di Gloria Capuano
Nel mio ultimo scritto mi sono anche chiesta: che cosa ho trascurato o dimenticato? La mia risposta è stata d’aver sicuramente omesso chissà quanti altri pezzi della sempre troppo complessa realtà. Ora, dopo una pausa, posso dire che ho ignorato ma non volutamente, due elementi fondamentali alla base del dibattito del rinnovo della patente agli ottantenni. E cioè le ragioni dell’on. Valducci e l’appassionata protesta dei familiari delle vittime su strada ad opera di ottantenni; essendo questi due aspetti intimamente connessi.
L’on.Valducci non poteva non essere sensibile alle ragioni dei sopra citati familiari delle vittime e ciò spiega l’iniziale suo intento di bloccare all’ottantesimo anno il rinnovo della patente a chi avesse compiuto gli ottanta anni. Poi la riflessione lo ha fatto ripiegare sulla strada a dir poco tortuosa dell’obbligo a priori di tutti gli ottantenni a sottomettersi a una decisione delle C.M.L. E ciò – suppongo – con il mandato della massima severità e libertà insindacabile d’azione, facile ad esigersi poiché in tali termini le C.M.L. sarebbero state le uniche responsabili degli eventuali incauti rinnovi. Ma di questa totale libertà e potere delle C.M.L. – che hanno finito spesso per diventare un vero e proprio “mattatoio” – si è parlato abbastanza. A me interessa fare le ragioni dell’on. Valducci calandomi nei suoi panni.
Mi pare interessante la seguente:
Il grave sinistro provocato dal “troppo” anziano non dovrebbe essere equiparato agli altri gravi sinistri essendo dovuto a una situazione di forza maggiore. Per forza maggiore è da intendersi la situazione psicofisica tipica dell’anziano. In altre parole, mentre gli altri incidenti avvengono non in dipendenza della normale condizione psicosomatica del guidatore, ma in genere per qualche altro motivo ben identificabile e soprattutto evitabile, per l’anziano è inevitabile perché rientra nella fisiologia tipica dell’età. Ciò è a dire che per evitare un sinistro provocato da un drogato o da un ubriaco, è sufficiente che egli rinunci o sia obbligato a non drogarsi e a non bere, lo stesso non si può dire riguardo all’anziano perché non è possibile farlo regredire d’età. Questa specie di sillogismo è applicabile a tanti altri tipi di sinistri, la competitività al volante sulle strade comuni, l’assenza di una educazione al volante, l’uso di macchine potenti senza adeguata esperienza di guida e via di seguito.. L’attore del sinistro può autonomamente controllarsi e scegliere di non nuocere, “l’anziano no” o almeno non tutti gli anziani lo possono.
E già qui troviamo però la prima obiezione alla suddetta ipotesi valducciana. “Non tutti gli anziani?”, perché dunque non chiedersi la ragione per la quale non tutti gli anziani sono succubi delle ridotte capacità idonee a una guida sicura caratteristiche dell’età?
Non mi pare sufficiente che l’onorevole possa rispondere che appunto per cogliere questa differenza si affida il giudizio di merito alla C.M.L. perché è facile ribattere che per questo giudizio era più che sufficiente il medico di base il quale nei casi dubbi rimetteva la sorte del postulante alle C.M.L. Non credo davvero ammissibile anteporre a priori un discrimine legato all’età a tutti gli ottantenni e non a posteriori solo a coloro che fossero risultati non idonei, cioè dopo aver accertato la non idoneità alla guida. Sempre che si accetti un esclusivo criterio medico che per sua natura punta alla prevenzione prevenzione degli incidenti, ciò che è quanto mai discutibile per non dire assurdo.
Ma anche di questo abbiamo parlato abbastanza, dire “guida” a proposito degli anziani è dire poco o nulla infatti per la maggior parte degli anziani la guida si riduce al piccolo cabotaggio indispensabile per l’andamento di una famiglia.
