare per la vecchiaia (36%). Incidono anche il rischio di imprevisti e spese straordinarie, che costringano a metter mano al portafoglio anzitempo (34%) e l’incertezza del quadro normativo del momento (34%).

Ma quali sono le misure di welfare a cui guardano gli abitanti dell’Abruzzo per integrare la pensione e prepararsi agli anni della vecchiaia? Il 44% degli abruzzesi punterebbe sulla previdenza complementare: di questi, il 50% con un fondo pensione, il 36% con un piano individuale di risparmio e il restante 14% stipulerebbe una polizza assicurativa. Ciò che conta, dicono gli abitanti dell’Abruzzo, è pensarci per tempo, fin da giovani (38%) o da quando si inizia la propria carriera lavorativa (26%).

Se il 22% degli abruzzesi investirebbe nel mattone, per il 34% la soluzione è tenere i soldi sul proprio conto corrente, mentre per il 20% la soluzione è investire i propri risparmi sul mercato finanziario.

Ma a chi si rivolgono gli abitanti dell’Abruzzo per farsi consigliare? Il 46% si muoverebbe in maniera autonoma, cercando informazioni sul web (18%) o decidendo da sé (28%). Il 26% si affiderebbe alla propria banca, il 24% a un consulente o il 22% all’agente assicurativo, mentre per il 16% le figure di riferimento sono familiari, colleghi o amici.

“Integrare la pensione di base con una rendita complementare è sempre più una necessità per gli italiani”, afferma Marco Mazzucco, Direttore Distribuzione Marketing e Brand di Gruppo di Reale Mutua. “Occorre essere lungimiranti, giocare d’anticipo e quindi comprendere l’importanza di costruire per tempo, con una forma di welfare appropriata, una vecchiaia serena giorno dopo giorno. Ed è proprio questo uno dei punti chiave del nostro Osservatorio, l’iniziativa che abbiamo lanciato quest’anno per monitorare l’attenzione e la propensione degli italiani rispetto al macro tema del welfare. Analizzando i risultati della ricerca emerge come i nostri connazionali stiano in effetti sviluppando una sensibilità al tema del futuro pensionistico e agli strumenti e opportunità disponibili.”

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