Sanità. Locatelli (Bambino Gesù): “Rivoluzione cure per leucemie e linfomi”

Sul versante pediatrico, l’Associazione italiana registro tumori ha stimato che in 5 anni saranno 11mila i bambini e gli adolescenti che si ammaleranno da tumore e la maggior sara’ parte colpita da leucemia. Il professor Locatelli, intanto, ha messo a punto una tecnica sperimentale, la ‘Car-T’, con cui, grazie ad una nuovissima tecnologia, e’ possibile […]

Sul versante pediatrico, l’Associazione italiana registro tumori ha stimato che in 5 anni saranno 11mila i bambini e gli adolescenti che si ammaleranno da tumore e la maggior sara’ parte colpita da leucemia.

Il professor Locatelli, intanto, ha messo a punto una tecnica sperimentale, la ‘Car-T’, con cui, grazie ad una nuovissima tecnologia, e’ possibile utilizzare le cellule del sistema immunitario dei bambini affetti da leucemia, per manipolarle geneticamente e renderle cosi’ capaci di riconoscere il tumore nell’organismo e attaccarlo per sconfiggerlo.

“Va pero’ detto chiaramente che per ogni tumore e per ogni malattia- ha tenuto a precisare all’agenzia Dire il professore- va identificato un target specifico, vanno sviluppati prodotti per trattare quella determinata patologia.

Non esiste una Car-T universale, esistono Cart-T per una determinata patologia e in futuro magari esisteranno anche le cellule ‘Car-Nk’ (cioe’ ‘Car natural-killer’) che potranno essere impiegate da uno stesso donatore per piu’ pazienti”.

Del professor Locatelli si e’ molto parlato quando fece trasferire il piccolo Alex, affetto da linfoistiocitosi emofagocitica, malattia molto rara, dall’ospedale Great Ormond Street di Londra al Bambino Gesu’ di Roma.

Il 20 dicembre dello scorso anno il medico lo ha sottoposto al trapianto di midollo utilizzando le cellule staminali da genitore (per la precisione quelle del padre) e ora il bambino sta bene.

Ora in Italia c’e’ un nuovo caso come quello di Alex: Filippo, nato ad aprile, e’ affetto da linfoistiocitosi emofagocitica, una rara malattia genetica che colpisce un bambino su 50 mila.

Come commenta? “Esiste una quota di pazienti che necessita di un trapianto di midollo osseo che non trovera’ mai, per ragioni di assetto immunogenetico, un donatore perfettamente compatibile ne’ in famiglia ne’ nei registri- ha risposto Locatelli all’agenzia Dire- L’uso di uno dei due genitori, quindi il cosiddetto ‘trapianto aploidentico’, e’ un’utile alternativa, certamente efficace e con risultati del tutto sovrapponibili a quelli che si ottengono impiegando come donatore un soggetto perfettamente compatibile”.

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