Spazio Jazz ospita il Tubolibre Quartet

Il secondo appuntamento di Spazio Jazz, rassegna promossa dalla Società Aquilana dei Concerti si svolge Venerdì 1 luglio e ospita il Tubolibre Quartet, la più recente formazione dal trombonista pugliese Gianluca Petrella. Il luogo previsto è il monumentale Chiostro di San Domenico, in caso di maltempo Sala San Pio X al Torrione, con inizio alle […]

Il secondo appuntamento di Spazio Jazz, rassegna promossa dalla Società Aquilana dei Concerti si svolge Venerdì 1 luglio e ospita il Tubolibre Quartet, la più recente formazione dal trombonista pugliese Gianluca Petrella.

Il luogo previsto è il monumentale Chiostro di San Domenico, in caso di maltempo Sala San Pio X al Torrione, con inizio alle ore 21.

Il progetto musicale di Petrella si apre a sonorità nuove, intriganti e alle contaminazioni con il ritmo e il “groove”.

Mauro Ottolini, Gabrio Baldacci e Cristiano Calcagnile sono i musicisti scelti da Gianluca Petrella per dare vita a questa avventura sonora: tre interpreti attenti, naturalmente disposti ad attraversare i linguaggi espressivi, come, del resto, dimostra l’importanza delle loro costanti e coerenti collaborazioni; una combinazione capace di unire il senso più vivo della tradizione con le sonorità più moderne e contemporanee.

«Cover di Blues degli anni ’30, improvvisazioni, e alcuni brani inediti. Nonostante Tubolibre evochi probabilmente allegria e leggerezza, in realtà si tratta di un disco molto profondo e malinconico; una dura riflessione su ciò che di assurdo sta succedendo nella nostra società. Il titolo stesso, Slaves (schiavi), vuole raccontare tutti i tipi di schiavismo che attanagliano la nostra quotidianità: la schiavitù tecnologica, la schiavitù del denaro, quella del potere».

La particolarità di questo gruppo nasce dal contrasto che si crea tra i vari strumenti, dal ricercato e peculiare suono che scaturisce dalle differenti e atipiche combinazioni strumentali: tuba-chitarra elettrica e percussioni-trombone capaci di proporre quelli che – solo sulla carta – sembrerebbero improbabili incontri “africa & blues”, “noise sound” e “free dixie”, atmosfere rarefatte ed elettronica.

Una sorta di straordinario e caleidoscopico calembour, capace di pescare nella tradizione ellingtoniana e di scivolare poi verso i territori cari a Hendrix.

Quattro musicisti con stili profondamente diversi. Gabrio Baldacci è un sensitivo e talentuoso chitarrista, talvolta vicino a sonorità aspre ma capace di sorprendere con aperture dolcissime intrecciate ad arpeggi della più genuina scuola jazzistica.

Cristiano Calcagnile, uno dei pochi “drummer pensanti” della new wave jazzistica italiana, è fondamentalmente un grande improvvisatore a suo totale agio nel tenere ritmi complessi, “giocando” contemporaneamente con percussioni e ferraglie varie.

Mauro Ottolini: un vero “must” capace come pochissimi altri in Europa di “usare” e suonare uno strumento assolutamente unico quale la tuba, traendone suoni semplicemente sorprendenti.

Il tutto miscelato a dovere dall’immensa creatività del “signor” Petrella, ormai riconosciuto quale uno dei grandi innovatori di uno strumento storico come il trombone.

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