“La Casa degli angeli” itinerante porta cibo caldo, coperte e abiti ai clochard

In soli cinque giorni ne ha intercettati quasi 500: la Casa degli Angeli, un autobus dell’Atm, ha iniziato i suoi giri serali lunedì 25 novembre. A bordo i volontari dei City Angels, che portano ai senza dimora cibi caldi, coperte, vestiti. “Sull’autobus i clochard possono salire per stare un po’ al caldo -spiega Mario Furlan, […]

La Casa degli angeliIn soli cinque giorni ne ha intercettati quasi 500: la Casa degli Angeli, un autobus dell’Atm, ha iniziato i suoi giri serali lunedì 25 novembre. A bordo i volontari dei City Angels, che portano ai senza dimora cibi caldi, coperte, vestiti. “Sull’autobus i clochard possono salire per stare un po’ al caldo -spiega Mario Furlan, fondatore dei baschi azzurri-. Cerchiamo anche di convincerli a chiedere ospitalità in uno dei dormitori”. La Casa degli Angeli rientra tra le iniziative del Piano antifreddo del Comune di Milano, che ha stanziato 1,1 milioni di euro per garantire fino al 15 marzo 2.700 posti letto in una decina di dormitori della città. Sono inoltre 11 le unità di strada che a turno girano in tutte le zone di Milano per offrire assistenza a chi vive in strada.

Il piano antifreddo serve soprattutto a scongiurare che il gelo uccida i senza tetto. Tanto che il Comune ha allestito tre linee telefoniche a cui i cittadini possono segnalare i senza dimora che dormono in strada: 02/88447645, 02/88447647, 02/88447649. Una delle unità di strada li raggiunge per offrirgli assistenza. E proprio giovedì scorso la polizia ha scoperto un giovane, senza documenti, deceduto all’interno dello scalo ferroviario dismesso di Porta Romana. “È frequentato soprattutto da immigrati dall’est Europa -racconta Furlan-. Prima dello sgombero (avvenuto un anno fa, ndr) erano circa 300. Dopo qualche settimana alcuni sono tornati e ora lo scalo è di nuovo abitato, anche se sono molti di meno”. Sulla morte del giovane, era nata una polemica tra il Comune di Milano e le Ferrovie dello Stato. “Con profonda indignazione – aveva dichiarato in una nota Pierfrancesco Majorino, assessore alle politiche sociali – non possiamo non registrare che, nonostante gli accordi e le ripetute segnalazioni, Fs non ha provveduto a mettere in sicurezza l’area e i locali ancora esistenti che diventano rifugi nascosti e di fortuna”.

Secondo il censimento, effettuato nella notte dell’11 marzo 2013, dai ricercatori dell’Università Bocconi, insieme a circa 900 volontari, a Milano ci sono circa 2.600 dimora. È una cifra per difetto, perché sono stati “contati” solo colore che in quella notte dormivano in strada oppure erano ospiti in un dormitorio. Sono rimasti esclusi tutti quelli che vivono nelle baraccopoli o negli edifici abbandonati. La stragrande maggioranza dei censiti (circa il 90%) sono uomini e uno su tre ha un’età tra i 44 e i 60 anni. In larga maggioranza gli stranieri, che costituiscono l’83% di quanti passano la notte all’addiaccio e il 77% di quelli che scelgono invece un dormitorio. (dp-RS)

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