Letta e Chiodi, L’Aquila è ferita non è morta. Comune faccia piano ricostruzione

 “L’Aquila è tutt’altro che morta, è solo ferita, ed ha bisogno di ritrovare il proprio slancio vitale”: il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, che è anche commissario delegato per la ricostruzione, hanno voluto togliere dubbi e perplessità che si addensano sulla ricostruzione in Abruzzo, anche […]

 “L’Aquila è tutt’altro che morta, è solo ferita, ed ha bisogno di ritrovare il proprio slancio vitale”: il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e il presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi, che è anche commissario delegato per la ricostruzione, hanno voluto togliere dubbi e perplessità che si addensano sulla ricostruzione in Abruzzo, anche se non hanno nascosto che “la ricostruzione durerà 10 anni”. “La rappresentazione che viene data dalla stampa è molto diversa dalla realtà – ha esordito Letta, aprendo la conferenza stampa alla Stampa Estera in occasione del secondo anniversario del sisma – non c’é una situazione di stallo, anche se non nego i problemi e avremo voluto fare di più”. Letta e Chiodi hanno spiegato che le fasi della ricostruzione sono state divise in due parti: la prima gestita dal governo, la seconda dagli enti locali e che, proprio sapendo che la ricostruzione sarebbe stata lunga, per intervenire in modo unitario sul centro storico dell’Aquila, senza snaturarne il significato storico e artistico, sono state costruite ‘case vere’ e non tendopoli provvisorie. Chiodi ha ricordato che la popolazione dell’Aquila è oggi praticamente uguale a quella di prima del terremoto (solo 700 persone in meno) così come gli studenti delle scuole e anche gli iscritti all’università sono passati da 25 mila a 23 mila. “L’ultimo dei problemi sono i fondi – ha chiarito – che ci sono e verranno erogati ai comuni non appena manderanno le rendicontazioni. Già è stato speso quasi un miliardo e mezzo e quest’anno attendiamo dal Cipe un altro miliardo e mezzo”. Complessivamente l’importo stanziato per il terremoto, con il ‘Decreto Abruzzo’ è di 14,767 miliardi di euro. Disponibili, al 1 febbraio 2010, erano 3,131 miliardi; ad oggi ancora disponibili sono 1,729 miliardi. Letta ha anche lodato “l’opera straordinaria di Bertolaso, angelo dell’emergenza” e ha parlato di “divisioni che successivamente si sono affacciate”, ma ha anche riferito che con l’istituzione del tavolo interistituzionale, che verrà riconvocato il 7 aprile, il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente ha ritirato le dimissioni ed è stata ritrovata “perfetta unità di intenti”. Rispondendo ad una domanda di un giornalista straniero, Letta e Chiodi hanno evidenziato come le inchieste sulla cosiddetta ‘cricca degli appalti’ “si siano totalmente sgonfiate. Tutti gli appalti sono stati fatti con il bandi di gara, tutto è trasparente”, ha osservato Letta. Unico neo, i Piani mancanti di ricostruzione delle città (li devono redigere 57 centri abruzzesi), e soprattutto quello dell’Aquila. “Il comune si affretti – ha sollecitato il governatore dell’Abruzzo – se fossi stato il sindaco della città avrei coinvolto i massimi esperti mondiali per metterlo a punto. I cittadini devono sapere cosa avverrà nei prossimi dieci anni, quali sono i destini della loro città. Il governo – ha concluso – ha fatto tutto quello che doveva. Ora la partita spetta alla comunità aquilana e ai sindaci, spero che ognuno voglia alimentare la speranza, non la disperazione, come è stato fatto per qualche tempo a L’Aquila”.

Valentina Roncati

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