Tanto strette, perché mi vedo così poco sovrana e non perché con il mio personale voto non faccio rivoluzioni, ma perché mi sento ridicolizzata.
Ridicolizzata perché con il mio voto non elimino le auto blu e tanto meno riesco a ridurre il numero dei parlamentari.
Tutto qui?A me non sembra così poco non solo e non tanto per il guadagno economico che ne ricaverebbe lo Stato, ma perché sarebbe un esempio concreto per tutti i cittadini. I quali – e spero di sbagliarmi – in gran parte, o se preferite in cospicua parte, anch’essi non si comportano in modo esemplare nel bilanciamento tra diritti e doveri, senza mettere qui in campo i grandi evasori. Dai quali tutti quelli come me si sentono sfruttati, già, perché quel che non pagano loro lo paghiamo noi, noi che ce la mettiamo tutta per essere in regola con lo Stato, compito peraltro tutt’altro che facile.
Ciò detto con chi me la debbo o me la posso prendere? C’è chi dice “con il Governo in carica” che non ha portato in aula le proposte di legge attinenti. Già, ma chi me ne spiega il motivo? O meglio chi mi sa dire in quale modo il Governo avrebbe potuto superare l’impopolarità tra i deputati così come la pubblica dimostrazione di quanto poco essi hanno a cuore la sorte del Paese? E non mi riferisco solo ai deputati della maggioranza. Perché non mi risulta che i deputati di sinistra abbiano fatto massa e dopo aver stilato un preciso progetto sulla riduzione dei parlamentari l’abbiano consegnato alla presidenza della camera con richiesta di metterlo d’urgenza all’ordine del giorno. Che io sappia.
Parlare di politica in specie nostrana m’imbarazza perché non è il mio campo e non mi sento sufficientemente informata, ma dovrei farmene una colpa? Non potrebbe essere che se l’Informazione avesse posto il quesito con insistenza, la stessa insistenza che ci è propinata con scontato spesso immeritato successo per il lancio di un qualsiasi prodotto consumistico, forse i parlamentari avrebbero potuto sentirsi tirati per le orecchie e obtorto collo si sarebbero sottoposti alla loro decimazione? O gli esuberi sono sacrosanti solo se a carico degli operai o di tante altre categorie di lavoratori?
Chi mi spiega perché la democrazia è così impotente? Ai miei occhi di popolo ciò accade perché la casta parlamentare adusa a reciproci ricatti calcoli sgambetti d’ogni sorta è, salvo eccezioni, coesa solo quando si tratta di difendere i propri personali interessi a spese della crescita nella mentalità popolare del senso dello Stato e quindi dell’orgoglio e il rispetto di appartenerGli. E poi ci si lamenta se la gente guarda apparentemente con svogliatezza e sfiducia alla partecipazione politica quando viceversa vorrebbe poter disporre di effettivi canali d’intervento. E’ così?
In tutti i casi è quel che pensano tutti o quasi e che ad onor del vero a me sembra proprio che sia.
Ma allora subentra e preme il quesito fino ad ora senza risposta del “che cosa può fare il cittadino”per opporsi a questo come lo debbo chiamare “malcostume” dei politici o semplice comune reazione umana di difesa dei propri averi o privilegi? O meglio quali iniziative rientrano nelle sue facoltà, che non siano quelle delle solite raccolte di firme di difficile realizzazione?
Vediamo…
Non votare non mi sembra una buona idea perché può preludere a un caos totale, cioè all’anarchia.
E’ pensabile che possa essere il popolo a fare da esempio ai suoi governanti con un adempimento ineccepibile dei suoi doveri?
Sarebbe stupendo questo rovesciamento dei compiti ma anch’esso di assai difficile attuazione.
Ricorrere alla Corte Europea per i diritti umani?
Sarebbe un caso “ricevibile” secondo il linguaggio della Corte? Ne dubito, comunque da studiare ma si tratta di tempi davvero non brevi.
Imboccare la via ancora europea con una proposta che tutti i Paesi Europei proporzionalmente alla densità della popolazione debbano avere eguali presenze parlamentari?
Potrebbe questa essere una strada ( non so se sia stata già tentata), ma anche se ciò fosse quale iter potrebbe essere alla portata di popolo e dei suoi rappresentati in Europa senza una ininterrotta grancassa giornalistica a sostenerla?
E le auto blu?
Non sarebbe quanto mai semplice che coloro che ne usufruiscono prendessero tassì ( ovviamente con poche dovute eccezioni) con regolare ricevuta e richiesta di rimborso spese con specifica motivazione? Il risparmio che si sortirebbe sarebbe davvero tangibile se calcoliamo il numero di autisti in tre turni quotidiani impiegati per quel numero di auto spropositato in assoluto e comparativamente con gli altri Paesi.
Certo sono teste che cadono e questo rende dispiaciuti e perplessi.
Attendersi dal cittadino un suo attivo e continuativo intervento a riguardo delle accennate anomalie del nostro Paese, allo stato attuale della nostra democrazia, è illusorio. Purtroppo è già oberato di compiti cui attendere, il lavoro, la casa, la famiglia, gli assillanti ingombri burocratici, la salute e la sicurezza. Non ce la può fare a sostituirsi a chi lo governa e questo non lo rallegra affatto, meglio lo abbatte, e si sente tradito dalla politica, tanto più che non vede scelte di sorta davanti a sé.
Tutto quello che ho detto certamente è banale, perché è quanto mai risaputo ripetuto e poi puntualmente riposto nel cassetto, e il peggio è che è anche tanto strumentalizzato.
Infatti non mi pare proprio il caso di accanirsi contro il solito capro espiatorio se è vero quel che a me sembra essere vero e che cioè trattasi, come ho già detto, piuttosto di un vizio della categoria.
E voglio sperare che non sia un primato del tutto e solo italiano anche se non mi pacifica l’idea d’essere in buona compagnia.
O forse è il troppo caldo a pararmi innanzi agli occhi un quadro così paludoso.
Tanto più che gran parte del mondo intanto brucia o per calamità naturali o per lotte intestine.
Così che le nostre delusioni sembrano insignificanti miserie.
Gloria Capuano