Sri Lanka: legale l’aborto in caso di stupro, i vescovi critici

I vescovi dello Sri Lanka hanno condannato una proposta del governo al parlamento per legalizzare l’aborto in caso di stupro, o se al feto viene diagnosticata una malformazione congenita “mortale”. Nel Paese l’aborto e’ possibile legalmente solo per salvare la vita della madre. “Non si possono salvaguardare i propri diritti violando la vita di un […]

I vescovi dello Sri Lanka hanno condannato una proposta del governo al parlamento per legalizzare l’aborto in caso di stupro, o se al feto viene diagnosticata una malformazione congenita “mortale”. Nel Paese l’aborto e’ possibile legalmente solo per salvare la vita della madre. “Non si possono salvaguardare i propri diritti violando la vita di un altro”, ha detto mons. Valence Mendis, vescovo di Chilav, segretario generale della Conferenza episcopale dello Sri Lanka. L’agenzia cattolica ‘Ucanews’ riferisce la dichiarazione congiunta di mons. Mendis e del vescovo J.Winston S.Fernando, presidente della Conferenza episcopale, nella quale difendono “il diritto alla vita” di un bambino non ancora nato. Nello Sri Lanka sono stimati circa 600 aborti illegali ogni anno. I vescovi chiedono a tutti i cattolici di “opporsi agli aborti illegali e legali”. Caritas e altri gruppi cattolici organizzano programmi per sensibilizzare la popolazione. Sui social si e’ scatenato il contraddittorio contro l’opposizione dei vescovi all’aborto in caso di stupro, specialmente da parte dei giovani e delle attiviste per i diritti delle donne.

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