Povertà, don Ciotti: “Bene reddito di cittadinanza, ma non basta”

La gente e’ “disperata” e quindi “ben venga” il reddito di cittadinanza, che “va incoraggiato”. A patto pero’ che “faccia parte di un progetto piu’ ampio”. Questo e’ il giudizio che don Luigi Ciotti da’ del provvedimento annunciato dal Governo Lega-M5s con la prossima manovra. “Il reddito di cittadinanza puo’ aiutare- afferma don Ciotti, oggi […]

La gente e’ “disperata” e quindi “ben venga” il reddito di cittadinanza, che “va incoraggiato”. A patto pero’ che “faccia parte di un progetto piu’ ampio”. Questo e’ il giudizio che don Luigi Ciotti da’ del provvedimento annunciato dal Governo Lega-M5s con la prossima manovra. “Il reddito di cittadinanza puo’ aiutare- afferma don Ciotti, oggi a Bologna per un’iniziativa sulla legalita’ nel parco Fico-Eataly world- ma a una condizione, che faccia parte di un progetto piu’ ampio, perche’ non basta dare qualcosa a qualcuno se poi non si costruiscono altre opportunita’. Se non si costruiscono percorsi di lavoro, cultura e servizio rimane una cosa messa li'”. Pero’, ribadisce don Ciotti, “ben venga, perche’ dove c’e’ disperazione non si puo’ aspettare. Sono anni che aspettiamo e questa fatica alimenta altre paure, altre distorsioni, altre fragilita’. E c’e’ qualcuno che le cavalca queste paure”. Certo, ammette don Ciotti, “non e’ semplice. Altri Paesi europei l’hanno fatto, ma con un progetto piu’ ampio, e si sono avuti buoni risultati”. Quindi, “sono da incoraggiare queste positivita’, ma devono essere messe insieme ad altri elementi”. Al problema della poverta’, il prete antimafia affianca la mancanza di lavoro, soprattutto per i giovani, e il problema della dispersione scolastica. Sul reddito di cittadinanza, dunque, “mi auguro che si arrivi in fondo perche’ e’ in gioco la dignita’ e la liberta’ delle persone. Bisogna incoraggiare che si riesca, altrimenti si rischia che rimangano solo parole vuote. Ne abbiamo gia’ sentite tante in questi anni e la gente e’ disperata- ammonisce don Ciotti- a questo bisogna rispondere con i fatti e la concretezza”.

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