Raffaello 500: dopo 400 anni tornano in Cappella Sistina i 10 arazzi

Per la prima volta dopo 400 anni i 10 arazzi con gli Atti degli apostoli concepiti e disegnati su cartoni da Raffaello Sanzio vengono esposti tutti insieme nella Cappella Sistina. In occasione delle celebrazioni per i 500 anni della morte del genio, i Musei Vaticani, diretti da Barbara Jatta, presentano i preziosissimi manufatti raffaelleschi che […]

Per la prima volta dopo 400 anni i 10 arazzi con gli Atti degli apostoli concepiti e disegnati su cartoni da Raffaello Sanzio vengono esposti tutti insieme nella Cappella Sistina. In occasione delle celebrazioni per i 500 anni della morte del genio, i Musei Vaticani, diretti da Barbara Jatta, presentano i preziosissimi manufatti raffaelleschi che resteranno esposti ai lati del Giudizio universale da oggi al 23 febbraio (in concomitanza con la domenica gratuita dei Musei vaticani). Una settimana per partecipare a questa “catechesi visiva” che segue le due esposizioni del 1983 e del 2010 che pero’ non presentavano tutti il ciclo completo commissionato a Raffaello da Leone X nel 1515.
“È un evento eccezionale- ha detto Jatta- siamo consapevoli della delicatezza degli arazzi, ma sono nati per essere arrotolati e spostati. E poi, lo stesso Papa Francesco ha ricordato Raffaello come artista che e’ riuscito a esprimere concordia, liberta’ e bellezza, elementi che conducono a valori piu’ alti e che vanno condivisi. Il Pontefice- ha aggiunto- ci ha detto che i Musei Vaticani devono essere musei aperti, in grado di veicolare il messaggio di fede”.
L’ultima volta che il ciclo e’ stato esposto al completo risale alla fine del Cinquecento, ha spiegato Alessandra Rodolfo, curatore del reparto arazzi dei Musei Vaticani. Ogni opera, ha aggiunto, ha un peso di 50-60 chili per una superficie di 30 metri quadrati.
Fu Papa Leone X a voler completare attraverso l’arte il messaggio religioso di uno dei luoghi piu’ emblematici della cristianita’, incaricando Raffaello di realizzare i cartoni preparatori per una serie di arazzi destinati a rivestire la zona inferiore delle pareti affrescate della Cappella Sistina. Tra il 1515 e l’anno successivo, l’artista realizzo’ un grande ciclo monumentale con le storie delle vite di San Pietro e San Paolo. I cartoni preparatori vennero mandati a Bruxelles dal tessitore Pieter van Aelst e i dieci arazzi realizzati nella nota bottega arrivarono in Vaticano tra il 1519 e il 1521, ma Raffaello non pote’ mai ammirare il ciclo completo a causa della sua morte prematura.
“Il Giudizio universale fu realizzato successivamente- hanno ricordato Jatta e Rodolfo- ma certamente Raffaello studio’ a fondo la Cappella Sistina e si adeguo’ agli affreschi. La sua monumentalita’ proviene dall’ambiente aulico, ma anche dalla presenza di Michelangelo sulla volta, al quale Raffaello e’ debitore”. Certamente, osservare oggi la Cappella Sistina arricchita dai dieci arazzi lascia senza fiato, grazie anche a un allestimento che rievoca la loro posizione originaria, nonostante la Cappella Sistina nei secoli abbia subito diverse trasformazioni, prima tra tutte quella della parete dell’altare per la realizzazione del Giudizio Universale di Michelangelo.
“Non abbiamo certezza di quale fosse la loro posizione esatta, ma questa sistemazione ci ha permesso di esporli tutti”, hanno detto le esperte. Normalmente visibili a turno nel Salone di Raffaello della Pinacoteca Vaticana, che in occasione delle celebrazioni avra’ una nuova illuminazione, gli arazzi sono stati messi in sicurezza anche dal punto di vista climatico, foderati e dotati di un sistema di allarme che inibisce un eccessivo avvicinamento dei visitatori. “Abbiamo scelto di esporli adesso perche’ questo e’ il periodo in cui l’afflusso turistico e’ relativamente minore rispetto ad altri momenti- ha detto la direttrice dei Musei Vaticani- ma l’intenzione e’ stata di condividere questa emozione, perche’ l’idea di rivederli in questo luogo ci ha fatto comprendere il completamento del messaggio teologico”. Un’emozione che deve aver provato anche Paris de Grassis, il cerimoniere che presenzio’ all’esposizione dei primi sette arazzi, il 26 dicembre 1519. ‘Mai visto niente di piu’ bello’, disse. E oggi quella bellezza e’ tutta li’, tra le reti piene di pesci e il volto dell’apostolo riflesso nell’acqua della ‘Pesca miracolosa’, nella veste maestosa che ammanta Gesu’ nel gesto di consegnare a Pietro le chiavi della Chiesa o nei volti e nei corpi rappresentati nel ‘Sacrificio di Listra’, l’arazzo che subito dopo l’esposizione nella Cappella Sistina andra’ alle Scuderie del Quirinale per la grande mostra su Raffaello, mentre il ‘Fregio delle Ore’ tornera’ fino a fine marzo agli Uffizi, a cui i Vaticani lo hanno prestato. Un intreccio di seta e oro da’ forma alle figure disegnate da Raffaello sui cartoni, sette dei quali si trovano al Victoria and Albert di Londra, anche se ancora non e’ chiaro se siano gli originali o modelli. “Guardare gli arazzi da dietro e’ meraviglioso, quasi piu’ che da davanti- ha detto infine Jatta- tanto che stiamo pensando a una piccola esposizione di un arazzo visto da dietro”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *