Per sempre Azzurri. Le ragioni di una sconfitta mondiale

Tutti a rapporto dal Ct. Addio Coppa del Mondo. La delusione è cocente e altisonante più di un assordante “vuvuzela” sparata all’ennesima potenza, temibile arma sonica dell’Impero Zulù. La selezione Nazionale di calcio italiana in questi Mondiali Fifa 2010 in Sudafrica non funziona. Lo sapevamo. Anzi, è prossima all’auto-affondamento, per questo ho deciso a malincuore […]

Tutti a rapporto dal Ct. Addio Coppa del Mondo. La delusione è cocente e altisonante più di un assordante “vuvuzela” sparata all’ennesima potenza, temibile arma sonica dell’Impero Zulù. La selezione Nazionale di calcio italiana in questi Mondiali Fifa 2010 in Sudafrica non funziona. Lo sapevamo. Anzi, è prossima all’auto-affondamento, per questo ho deciso a malincuore che non la tiferò più. Non posso. Da un anno la nostra amata Nazionale è inceppata, bloccata e ingessata. Qualcosa di grosso non andava e non va ma non ci dicono la verità perché sanno che fa molto male. Perché bisogna tifare qualcun altro, forse Brasile o Argentina. A parte le colossali papere giornalistiche che il Popolo italiano è costretto a sorbire ogni volta in queste assurde analisi (pre-)tattiche del dopo-partita, strazianti per tutti, figurarsi per i digiuni di dietrologia (ma dov’è finito il fair play giornalistico e calcistico?), qui s’impone un richiamo alle origini delle parole sacrosante su cui è fondato il nostro Popolo Azzurro: sincerità, verità, onestà, gratitudine, deferenza, stile, passione. Ci rubano un’ora e mezza della vita davanti alla tv ed al maxi-schermo per tifare i “valori” di un’Italia tricolore (non solo l’azzurra), cantando l’Inno Nazionale di Mameli, con le lacrime agli occhi. E poi sia nelle interviste sia nelle analisi sia negli articoli, scopriamo l’acqua calda. Che cioè “i campioni sono questi; che in Italia non ne abbiamo lasciati altri; che, quindi, occorre tifarli lo stesso, pena la bestemmia; che bisogna continuare a consumare Azzurro (acquistando i vari gadgets e biglietti); che bisogna continuare a scommettere con le scheda prepagata; che bisogna restare incollati a milioni davanti a questa Nazionale italiana, tanto di meglio non possiamo fare”. Questo è davvero troppo. “Di devozione di zendalo azzurro con l’immagine di Nostra Signora in campo seminato di stelle (oro). E quel colore di cielo consacrato a Maria è, per quanto a me pare, l’origine del nostro color nazionale”(Luigi Cibrario,“Origini e progressi della Monarchia di Savoia, Torino 1869, e Carlo Alberto Gerbaix De Sonnaz,“Bandiere stendardi e vessilli di Casa Savoia, dai Conti di Moriana ai Re d’Italia (1200-1861)”,Torino 1911). L’azzurro Savoia, indossato da sovrani ed ufficiali del Regno sabaudo e italiano, è da sempre il colore della maglia ufficiale da calcio della Nazionale italiana. Indossarla è un onore e un prestigio per tutti. Non solo per i calciatori, novelli gladiatori del XXI Secolo. Non solo in questo sfortunato Mondiale AD 2010 in Sudafrica, senza campioni vincenti. Vale la pena ricordare com’è fatta la maglia azzurra 2010 presentata prima dell’amichevole contro il Camerun. Ha un collo a stella per ricordare i quattro simboli dei Mondiali vinti dall’Italia. Già vinti, quindi ci bastano! “Bella è bella, spero sia anche fortunata”- ricorda il capitano azzurro Fabio Cannavaro durante la presentazione ufficiale a Coverciano di qualche settimana fa, mostrando una maglia con il numero 5 e il suo nome. Sulla stessa linea il commissario tecnico già campione del mondo, Marcello Lippi. “La maglia azzurra – fa notare il Mister – è molto più che un tessuto moderno, una linea accattivante, un disegno particolare. È il coronamento di una carriera. Di maglie ne ho viste tante, speriamo sia fortunata come le altre”. Già, una carriera storica che già appartiene al passato, alle vecchie foto, ai grandiosi dvd di Germania 2006, e giammai all’ancora per poco “futuro” di Sudafrica 2010. Non ragionano così in Brasile e in generale nelle selezioni nazionali sudamericane dove ogni quattro anni si “combatte” per conquistare l’ambito trofeo fiammeggiate (la Coppa del Mondo d’oro) come fosse la prima volta. Come? Giocando il calcio vero e gustoso da vivere e far vedere. In Italia il roboante, strillato ed accattivante “calcio mercato” ha preso il sopravvento su tutto e su tutti, insieme alle scommesse, sulle stesse partite di calcio, sugli stessi scommettitori e telespettatori. Sulla vita della stessa Nazionale di calcio che ormai crediamo non abbia più una ragion d’essere non solo in Italia! Si gioca per forza e neanche per buona volontà: “bisogna fare il Mondiale, bisogna fare l’Europeo”! Questa è la situazione che il grande Platinì ben conosce da tempo. Non sarebbe meglio, allora, organizzare un Campionato del Mondo ed Europeo di Club, ponendo la parola “fine” su una competizione sportiva di Nazionali europee che non ha più una ragion d’essere per un sacco di buone ed evidenti ragioni di mercato? O, se preferite rimanere nel tragicomico contesto italiano, chi seleziona davvero i “campioni azzurri”: i senatori, i dirigenti sportivi o i commissari tecnici? Ci dicano la verità una buona volta, perché altrimenti saremmo autorizzati a pensare (visto gli stipendi milionari in euro e le vacanze assicurate dei nostri Azzurri, compresi quelli lasciati in spiaggia!) che i “giochi mondiali” erano già scritti e fatti da un anno a questa parte, ossia dalla disastrosa “Confederation Cup” della nostra Nazionale, disputata sempre in Sudafrica. Quando tutti sapevano cosa e chi non funzionava nella selezione azzurra, dov’erano gli “esperti” che oggi ammettono di aver avuto ragione? Non vogliamo fare nomi, per carità di Patria. Ma prendersela con chi non tifa questa Nazionale di legno, è come sparare sulla Croce Rossa. Liberissimi di essere Italiani veri nel mondo, magari scienziati e tecnici che danno l’anima in cerca di finanziamenti alle proprie ricerche, senza la febbre per una rappresentativa che, nella migliore delle ipotesi, meriterebbe un rientro anticipato in Italia con un volo diretto. Si dica la verità ai giovani che credono nel calcio italiano, in questo sport sano, educativo e produttivo; si dica la verità ai campioni veri che nei nostri “vivai” italiani sperano di poter indossare un giorno la maglia azzurra! Altri “esperti” hanno pure il coraggio di affermare decisamente che questa Nazionale di Lippi è in grado di esprimere un calcio migliore dei sudamericani! Ma vi rendere conto? Chi osa tanto? I tanti “profeti” di (s)ventura stipendiati con i soldi pubblici che avrebbero potuto benissimo essere impiegati per “coprire” le dirette mondiali delle altre partite, che siamo costretti a vedere, a leggere ed a sentire un po’ ovunque sull’orbe terracqueo e non solo in questa nostra Italia di chi tutto vuole senza sacrifici, senza allenamenti, senza preparazione atletica adeguata, senza la volontà di rivincere un Mondiale come fanno e come sono i calciatori brasiliani, argentini, messicani ed africani. Tutti ci superano in questo! Allora, viva l’Africa se riuscirà nell’impresa di educare i propri figli sui sani valori e principi di un gioco che è in grado di esprimere non solo campioni ma anche la passione e la speranza di un futuro migliore. Viva l’Africa se riuscirà ad apprendere questa dura lezione impartita anche dai nostri calciatori Azzurri, vincolati al silenzio dell’ineluttabile. L’Europa sta fallendo in tutto, non solo nel mondo del calcio. Non solo nell’euro-moneta senza federazione politica, che prima poi dovrà chiedere credito al Celeste Impero. Quando ad essere ferita a morte è la Verità in una diretta televisiva mondiale, a catena la reazione che cosa volete che produca? Altre menzogne, altri tradimenti, altri “errori” arbitrali, altre partite impossibili da giocare come quelle dell’Italia contro il Paraguay e contro la Nuova Zelanda, chiuse in difesa perché sapevano dove potevano colpirci. E chissà cos’altro senza scomodare la famosa frase di W. Churchill sulla filosofia calcistica e militare italiana. Questo in fondo è solo un gioco, un Mondiale di calcio, un miracolo sportivo per il mondo intero. L’unica competizione in grado di eguagliare se non superare, almeno per numero di spettatori, le stesse Olimpiadi con i suoi valori. Certamente, da Italiani non possiamo sempre vincere un mondiale, cari Azzurri vicini e lontani. Ma si dica la verità sul perché questa Nazionale non funziona, senza ricorrere a kafkiani “processi-spettacolo” davanti alle telecamere di tutto il mondo: una farsa che fa ancora più male al cuore! Se siamo per sempre Azzurri, è perché vogliamo ardentemente vincere in ogni campo dello scibile umano, non solo nel calcio. Questo ci chiedono i giovani durante le celebrazioni non solo “istituzionali” dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Di vincere la prima e più importante partita della vita, quella della “sincerità” che alimenta la speranza di un futuro migliore per tutti. E questi nostri giocatori che indossano la maglia azzurra, sono depositari volenti o nolenti di questi valori. Altrimenti farebbero bene a rinunciare all’incarico niente affatto obbligatorio. O, per dirla nel politichese più paludato, altrimenti non avremmo perso solo un Mondiale di calcio, ma anche la faccia. E questo francamente non è giusto, non è accettabile, non è ammissibile.

Nicola Facciolini