Nucleare, quello che anche il Giappone ci ricorda

Terremoto e tsunami in Giappone destano sgomento. Le reazioni non possono essere che di solidarietà e sostegno al popolo giapponese colpito da questa tragedia.  In questa tragedia c’è un evento che parla direttamente all’Italia: si tratta delle conseguenze degli incidenti nelle centrali nucleari. Ancora non sono chiare tutte le conseguenze,  anche per le reticenze del […]

Terremoto e tsunami in Giappone destano sgomento. Le reazioni non possono essere che di solidarietà e sostegno al popolo giapponese colpito da questa tragedia.  In questa tragedia c’è un evento che parla direttamente all’Italia: si tratta delle conseguenze degli incidenti nelle centrali nucleari. Ancora non sono chiare tutte le conseguenze,  anche per le reticenze del Governo giapponese. E’ un fatto che gli incidenti si sono rivelati, ora dopo ora, sempre più gravi, fino all’evacuazione di decine di migliaia di persone e al rilascio di radioattività di cui per ora non conosciamo la gravità esatta.

Il Governo italiano che ha fatto ricorso al voto di fiducia per reintrodurre il nucleare in Italia dovrebbe riflettere alla luce degli avvenimenti giapponesi. Il Governo italiano dovrebbe decidere di sospendere il progetto nucleare, o almeno di bloccarne l’attuazione fino all’effettuazione del prossimo referendum che punta a cancellare la legge 99/2009, aspettando il responso degli elettori.

Fino ad ora il Governo ha dimostrato di avere paura del referendum abrogativo e preferisce buttare dalla finestra 300 milioni di euro pur di evitare un successo dei referendum. Infatti basterebbe fare coincidere le elezioni amministrative con i referendum per risparmiare 300 milioni, ma il Governo sa che il nucleare è stato approvato dal parlamento solo imponendolo con il voto di fiducia e che la maggioranza dei cittadini è tutora contraria. La scelta nucleare del Governo è stata fatta su pressione della lobby affaristica italiana ed internazionale che punta sul grande affare nucleare, in spregio all’esito dei referendum del 1987, che con percentuali fino all’80% si pronunciarono per l’uscita dal nucleare.

C’è anzitutto una questione democratica. Può un parlamento come questo, per di più ricattato dal voto di fiducia, capovolgere il voto dei cittadini? A questo punto la scadenza dei prossimi referendum abrogativi deve essere utilizzata per bloccare la folle scelta del Governo di tornare alle centrali nucleari in Italia e di dissipare un bene pubblico come l’acqua. C’è un’evidente sinergia tra il referendum per garantire che l’acqua resti bene pubblico e quello per bloccare la scelta nucleare. Arrivare al quorum nei referendum è la difficoltà maggiore da superare, per questo il Governo ha scelto di fatto il boicottaggio del voto. Partecipare al voto e contribuire a realizzare il quorum è un buon antidoto contro la disaffezione elettorale che da 2 decenni sta colpendo il nostro paese.

Perchè il nucleare va bloccato? Anzitutto per ragioni di costo. L’Enel ha cercato di dimostrare che il nucleare conviene, ma per farlo ha raccontato balle sui veri costi di costruzione delle nuove centrali. Nel 2009 Enel sosteneva che una nuova centrale Epr sarebbe costata 3 miliardi di euro. Di fronte all’esplosione dei costi dei prototipi finlandese e francese ha dovuto alzare a 4 miliardi. In realtà il costo reale è ormai 8 miliardi di euro a centrale. Con questi costi non esiste la possibilità di produrre energia elettrica a prezzi inferiori alle fonti attuali, anzi saranno maggiori.

Non è vero neppure che l’Italia sarebbe energeticamente più autonoma, perchè dovremmo importare quasi tutto, certamente le tecnologie più sofisticate e il combustibile. Inoltre il combustibile nucleare è disponibile per alcuni decenni, esattamente come il petrolio e gli altri combustibili fossili. Come hanno detto 200 imprenditori, prima firma Pasquale Pistorio, investire oltre 30 miliardi nel nucleare per le prime 4 centrali vorrebbe dire bloccare di fatto gli investimenti nel risparmio energetico e nelle rinnovabili. L’Italia non ha le risorse per fare tutto. Lo conferma Enel che ha venduto parte delle sue energie rinnovabili per diminuire il suo debito e poi gettarsi nella costosissima avventura nucleare .

Le centrali nucleari sono enormi concentrazioni di investimenti e quindi di affari, con tutte le preoccupazioni conseguenti. Mentre il risparmio energetico e le energie rinnovabili si spandono su migliaia di investimenti e di operatori diffusi. Il nucleare è pericoloso. Lo smaltimento delle scorie radioattive non è stato risolto in alcun paese al mondo, a cui vanno aggiunte le scorie rappresentate dalle centrali dismesse e dei siti in cui sono costruite. Ci sono scorie che rilascieranno radiazioni per decine di migliaia di anni, alcune tipologie per centinaia di migliaia. Costruendo le centrali condanneremmo le future generazioni a convivere con i pericoli e le conseguenze di queste scelte per tempi maggiori di quelli della storia umana conosciuta. Questo è il peggior regalo che le attuali generazioni possono fare a quelle che verranno.

Dopo Three Miles Island e Chernobyl ora c’è il grave incidente in Giappone. Per non parlare di tanti altri incidenti, per fortuna meno gravi, le cui notizie vengono nascoste. Ad esempio in Francia 19 incidenti nei primi 2 mesi dell’anno. I pericoli non sono rappresentati solo dagli incidenti. Le centrali rilasciano radiazioni anche durante il loro funzionamento normale, come hanno dimostrato diverse indagini. L’ultima ricerca è stata svolta in Germania e ha rilevato, nelle aree più vicine alle centrali nucleari, un aumento delle leucemie di 2.2 volte nei bambini.Approfittando della crisi libica e dell’aumento dei prezzi del petrolio i nuclearisti sono tornati all’attacco, omettendo di dire che le centrali nucleari non sono la soluzione perchè anche il più ottimista tra i nuclearisti ammette che prima del 2020 non entreranno in funzione. Fino al 2020 che facciamo?

In realtà la soluzione dei problemi energetici sono risparmio energetico e fonti rinnovabili perchè non dipendono da vicende internazionali, perchè possono essere introdotte in tempi brevi, con investimenti più limitati e con risultati occupazionali 15/20 volte maggiori del nucleare. Il Governo come è noto sta facendo il contrario, rischia di compromettere lo sviluppo delle rinnovabili per favorire l’avventura nucleare. Solo puntando su risparmio energetico e rinnovabili potremmo essere pronti per gli appuntamenti del 20/20/20 concordati con l’Europa.

Se il Governo, come è probabile, ignorerà ogni principio di precauzione occorre intensificare la mobilitazione per arrivare al quorum e vincere il referendum sul nucleare, otre che sull’acqua bene pubblico.

Alfiero Grandi
(Presidente Comitato Sì alle energie rinnovabili NO al nucleare)-Unimondo

 

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