Giustizia, Barbagallo: “Ripartire dalle scuole per sconfiggere violenze e mafie”

Serbare e tutelare la memoria delle vittime del dovere. È questo lo spirito dell’iniziativa svoltasi ieri mattina a Sulmona e organizzata dalla Uil Abruzzo, dall’Associazione “Vittime del dovere” e dall’International Police Association Abruzzo. Al convegno ha partecipato, tra gli altri, il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, che ha anche consegnato un riconoscimento alle sorelle […]

Serbare e tutelare la memoria delle vittime del dovere. È questo lo spirito dell’iniziativa svoltasi ieri mattina a Sulmona e organizzata dalla Uil Abruzzo, dall’Associazione “Vittime del dovere” e dall’International Police Association Abruzzo. Al convegno ha partecipato, tra gli altri, il Segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, che ha anche consegnato un riconoscimento alle sorelle del maresciallo Lattanzio, nativo di Pacentro nei pressi di Sulmona, una delle vittime della strage di Nassiriya. Il Convegno è stata anche l’occasione per affrontare il delicato tema del 41 bis. Presenti in sala anche molte scolaresche a cui, in particolare, si è rivolto il leader della Uil.

“Dobbiamo ripartire dalle scuole – ha detto Barbagallo nel suo intervento – per sconfiggere le mafie e la violenza. Bisogna cominciare proprio dai banchi di scuola, non tollerando più il bullismo, perché si tratta di fenomeni che possono degenerare, e insegnando la cultura dei diritti e non dei favori”. Per quel che riguarda poi, specificamente, i problemi di legalità e giustizia, il leader della Uil ha sottolineato che “alle mafie occorre contrapporre iniziative e impegno e non solo commemorazioni. Peraltro, abbiamo bisogno di certezza della pena e non di depenalizzazioni: credo che sia davvero frustrante per le forze dell’ordine arrestare qualcuno e poi vederlo, in libertà, quasi farsi beffa di loro. Infine – ha concluso Barbagallo – è necessario estendere il 41 bis, applicandolo anche ai fenomeni di radicalizzazione del terrorismo islamico che rischia di trovare terreno fertile proprio nelle carceri; aumentare l’organico e valorizzare il lavoro della polizia penitenziaria, implementando il benessere lavorativo a partire dal rinnovo del contratto; trasformare le caserme dismesse in carceri per ridurre il sovraffollamento”.

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