Jeremy Corbyn: nazionalizzare e democratizzare la rete elettrica per evitare la crisi climatica

Il leader del Partito Laburista del Regno Unito, Jeremy Corbyn, ha dichiarato che rendere pubblica la rete elettrica nazionale è il modo migliore per “porre la questione del cambiamento climatico al centro del nostro sistema energetico.” Sabato, intervenendo a una conferenza a Londra, Corbyn ha denunciato il fallimento della privatizzazione dei servizi pubblici e ha […]

Il leader del Partito Laburista del Regno Unito, Jeremy Corbyn, ha dichiarato che rendere pubblica la rete elettrica nazionale è il modo migliore per “porre la questione del cambiamento climatico al centro del nostro sistema energetico.”

Sabato, intervenendo a una conferenza a Londra, Corbyn ha denunciato il fallimento della privatizzazione dei servizi pubblici e ha delineato una visione economica che affronta la crisi climatica riducendo al contempo le disuguaglianze.

“La sfida del cambiamento climatico ci impone di cambiare radicalmente il modo in cui organizziamo la nostra economia,” ha affermato.

Ha dichiarato che l’amministrazione Attlee che ha presieduto la Gran Bretagna dopo la seconda guerra mondiale e ha creato lo stato sociale, “sapeva che l’unico modo per ricostruire la nostra economia era attraverso una svolta decisiva verso l’azione collettiva.”

“L’azione necessaria per aiutare a scongiurare la catastrofe climatica ci impone di essere almeno altrettanto radicali,” ha affermato.

Corbyn ha accusato il governo conservatore del primo ministro Theresa May di non aver intrapreso quell’azione radicale, ma di avere invece “consentito la fratturazione idraulica, dichiarato una moratoria sulle tasse rinnovabili mentre sovvenzionava in maniera massiccia i combustibili fossili, esitato sull’energia mareomotrice, ostacolato l’energia eolica e fatto marcia indietro sul rendere tutte le nuove case a zero emissioni di carbonio. Inoltre, non sta prendendo i provvedimenti necessari per rispettare i nostri impegni legali per ridurre le emissioni di CO2.”

Come tale, ha dichiarato, “Un sistema energetico verde apparirà radicalmente diverso rispetto a quello che abbiamo oggi.” “Il passato è un sistema centralizzato con pochi grandi impianti. Il futuro è decentralizzato, flessibile e diversificato con nuove fonti di energia grandi e piccole, da quella mareomotrice a quella solare.”

“L’energia più verde è solitamente la più locale,” ha affermato, “ma le persone hanno fatto la fila per anni per collegare l’energia rinnovabile alla rete nazionale.”

“Con la rete nazionale in mano pubblica, possiamo porre la questione del cambiamento climatico al centro del nostro sistema energetico, impegnandoci a produrre energia rinnovabile, da quella mareomotrice a quella eolica.”

Una rete simile, ha dichiarato, “agirebbe come un grande livellatore, distribuendo energia da dove abbonda a dove scarseggia e garantendo a tutti accesso costante a un’energia pulita e conveniente.”

“Tutto il resto non è solo ingiusto, ma rischia di provocare danni incommensurabili alla causa climatica.”

“Perché otterremo solo il supporto per i cambiamenti necessari se ci assicureremo che tutti ne condividano i benefici,” ha dichiarato, facendo eco ai temi del manifesto del suo partito. I benefici, sostiene Corbyn, “non consistono solo in un’energia meno costosa, nel porre fine alla carenza di energia, in un’aria più pulita e in un pianeta sostenibile, ma anche nella creazione di nuovi posti di lavoro e di industrie di energie rinnovabili e tecnologie verdi in tutto il paese.”

Secondo l’unione sindacale della campagna contro il cambiamento climatico, il discorso di Corbyn è una “lettura obbligata per tutti coloro che riconoscono che ‘le pratiche consuete’ non serviranno ad affrontare la crisi climatica.”

Andrea Germanos

Traduzione dall’inglese di Simona Trapani

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