• Home
  • Contatti
  • Meteo
  • Catalogo Fotografico – L’Aquila Riflessa
  • Lavora con noi
  • La Bottega dei Giovani Artisti
L'Impronta L'Aquila
Sezioni
  • Attualita’
  • Esteri
  • Politica
  • Ecologia – Ambiente
  • Cultura e Spettacolo
  • Sociale
  • Sport
  • Rassegna Stampa
search
Daily Tag
Attualita' > Dialogo

Zanotelli: appello Libia

La Libia sta sprofondando in una paurosa guerra civile. La dittatura di Gheddafi, che dura da 41 anni, sta mostrando il suo vero volto, disumano e feroce. “I manifestanti sono ratti,-ha detto il rais, nel suo discorso televisivo del 21 febbraio-pagati dai servizi stranieri. Una vergogna per le loro famiglie e le loro tribù. Andate […]

23 Marzo 2011
0 |

La Libia sta sprofondando in una paurosa guerra civile. La dittatura di Gheddafi, che dura da 41 anni, sta mostrando il suo vero volto, disumano e feroce. “I manifestanti sono ratti,-ha detto il rais, nel suo discorso televisivo del 21 febbraio-pagati dai servizi stranieri. Una vergogna per le loro famiglie e le loro tribù. Andate a sterminarli!” Invitava così i suoi soldati , i suoi fedeli e le migliaia di mercenari africani  a sterminare i ‘rivoltosi’. Si parla ormai di oltre diecimila persone massacrate in questa tragica repressione ordinata da uno dei più spietati dittatori d’ Africa. Eppure i manifestanti libici chiedono solo pane, dignità e democrazia(seguendo l’esempio dei tunisini e poi degli egiziani).

Infatti, nonostante le immense ricchezze finanziarie derivanti dal  petrolio ,la disoccupazione giovanile è arrivata al 30%.Si stima che 70 miliardi di dollari siano finiti nelle tasche del dittatore ,di cui 1,1 miliardo sono investiti nella nostra banca  Unicredit.Un abisso tra pochi ricchissimi e moti poveri.Per di più, il popolo libico non ha mai sperimentato la democrazia, nonostante il linguaggio rivoluzionario e populista di Gheddafi e del suo “Libro Verde”.

La conseguenza è tragica: la Libia ,oggi, invece che ‘verde’ è diventata ‘rossa’ con il sangue dei suoi figli massacrati.

Davanti a questa tragedia noi italiani dobbiamo chiederci quali siano le nostre responsabilità.Noi siamo profondamente legati alla Libia sia perché siamo quasi vicini di casa, sia perché abbiamo colonizzato quel paese. Un colonialismo brutale il nostro, soprattutto in Cirenaica dove Omar-el-Mukhtar(“il leone del deserto”), ha guidato la resistenza contro il nostro esercito. Non possiamo dimenticare che noi italiani abbiamo impiccato o fucilato , in quel periodo, almeno 100.000 libici su una popolazione di 900.000 abitanti: un vero e proprio genocido!Quando Gheddafi salì al potere,  pretese che l’Italia pagasse quel debito coloniale. Fu il governo Berlusconi a pagarlo: 5miliardi di euro con la condizione che la Libia bloccasse l’immigrazione africana. Il 5 gennaio 2009 il Senato italiano ha approvato il trattato di amicizia italo-libico. Come ha potuto l’Italia firmare un trattato con un dittatore come Gheddafi che non rispetta i diritti umani?Basterebbe vedere quello che Gheddafi ha fatto agli immigrati respinti dall’Italia e da lui rimandati poi a morire o nel deserto o nei loro paesi.

Adesso il nostro paese si trova a fronteggiare una duplice invasione sia degli immigrati africani intrappolati in Libia che tentano di nuovo la traversata sia dei profughi libici che scappano dalla loro patria in fiamme. E del loro inferno siamo in parte responsabili perché abbiamo armato fino ai denti il rais libico.Difatti, molti degli elicotteri che sono stati usati per uccidere i manifestanti sono stati importati dall’Italia. Nel 2009 le esportazioni belliche italiane in Libia hanno raggiunto una cifra incredibile:112 milioni di euro. Nei due anni 2008-2009, abbiamo esportato  in Libia armi  per oltre 205 milioni di euro, con la Finmeccanica che ha fatto la parte del leone(ricordiamoci che la Libia è diventata la seconda azionista della Finmeccanica).

Per questo chiediamo:

  • accoglienza per tutti quelli che fuggono da questa guerra;
  • di fare pressione sul nostro governo affinché sospenda il trattato di amicizia italo-libica ;
  • di sospendere la vendita di armi alla Libia e a tutti i paesi del Nord-Africa(come già proposto dai governi inglese, francese e tedesco);
  • che la UE non eriga un muro di navi militari in mezzo al mare per bloccare gli immigrati in arrivo;
  • che il nostro governo e la Ue si prodighino a far sì che in Libia possa finalmente trionfare la democrazia, il rispetto dei diritti umani e la pace.

Napoli,24/02/2011                                                                                    Alex Zanotelli

 

Photogallery

L’Aquila: cerimonia solenne per riapertura Basilica Collemaggio
L’Aquila: cerimonia solenne per riapertura Basilica Collemaggio

Photogallery

Incendio discarica Bussi (AQ)
Incendio discarica Bussi (AQ)

Photogallery

Alimenta la bellezza: gli scatti che fanno innamorare del Fucino
Alimenta la bellezza: gli scatti che fanno innamorare del Fucino

Photogallery

Narciso il fior di maggio: è in Ucraina la più grande riserva al mondo
Narciso il fior di maggio: è in Ucraina la più grande riserva al mondo

Photogallery

Reportage dagli States: le tre intense giornate di Washington
Reportage dagli States: le tre intense giornate di Washington
I più letti

    Torna su

    • Attualita’
      • Politica
      • Economia e Finanza
      • Scienza e medicina
    • Meteo
    • Cultura e Spettacolo
      • Vignette di Enzo D’Amore
      • Reportage
      • Pillole di cultura
    • Archeologia
    • Rubriche Gloria Capuano
      • Giornalismo di Pace
      • Pulviscolo Atmosferico
      • Petizione patente ottantenni
    • Sociale
    • News Terremoto
    • L’Opinione
    • L’Inchiesta
    • Interviste
    • Rassegna Stampa
    • Sport

    Direttore responsabile: Luisa Stifani | Aut. Trib. L'Aquila n° 519 del 5 luglio 2004 | Iscrizione ROC nr. 17677

    Copyright © 2025 L'Impronta. All right reserved.
    Alcune delle foto presenti sono state prese da Internet, e quindi valutate di pubblico dominio.