Abusivismo: l’Abruzzo ‘maglia nera’ dell’illegalità

Il territorio italiano e’ sempre piu’ martoriato lungo le coste, colpito da cementificazione illegale e abusivismo edilizio. La conferma arriva anche dal dossier Verdi 2017 ‘Tra lidi illegali, coste cementificate e spiagge inaccessibili’ presentato da Angelo Bonelli, coordinatore nazionale Verdi, oggi in piazza Montecitorio in occasione della diffusione del ‘Manuale di autodifesa del bagnante’. Nel […]

Il territorio italiano e’ sempre piu’ martoriato lungo le coste, colpito da cementificazione illegale e abusivismo edilizio. La conferma arriva anche dal dossier Verdi 2017 ‘Tra lidi illegali, coste cementificate e spiagge inaccessibili’ presentato da Angelo Bonelli, coordinatore nazionale Verdi, oggi in piazza Montecitorio in occasione della diffusione del ‘Manuale di autodifesa del bagnante’. Nel dossier si analizzano le trasformazioni piu’ rilevanti avvenute nelle Regioni italiane, con l’Abruzzo ‘maglia nera’ dell’illegalita’. Dai dati emerge che negli ultimi 50 anni, lungo la nostra costa, e’ sorta una barriera di cemento e mattoni lunga 2000 km. Mezzo secolo in cui la densita’ dell’urbanizzazione, entro 1 km dalla linea di costa, e’ passata dal 10 al 21%, in Sicilia ha raggiunto il 33% e in Sardegna il 25%. L’Adriatico ha il triste record di suoli costieri trasformati, ossia passati da un paesaggi naturali e agricoli ad infrastrutture ed edifici residenziali. Sono infatti 100- si legge nel dossier- i km di costa irreversibilmente modificati rispetto ad un totale di 143 km, oltre il 63,6 %. Non e’ migliore la situazione in Campania, dove su 360 km di costa sono 181 quelli urbanizzati, oltre il 50%. Tra il 1988 ed il 2011 sono stati 22 i km di costa trasformati per usi residenziali e turistici mentre 7 km hanno visto interventi di artificializzazione legati alle infrastrutture portuali ed alle aree industriali.

In Emilia-Romagna sono 82 i km di costa urbanizzati sui 141 totali, mentre il Lazio, su un totale di 329 km, ce ne sono 208 km che risultano essere trasformati ad usi urbani e infrastrutturali, cioe` oltre il 63%. Notizie negative anche nelle Marche, con il 58% della costa sparito sotto il cemento. Dei suoi 180 km di lunghezza, le Marche contano ben 98 km di costa oramai trasformati a usi urbani e infrastrutturali. Risultano liberi dall’urbanizzazione i 26 km di costa ricadenti nelle due grandi aree protette, formate dal Parco Regionale del Monte Conero e il Parco Regionale del Monte San Bartolo, che anche grazia alla morfologia montuosa hanno fatto da freno al cemento In Molise, nonostante la costa sia di modesta lunghezza (35 km), si registra l’aria piu’ aggredita dalla cementificazione nel corso degli ultimi 25 anni. Su un totale di 17 km di costa consumati, sono infatti ben 10 i km urbanizzati dopo il 1988. La parte tirrenica del litorale siciliano soffre: conta infatti 442 km di lunghezza, di cui 255 km trasformati ad usi urbani ed infrastrutturali, addirittura il 58% del totale. Tra il 2000 e il 2010, secondo l’Istat, nella fascia costiera entro 1 km dalla battigia, nei versanti tirrenico e adriatico, sono stati costruiti 13.500 edifici, 40 per ogni kmq; piu’ del doppio sulla costa jonica. E se il ritmo delle nuove edificazioni fosse quelle registrato tra il 2000 e il 2010, nei prossimi 30 anni avremmo su scala nazionale almeno altri 40.500 nuovi edifici.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *