Considerazioni estemporanee sul cambio climatico

I disastri, globali e locali, dovuto al riscaldamento globale diventano sempre più drammatici. È ovvia e impellente la necessità di imporre lo stop alle emissione di gas climateranti, arrestando per primo il ricorso ai combustibili fossili. Ma a mio parere alcune osservazioni sono necessarie, per avere una visone complessiva, critica e non fideistica. L’atmosfera è […]

I disastri, globali e locali, dovuto al riscaldamento globale diventano sempre più drammatici.

È ovvia e impellente la necessità di imporre lo stop alle emissione di gas climateranti, arrestando per primo il ricorso ai combustibili fossili.

Ma a mio parere alcune osservazioni sono necessarie, per avere una visone complessiva, critica e non fideistica. L’atmosfera è un sistema tremendamente complesso, i processi che la dominano sono fortemente non lineari, irreversibili. Vi sono dei feedback negativi, che contrastano il cambiamento esterno, e positivi, che invece lo amplificano.

In primo luogo, se anche – per un vero miracolo! – queste emissioni venissero arrestate dall’oggi al domani, il clima non ritornerebbe automaticamente, né rapidamente alle condizioni che conoscevamo in passato. Le emissioni che si sono accumulate fino a oggi continuerebbero ad agire per chissà quanto tempo ed a modificare ulteriormente le condizioni climatiche. Un sistema non lineare fortemente perturbato, se cessa la perturbazione, non ritorna necessariamente verso la condizione iniziale, precedente alla perturbazione.

Ci sono tra l’altro dei processi messi in moto che continueranno ad agire come feedback positivi. Per esempio, lo scioglimento dei ghiacci scoprirà il permafrost, il quale scongelerà rilasciando grandi quantitativi di metano, un gas che contribuisce molto più dell’anidride carbonica all’effetto serra.

Analogamente, i ghiacci che ricoprono l’Artico riflettono la radiazione solare molto di più della superficie del mare, più scura, che rimarrà scoperta.

Io poi esprimo, con beneficio di inventario, un dubbio generale. Un sistema complesso fortemente perturbato può incontrare nella sua evoluzione delle biforcazioni, che gli fanno imboccare strade completamente diverse per la sua evoluzione. Sarebbero insomma dei veri punti di non ritorno: eliminando la perturbazione il sistema non ritornerebbe mai più nella condizione di partenza, ma evolverebbe comunque verso un’altra direzione.

Personalmente ho per lo meno qualche dubbio che, data l’intensità dei cambiamenti, non si sia già superato un punto di non ritorno.

È un dubbio che esprimo, confermando comunque – ad anzi rafforzando – l’assoluta necessità e urgenza di interventi radicali per arrestare l’emissione di gas serra.

Questa umanità ha imboccato una strada che minaccia seriamente di condurla verso l’auto-distruzione: cambiamento climatico, rischio di guerra nucleare, esaurimento delle risorse, chi più ne ha più ne metta.

Il grande genetista Ernst Mayr (1904-2005) ha scritto: «L’intelligenza superiore è un errore dell’evoluzione, incapace di sopravvivere per più di un breve attimo della storia evolutiva». Speriamo che si sia sbagliato !!

Angelo Baracca-Pressenza

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *