Ospedale Sant’Orsola (BO), primo intervento con la “pistola salvacuore”

Al via  la “pistola salvacuore”, all’Ospedale Sant’Orsola il primo intervento in Italia con un nuovo ausilio, che permette di intervenire sul cuore battente con la riduzione della durata dell’operazione e dell’anestesia. È destinato soprattutto agli anziani che soffrono di stenosi valvolare (il deposito del calcare sulla valvola aortica) che ostacola la circolazione del sangue provocando difficoltà […]

Al via  la “pistola salvacuore”, all’Ospedale Sant’Orsola il primo intervento in Italia con un nuovo ausilio, che permette di intervenire sul cuore battente con la riduzione della durata dell’operazione e dell’anestesia. È destinato soprattutto agli anziani che soffrono di stenosi valvolare (il deposito del calcare sulla valvola aortica) che ostacola la circolazione del sangue provocando difficoltà respiratoria e dolori. “Si tratta di patologie in continuo aumento legate all’innalzamento dell’età della popolazione che, spesso, richiedono procedure mini invasive perché rivolta gli anziani presentano già altre patologie di base e l’approccio chirurgico è difficile” spiega il direttore sanitario dell’Ospedale Sant’Orsola Mario Cavalli.

La prima paziente in Italia (la sesta in Europa) è stata operata qualche settimana fa dall’equipe di Roberto Di Bartolomeo, direttore U.O. Cardiochirurgia. È una bolognese di 86 anni che dopo una settimana ha potuto lasciare l’ospedale. L’intervento è durato meno di 2 ore. “Abbiamo costituito a Bologna l’unico centro in Italia con un’equipe di professionisti in grado di affrontare qualsiasi tipo di intervento cardiochirurgico” sottolinea Di Bartolomeo. Negli ultimi 10 anni all’Ospedale Sant’Orsola è aumentato il numero dei pazienti con la stenosi valvolare. In totale nel periodo dal 2003 al 2010 la malattia è stata diagnosticata a 1.248 persone con l’età media di 72,3 (la mortalità è stata del 3,9%).

In circa la metà dei casi la persona non può essere sottoposta a una procedura standard di sostituzione valvolare (che avrebbe una durata di 3-4 ore) per possibili rischi collaterali, ad esempio stress renali. “L’uso della ‘pistola salvacuore’ permette di somministrare l’anestesia loco-regionale, riducendone il tempo circa della metà. Anche se per evitare il disagio del paziente viene spesso scelta l’anestesia generale nella modalità ridotta,” sottolinea Guido Frascaroli, direttore dipartimento cardio-toraco-vascolare. Si stima che il nuovo tipo di intervento con la “pistolasalva cuore” possa essere un’opzione per gli oltre 20 mila pazienti italiani affetti da stenosi valvolare. Senza l’intervento l’aspettativa di vita del paziente è al massimo di 3 anni.

Con il nuovo ausilio è possibile inserire rapidamente, attraverso un taglio di soli 7-8 centimetri che rende minimo il sanguinamento, inserire una protesi biologica che lega il cuore all’aorta evitando la valvola malata. Cosi circa il 70% del sangue passa direttamente dalla protesi. Questo intervento è stato inventato da circa 30 anni, ma per la mancanza delle tecnologie necessarie per intervenire sul cuore battente, la procedura a oggi non era molto diffusa.

Ilona Nuksevica

Una risposta a “Ospedale Sant’Orsola (BO), primo intervento con la “pistola salvacuore””

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