Greenpeace: altre due aziende aderiscono a Detox

Proprio in occasione del lancio della classifica dei marchi outdoor in relazione all’uso di sostanze pericolose, Vaude e Rotauf hanno annunciato l’adesione a Detox. Una buona notizia, ma la strada per la ripulire l’ambiente è ancora lunga: oggi stesso infatti abbiamo pubblicato le analisi dell’aria dei negozi di aziende meno virtuose, dimostrando che i PFC […]

Proprio in occasione del lancio della classifica dei marchi outdoor in relazione all’uso di sostanze pericolose, Vaude e Rotauf hanno annunciato l’adesione a Detox. Una buona notizia, ma la strada per la ripulire l’ambiente è ancora lunga: oggi stesso infatti abbiamo pubblicato le analisi dell’aria dei negozi di aziende meno virtuose, dimostrando che i PFC sono anche nell’aria che respiriamo.

Si tratta dei risultati di analisi effettuate su campioni di aria in negozi outdoor monomarca (Mammut, The North Face, Norrona e Haglöfs) e multimarca, in Europa e a Taiwan. In Italia, sono stati analizzati campioni di aria nei negozi monomarca The North Face di Milano e Torino. Il risultato è che le concentrazioni di PFC volatili nei negozi presi in esame sono fino a mille volte più elevate rispetto a quelle presenti all’aria aperta.

 La classifica dei marchi dell’outdoor basata sulle loro dichiarazioni pubbliche sull’eliminazione dei PFC permette di identificare chiaramente i CAMPIONI DETOX rispetto ai MEDIOCRI, coloro che non si stanno dimostrando all’altezza delle promesse fatte, e ai FUORI GARA, cioè quei marchi che non si sono assunti alcuna responsabilità riguardo l’uso dei PFC.

 Insomma, aziende leader del settore come The North Face, Mammut, Norrona e l’italiana Salewa continuano a non affrontare adeguatamente il problema e si nascondono dietro promesse poco ambiziose.

 Ci sono invece aziende che fanno sul serio. Rotauf ha già eliminato i PFC dai propri prodotti mentre il marchio tedesco Vaude si è impegnato a farlo entro il 2018. L’impegno arriva a pochi mesi di distanza da quello dell’azienda inglese Paramo. Sono scelte che confermano le responsabilità del resto del settore che continua a voler dipendere dall’utilizzo di sostanze chimiche pericolose come i PFC.

 Ricerche scientifiche dimostrano che l’esposizione a PFC volatili, come quelli rinvenuti nei campioni d’aria dei negozi presi in esame, può essere collegata all’aumento nel sangue dei livelli di PFOA (Acido Perfluoroottanoico), una sostanza nota per la sua tossicità e cancerogenicità. L’esposizione ad alcuni PFC è associata a numerosi effetti negativi sulla salute, compresi il cancro ai reni e ai testicoli, per questo esortiamo le autorità sanitarie nazionali competenti ad indagare i possibili impatti sulla salute dei lavoratori e dei cittadini generati dall’esposizione ai PFC.

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