Mi fermo qui per non ripetere le molte argomentazioni già scritte vorrei però aggiungere che l’on.Valducci ammettendo la possibilità delle differenze tra i componenti del popolo degli ottantenni senza volerlo avrebbe alluso alla differenza tra l’età biologica e l’età anagrafica, ed era qui che l’onorevole avrebbe dovuto soffermarsi con particolare attenzione.
Concludo riportando la lettera che sto per inviare ai parlamentari della IX Commissione (Trasporti) dove probabilmente giace inerte la mia, nostra, Petizione.
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Lettera al Parlamento
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Camera dei Deputati
IX Commissione (Trasporti)
Oggetto: Petizione n.1181. Assemblea del 12 aprile 2011
La sottoscritta, Gloria Capuano, chiede se la sua Petizione n.1181 annunciata alla Assemblea nella seduta del 12 aprile 2011 e assegnata alla lX Commissione (Trasporti) è stata discussa e nel caso affermativo chiede di essere informata sulle relative conclusioni.
Nel caso che non sia stata ancora discussa la scrivente chiede, in qualità di appartenente al “Popolo Sovrano”sicura d’essere capita ( e salvata dall’immagine d’ingenuità visto che la sovranità del popolo è qualifica costantemente citata dai politici), che – data la tragica urgenza del caso – venga prontamente discussa. Uno dei motivi dell’urgenza di questa Petizione sta nella considerazione delle migliaia di famiglie allo sbando a causa di una legge che ha tenuto conto delle sacrosante rivendicazioni delle famiglie delle vittime d’incidenti stradali a responsabilità di ottuagenari, ma non dei gravissimi danni inferti ad altri di nulla responsabili nell’impedire loro di fatto il godimento dei loro diritti, umani e costituzionali.
Non credo che possa esserci persona che non partecipi all’insanabile dolore dei familiari cui ho accennato, ma non si può non ammettere che le vittime degli incidenti stradali sono tutte uguali, sia se per responsabilità di ottantenni sia per responsabilità poniamo di diciannovenni. Dirò di più, personalmente, se tra questi ultimi ne esistesse uno solo, un unico diciannovenne, giudizioso, capace, osservante delle regole stradali, prudente, dalla guida equilibrata e civile, e tutti gli altri potenziali assassini, io mi batterei affinché non si ostacolasse con arbitraria spietatezza il diritto alla guida di tutti i diciannovenni così come ora purtroppo sta accadendo nei confronti degli ottantenni; sia per rispetto dei loro diritti sia per non slittare in una forma inedita di razzismo, quello anagrafico.
Ma l’urgenza della “mia” Petizione non dipende inoltre ( e lo potrebbe o dovrebbe) dal suicidio di Francesco Azzigana per patente sconsideratamente negata (imbianchino di 86 anni residente in piena campagna che sopravviveva grazie ai piccoli lavori che eseguiva nel territorio circostante), ma in vista delle migliaia di famiglie che con grande sofferenza cessano d’essere i più efficaci ammortizzatori sociali. E non sto parlando della cessazione del diritto alla patente per gli ottuagenari oramai superata, ma della metodica vessatoria e spesso persecutoria, perfino costosa, cui gli ottantenni sono sottoposti in molte CML. ( E che cosa dire della Francia, del Belgio, dell’Austria e della Germania dove non è previsto alcun rinnovo della patente, registrano forse una maggiore grave sinistrosità? No di certo, allora noi Italiani dobbiamo ritenerci dei sottodotati o/e fuori dell’Europa?).
Nel ringraziare dell’attenzione ritengo utile e doveroso allegare una documentazione esaustiva sulla responsabilità degli incidenti più gravi senza la quale è impossibile giungere a un giudizio di merito nella realtà dei fatti e non in un (comprensibile) trascinamento emotivo.
In attesa di una sollecita risposta ringrazio per l’attenzione che si vorrà riservarmi.
Con deferenti saluti
Gloria Capuano
Roma 11 settembre 2011
Dott.Gloria Capuano
Presidente ASPI
Medico-chirurgo
Scrittrice e Giornalista di Pace
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